Crime Week: l'addio di Aaron Hotchner e la discutibile moralità di Julia George
La nostra analisi sui nuovi episodi di Blindspot, Chicago P.D., Criminal Minds, Law & Order: SVU, Lethal Weapon, Lucifer e Notorious
Era evidente che prima o poi la trama della serie ci avrebbe portati a questo punto: cosa accadrebbe se Jane scoprisse che Sandstorm non ha poi tutti i torti? E' quello che debbono essersi domandati il fratello Roman e sua madre adottiva nel momento in cui si sono resi conto che l'unico modo per convincere la donna della validità della loro missione, era quello di fare in modo che Jane tornasse a condividere i loro stessi valori. Con questo in mente, le raccontano la triste storia di Shepherd (Michelle Hurd) e della sua famiglia, decimata a causa delle sostanze chimiche illegalmente riversate nel lago di Aurora, dove tutti loro erano cresciuti. Non solo Shepherd ha perso tutta la sua famiglia, decimata dai tumori causati da questo abuso, ma - da adolescente - lei stessa ha subito l'asportazione delle ovaie, impedendole di avere una futura famiglia, ragione per cui avere avuto l'opportunità di adottare i suoi due figlie è stato per lei un dono inaspettato. Ecco quindi da dove nasce l'intento di Sandstorm di radere al suolo l'ordine costituito del paese. Per quanto comprensibile possa essere il dolore di Shepherd, è difficile immaginare che Jane possa davvero pensare che milioni di persone debbano pagare per l'errore di pochi, ma questo - almeno fino ad ora - è quanto gli autori sembrano volerci far credere, soprattutto considerando la reazione commossa di Jane alle rivelazioni sulla sua famiglia adottiva. Al di là del racconto sicuramente sconvolgente la realtà, che Weller & C. (soprattutto Nas Kamal), sembrano dimenticare, è che Jane si trova in una posizione umanamente impossibile da sostenere, sia Sandstorm che l'FBI la vogliono dalla propria parte, ma non sembrano davvero tenere a quello che pensa e ciò che sente, lo scopo ultimo sembra solo quello di usarla come una pedina a loro vantaggio, pur dimostrando apertamente di non fidarsi di lei: fino a quando Jane potrà quindi resistere a questa pressione? Un altro problema deriva da come il personaggio di Shepard è scritto e interpretato da Michelle Hurd, l'attrice è così fredda nel dare vita a quello che deve ovviamente risultare come uno spietato leader, che è difficile convincere il pubblico che possa avere ragione. Per quanto triste sia la sua storia, la realtà è che la donna, per ragioni personali sta cercando vendetta, come è possibile mettersi nei suoi panni se continua ad essere così glaciale anche quando rivela segreti così dolorosi su se stessa e sulla sua famiglia? Sarebbe stato probabilmente più interessante se gli autori fossero riusciti a giocare meglio con questo conflitto, dando anche al pubblico la sensazione di non sapere chi abbia torto e chi abbia ragione.
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Chicago P.D.
