Da Chernobyl a The Boys, le serie che hanno raccontato il quadriennio Trump
Quali sono le serie tv che hanno davvero messo in scena l'America degli anni della presidenza Trump?
Le serie che hanno caratterizzato quei 4 anni quindi non sono tanto quelle come Sfida al Presidente - The Comey Rule, cioè quelle che effettivamente rappresentano Trump o veri fatti di quegli anni, ma quelle che raccontano qualcosa di lontano e nel farlo dicono cose su qualcosa che invece è molto vicino.
È l’America dello 0,1% che decide per tutti, che ragiona secondo altri standard e che persegue un potere sempre maggiore fine a se stesso, l’America in cui è cresciuto l’impero Trump, in cui affari e politica si mescolano e nessuno ha interesse per altri che non siano sé stessi.
Un anno dopo, nel luglio del 2019, quando eravamo con tutti e due i piedi nella seconda metà della presidenza Trump, è uscita Chernobyl, la miniserie Sky che mettendo in scena la Russia sovietica parlava in realtà di America, che nel raccontare la vera storia di un disastro nucleare avvenuto in un altro punto del globo metteva in circolo problemi e questioni molto attuali per gli Stati Uniti. La storia di un governo che copre, nega l’evidenza e di una catena di comando spaventata dall’idea stessa di verità, è un versione distopica della piega che gli Stati Uniti di Trump cercavano di dare all’amministrazione pubblica. Il racconto di cosa accada là dove le notizie false sono la regola e manca una guida etica forte, fatto negli anni in cui le parole del presidente sono meno affidabili che mai, è un messaggio molto chiaro. La serie che risponde alla domanda: che cosa significa non potersi fidare dei propri governanti?
Con The Boys, invece, la domanda era ancora più semplice e diretta: che succede se il massimo del potere finisce nelle mani dell’ultima persona che dovrebbe averlo? Il fumetto chiaramente viene molto molto prima della partenza della serie, a luglio del 2019, ma l’impatto di un simbolo di unità del paese, l’eroe vestito con la bandiera americana e chiamato Homelander, che dietro le parole di inclusione e giustizia nasconde i fini più biechi, l’abiezione morale più turpe e un totale disprezzo per qualsiasi causa che non sia quella di maggior potere per lui suona molto chiara. Cosa significa avere paura del potere costituito invece di aspirare ad esso? Nella seconda stagione poi (quella sì, scritta e concepita durante la presidenza Trump, nonostante il fumetto originale sia stato ideato dopo l’11 settembre) è ancora più forte l’idea che con un’adeguata propaganda la popolazione possa essere a favore dei principi e delle persone peggiori, addirittura anche naziste: “È solo la parola “nazista” a non piacergli”.
Solo pochi mesi dopo, un altro fumetto, ancora più vecchio, che affonda le radici nell’America anni ‘80, diventa serie dopo essere diventato film. E lo diventa come una specie di sequel spurio tutto centrato sul corpo afroamericano. Durante la presidenza Trump le violenze sugli afroamericani di certo non sono cessate e per quanto mancasse più di un anno al caso di George Floyd, Watchmen si inseriva nel più grande trend dell’afrofuturismo e di quei film (Black Panther in testa) che hanno raccontato un futuro a partire da un diverso rapporto tra razze. In un mondo in cui l’essere più potente, praticamente Dio, è afroamericano la polizia è inaffidabile, gli eroi sono pericolosi e il razzismo è istituzionalizzato.
Siamo invece quasi a fine presidenza Trump quando arriva Il complotto contro l’America, rielaborazione seriale di un romanzo del 2004 di Philip Roth, il cui intento è più chiaro che altrove: l’America degli anni ‘30 è uno stato totalitario fascista. La fantapolitica immagina cosa fosse accaduto se Lindbergh (l’aviatore effettivamente vicino alle idee dei fascismi europei) avesse vinto le elezioni a cui si era davvero presentato e fosse diventato presidente. L’America diventa uno stato fondamentalista cattolico e i protagonisti della miniserie, una famiglia ebrea, sono quelli che ne fanno le spese più di tutti. Tutto il racconto è permeato dalla paura nei confronti dello stato, il terrore che viene dal non potersi fidare delle istituzioni e l’idea che dietro ogni legge promossa ci sia una maniera diversa per vessare e soggiogare i più deboli.
Chiude tutto Lovecraft County ad agosto 2020, una serie che esplora le parti più buie degli Stati Uniti e con la scusa dello spostamento temporale rappresenta tensioni formalmente antiche in chiavi moderne. Tramite il fantastico affronta le questioni razziali sempre più importanti e tutto in un’ambientazione in cui le medesime tensioni del presente sono esasperabili, quindi più evidenti, come se qualcuno ci avesse messo una lente d’ingradimento sopra e le avesse magnificate.
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