Cronache dal Rockfeller Center: ascesa e caduta della NBC (prima parte)

La NBC e la sua storia: un'analisi che racconta l'ascesa e la caduta della National Broadcasting Company

Condividi

Jack: «You like NBC, don't you Kenneth?»
Kenneth: «I think it's the most wonderful place in the whole wide world».

Estratto da 30 Rock (2007-2013)

È difficile non sorridere davanti all’affermazione del povero ma entusiasta stagista del TGS with Tracy Jordan, soprattutto se si esamina il palinsesto attuale del “peacock channel”, in cui a farla da padrone altri non è che il talent The Voice e dove gli show di qualità sono pochi, vecchi e ignorati dalla stragrande maggioranza del pubblico (Parks and Recreation, Parenthood).
La verità però è un’altra. Per gran parte della sua storia la NBC non solo ha trasmesso alcuni dei migliori prodotti televisivi di sempre, ma è stato il canale che più di vent’anni fa ha guidato la rivoluzione che ha spalancato la porta alla Golden Age della serialità tv (finita o no è un dibattito che rimanderemo a un’altra occasione).

Ma facciamo un passo indietro. La National Broadcasting Company (NBC per gli amici) nasce nel lontano 1926 per opera della RCA (Radio Corporation of America) nella forma di emittente radiofonica, per poi passare alle trasmissioni su tubo catodico negli anni ’40. Sette decadi dopo, l’apporto del network alla produzione audiovisiva seriale è gigantesco. Casa Keaton, I Robinson, Supercar, Matlock, A-Team, show che hanno segnato l’immaginario di chiunque abbia vissuto negli anni ’80 (e non solo). E poi il Saturday Night Live, che alla sua 39a stagione è ancora in grado di sfornare stelle del cinema e della tv a stelle e strisce (John Belushi, Dan Aykroyd, Steve Martin, Bill Murray, Eddie Murphy, Ben Stiller e potrei continuare a lungo).
Il vero punto di svolta però avviene tra il 1981 e il 1982: affrontando un periodo di crisi di ascolti, la NBC propone tra le novità del suo palinsesto Hill Street Blues e Cheers, entrambi punti di non ritorno rispettivamente per il genere drama e quello comedy. Hill Street Blues, creatura di Steve Bochco, porta sul piccolo schermo una complessità narrativa del tutto nuova, una profondità e crudezza di temi inusuale e il primo serio approccio multilineare al racconto, contribuendo a plasmare l’oggetto serie tv nella sua forma attuale.

Da questo momento in poi la NBC risorge fino a imporsi, negli anni ’90, come il network delle serie tv di qualità: non c’è ancora la HBO, c’è la NBC. E.R. porta alla maturità il discorso intrapreso da Hill Street Blues, inaugurando ufficialmente la grande era della serialità televisiva con un’affermazione semplicissima: la qualità può essere apprezzata, può essere remunerativa. Con Law & Order, Homicide, Third Watch, la visione della NBC si cristallizza e diventa stile. Sul versante comedy il canale non è da meno e conquista l’attenzione mondiale grazie a Friends, Will & Grace, Innamorati pazzi, Seinfeld e Frasier e solidificando la serata“Must see TV” del giovedì.
Dopo aver ottenuto i diritti televisivi delle Olimpiadi negli anni ‘80, la NBC riesce poi a mettere le mani anche su quelli del NFL, National Football League, una delle manifestazioni sportive più seguite negli Stati Uniti, guadagnandosi l’ennesima vagonata di ascolti settimanale.

La NBC chiude il millennio con il suo ultimo grande drama per riscontro di pubblico e critica, The West Wing, che fa incetta di premi e aiuta il canale a mantenere un po’ più a lungo l’ottima fama conquistata. Sul versante comedy continuano le novità interessanti, come Scrubs, The Office, My Name is Earl. Ma l’epoca d’oro del canale sembra ormai giungere a conclusione, forse colpa dell’addio di Kevin Reilly, executive responsabile dello sviluppo di prodotti come E.R., The Office, My Name is Earl e Friday Night Lights, che passa all’avversaria FOX.
La crisi diventa insanabile nel corso della stagione 2009/2010: cercando di rimediare allo sfacelo della gestione seriale di Jeff Gaspin e Ben Silverman (l’artefice dei fallimentari remake di Bionic Woman e Supercar) i dirigenti del network puntano al risparmio e corrono ai ripari sostituendo lo slot delle 10 dei giorni feriali (un tempo sede di serie come E.R., Southland, ecc.) con un’ora aggiuntiva del Jay Leno Show. È il disastro. Gli ascolti si inabissano e la NBC non ha nulla con cui tamponare questo sfacelo avendo cancellato più show del dovuto proprio per far spazio a Leno. L’emittente del Rockfeller Center sembra ormai non doversi riprendere più. Persino la famosa serata del giovedì, ancora rifugio delle comedy di qualità prodotte anche grazie a facce e di penne uscite dal Saturday Night Live (Tina Fey, Steve Carrell, Amy Poehler), manifesta segni di cedimento. Purtroppo il declino è inarrestabile e alla fine di 30 Rock e The Office corrisponde la fine di un’era. Certo, con qualche felice strascico (Parks and Recreation, Community) destinato però a essere eccezione. E la NBC piomba nel suo periodo più nero.

Continua a leggere su BadTaste