L'episodio di questa settimana di Chicago P.D. apre un autentico vaso di Pandora su uno dei personaggi più inossidabili ed iconici della serie: il sergente Trudy Platt. La donna viene attaccata per strada e finisce in ospedale in pessime condizioni e suo padre, Robert Platt, viene trovato barbaramente giustiziato. L'episodio è scritto con incredibile perizia, poiché segue le indagini senza mai lasciare intuire allo spettatore chi possa essere il vero colpevole: i sospetti passano dalle molte persone che hanno firmato un reclamo contro il burbero sergente, a una giovane che ha adescato l'anziano Robert Platt per derubarlo facendogli credere di essere innamorata di lui, fino a scivolare in un inaspettato dramma familiare che coinvolge il defunto Robert e il vero colpevole del crimine, un ex socio dell'uomo nei suoi trascorsi loschi affari, Wade McGregor. Particolarmente interessante è il modo in cui Trudy, nonostante le sue condizioni, riesca a comprendere chi sia il vero responsabile della sua aggressione e della morte del padre, limitandosi a mettere insieme le sporadiche informazioni che riceve dalla sua squadra sul letto dell'ospedale. Quando Trudy finirà quindi per lasciare il Chicago Med all'insaputa di tutti, sarà immediatamente evidente che le sue intenzioni non siano delle migliori, la donna infatti riesce ad attirare in un tranello McGregor e a metterlo fuori combattimento decisa ad ucciderlo. Fortunatamente a intervenire e capire le sue intenzioni, sarà Voight: lo scambio tra i due è davvero intenso, soprattutto quando Trudy gli grida che "proprio lui" dovrebbe capire il suo stato d'animo e lasciarle compiere la sua vendetta. Considerato che l'uomo è reduce dall'omicidio dell'assassino del figlio non è difficile comprendere a cosa si riferisca il sergente, ma proprio per questa ragione Voight riuscirà a convincere Trudy a non vendicarsi, perché - le dirà - "tu sei diversa da me." La domanda che sorge spontanea è se qualcuno finirà mai per porre fine al regno di Voight, nonostante il fine giustifichi a volte i mezzi, parliamo pur sempre di un poliziotto che agisce usando due pesi e due misure ben distinte quando si tratta affrontare certi criminali o farsi giustizia da solo.
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Non accade spesso che un procedurale puro come Criminal Minds devii dal suo normale corso e proponga un episodio fuori dai soliti schemi come accade con Sick Day, ma la novità non può essere che accolta con estremo piacere. L'inquietante caso della settimana, che parla di un uomo che rapisce una coppia di bambini, per volta per poi torturarli e darli alle fiamme quando sono ancora vivi, viene infatti raccontato dal punto di vista di una devastata JJ Jareau che, tornata a casa dal marito William La Montagne Jr, non riesce a togliersi dagli occhi e dalla mente quanto accaduto. In questa serie non accade nemmeno molto spesso che si lasci spazio alla vita personale personale dei protagonisti, è quindi piacevole - ogni tanto - trovare conforto nei rapporti umani che essi possono avere al di fuori di un lavoro così logorante e JJ e William, in particolare, sono una coppia molto tenera. Il modo in cui lui si prende cura dei loro figli, quello con cui lei lo prende in giro per il suo accento nel pronunciare la parola "burro", questa sensazione di normalità è piacevole e rara in questo show. Ma d'altronde l'orrore del caso che la squadra del BAU stava affrontando richiedeva in un certo senso un bilanciamento, più la storia si faceva terribile, più il pubblico avrebbe sentito la necessità di trovare un po' di ristoro nel sereno rapporto di coppia tra i due, soprattutto quando, alla fine dell'episodio, viene rivelato che JJ non è riuscita a salvare una delle piccole vittime del serial killer che muore praticamente arsa viva di fronte ai suoi occhi mentre Luke, il nuovo arrivato nella squadra, la porta via a forza per evitare che anche lei rischi la vita. Non è facile immaginare come queste persone, giorno dopo giorno, riescano a convivere con le cose orribili che il loro lavoro li costringe a vedere, ma il fatto che - ogni tanto - ci venga ricordato che sono esseri umani fragili, chiamati a compiere un impossibile lavoro, non può essere che una cosa buona. Se l'episodio in sé è quindi un ottimo esempio di quanto bene lo show possa fare anche se decide di deragliare dal suo solito percorso, dall'altra parte c'è la triste consapevolezza che questa è stata l'ultima puntata in cui i fan hanno potuto vedere Thomas Gibson, nel ruolo di Aaron Hotchner. L'attore, che in una delle ultime scene dell'episodio vediamo allontanarsi di spalle dopo aver detto a JJ di prendersi due settimane di riposo in seguito a quanto accaduto sul campo, è stato infatti licenziato dalla serie dopo un alterco con un autore proprio al tempo in cui dirigeva questo episodio. A prescindere dalle motivazioni legate a questa scelta da parte della produzione, nel merito delle quali non entreremo in questa occasione, è sicuramente triste che non sia stata dato ai fan l'opportunità di dare un più appropriato addio ad un personaggio che, volenti o nolenti, ha contribuito per 12 anni a costruire il successo di questa serie, qualunque sarà la ragione che gli autori inventeranno per giustificare la sua uscita di scena, quel che è certo è che sarà dura salutare Hotch senza poterlo vedere sullo schermo.
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Il caso di questa settimana racconta la storia di una donna, madre di famiglia, Laura Collette, la quale decide di andare a letto con il responsabile delle ammissioni della Hudson University per favorire l'ingresso all'università del proprio figlio, per poi scoprire in realtà che l'uomo con cui ha consumato questo rapporto non era chi pensava, ma una persona che fingeva di essere qualcun altro, dopo aver capito che questo gli avrebbe permesso di portare a letto diverse donne disposte a tutto per i propri figli. Il caso, ovviamente, si dimostra particolarmente delicato, perché la vittima si fa convincere da Olivia di accusare l'uomo di violenza sessuale, pur non essendo stata forzata ad avere con lui un rapporto sessuale, ma a causa del fatto che lui abbia mentito sulla propria identità: per la serie che la signora ha acconsentito ad andare a letto con il responsabile delle ammissioni e non con qualcun altro, ragione per cui è violenza sessuale. La questione si rivela persino più delicata quando il giudice stesso mostra di non essere affatto convinto delle argomentazioni portate dalla difesa, protendendo per un'assoluzione dalle accuse di violenza sessuale e soprattutto quando, per vincere il caso, Barba dovrebbe riuscire a creare un precedente. Come spesso capita con la serie, che dimostra di saper raccontare con una certa perizia che la verità non è mai bianca o nera, il caso finisce a sfavore della vittima e finisce con un tragico risvolto quando, il figlio della donna, a causa dell'umiliazione subita per il comportamento della madre, finisce per suicidarsi. L'episodio si conclude proprio con Olivia che si precipita a casa della vittima per scoprire il tragico evento, lasciando forse lo spettatore con una sensazione eccessiva di "non conclusione," come se alla puntata mancasse qualche minuto per dare al pubblico il tempo di metabolizzare quanto accaduto.
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Lethal Weapon
La città di Los Angeles e, più in particolare, il Distretto di Polizia, dovrà pagare un notevole conto alla comunità se ogni caso di Riggs e Murtaugh continuerà ad essere tanto esplosivo quanto i primi tre che questa strana coppia ha affrontato dall'inizio della serie, ma quel che è certo è che lo show continua a bilanciare con leggerezza e sapienza momenti drammatici ad altri più divertenti e di azione. Non è facile, per esempio, scrivere del quotidiano dolore di Riggs senza diventare noiosi o dare l'impressione che il personaggio si pianga addosso, ma - fino ad ora - gli autori stanno compiendo un ottimo lavoro in questo senso, come lo stano facendo - dal punto di vista umano - con il rapporto tra Murtaugh e Trish. La coppia sembra davvero inossidabile ed è un piacere vederli interagire, ma nonostante appaiano perfetti, parte del tema della puntata era proprio dedicata a dimostrare quanto in realtà non lo siano: quando Murtaugh incontra dopo anni Ned, l'agente che si è occupato del suo addestramento quando era solo una recluta, e lui gli rivela di aver perso la moglie poco tempo dopo essere andato in pensione a causa di un tumore, Roger si rende conto di dover imparare a bilanciare meglio il suo lavoro con il tempo che dedica al matrimonio, proprio per evitare gli stessi rimpianti di Ned. E allo stesso modo, la vicinanza che sente al suo vecchio partner a causa della sua perdita, gli fa comprendere meglio il dolore stesso di Riggs: la scena tra i due in cucina, quando Murtaugh parla a Riggs della situazione di Ned per poi scusarsi con il suo partner e la reazione di Martin che gli dice che dovrebbero sempre in grado di poter parlare di questo argomento, è qualcosa che avvicina questi uomini in un modo in cui forse non ha mai fatto prima. Per un uomo come Riggs, essere in grado di condividere il proprio dolore con qualcuno, è qualcosa che non va preso alla leggera, come è importante il fatto che stia cominciando ad aprirsi un po' anche con la bella dottoressa Cahill o che abbia provato a farlo con suo suocero, pur fallendo nel tentativo. Ogni passo fatto verso la guarigione, è evidente che allontana il personaggio dal suo desiderio di autodistruggersi, il che non può essere visto che come un elemento positivo.
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Lucifer
Lucifer e Chloe indagano su un caso particolare questa settimana che coinvolge, niente di meno che, la bellissima Charlotte (Tricia Helfer), la madre dei fratelli più diabolici della Fox. Charlotte, fuggita dall'Inferno, si è infatti reincarnata nel corpo di una donna appena uccisa, una bellissima giovane bionda - ma guarda tu i casi della vita! - con una strana propensione per il nudo. Charlotte gioca talmente bene la parte della madre afflitta, che desidera con tutto il cuore riconquistare la fiducia del figlio tradito perché lei non lo ha difeso quando il padre lo ha cacciato dal Paradiso, che riesce a convincere persino lo scettico Lucifer (un po' meno Maze) delle sue buone intenzioni. Tra vestiti particolarmente sexy e battute sagaci, Charlotte - per il momento e nonostante il patto del figlio con Dio - non viene rispedita da dove è fuggita, ma le sue intenzioni sono evidentemente tutt'altro che buone. Sul fronte Amenadiel le cose non vanno decisamente meglio, non solo il demone sta perdendo i suoi poteri, ma anche le sue ali stanno avendo una pessima giornata e sembrano sul punto di cadere per sempre: cosa sta accadendo ad Amenadiel e perché sembra che, diversamente da Lucifer, stia subendo gli effetti negativi della permanenza sulla terra? E poi perché, anche se sarebbe stato decisamente diseducativo o forse proprio per quello, non ci hanno fatto vedere Lucifer regalare alla piccola Trixie (o progenie, come gli piace chiamarla) la bambola American Girl che gli aveva comprato invece di consegnarla a Chloe?
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Notorious
Il personaggio di Julia George continua a navigare la serie tra decisioni professionali coraggiose e atteggiamenti umani discutibili, in particolare - in questo episodio - è messo sotto accusa il suo rapporto con Louise, la quale, per la prima volta in otto anni in cui lavorano assieme, le chiede di non occuparsi di una storia, venendo comunque ignorata. La consapevolezza che, nonostante la lunga collaborazione professionale, Julia non si sia mai presa la briga di capire veramente Louise, al di là di giudicarla una donna dedita all'alcool, alla droga e al sesso, la dice lunga su che genere di persona essa sia davvero. Non è la prima volta che in "Notorious" spunta fuori la frase "lo show deve essere sempre al primo posto" e, anche in questa occasione, viene dimostrato al pubblico quanto vera sia questa affermazione: la necessità di offrire ai propri spettatori lo scoop migliore porta di fatto a disumanizzare il personaggio della produttrice, che finisce per faticare a distinguere la realtà delle persone che la circondano e dei sentimenti che esse possano provare, da quanto viene mandato in onda. Non importa poi che il caso della settimana sia dedicato ad una storia molto simile (dubitiamo sia una coincidenza) a quella di Bill Cosby, accusato - dopo anni di una lunga e brillante carriera nel mondo dello spettacolo - di aver violentato un esercito di donne a cui somministrava un cocktail di farmaci per poter approfittare di loro mentre erano svenute e che il Bill Cosby della situazione, un cantante/filantropo adorato dalle masse di nome Trinity, finisca per pagare per i suoi crimini, a differenza di quanto è avvenuto nella realtà con Cosby. Perché per ogni caso che si risolve per così dire, a favore della vittima, grazie all'intervento di Julia, resta sempre e comunque il dubbio legato alle motivazioni per le quali la donna faccia ciò che fa: senso di giustizia o interesse personale? Sul fronte "omicidio di Sarah Keaton", invece, nell'episodio scopriamo che Oscar, ancora in carcere dopo l'arresto della scorsa settimana, intratteneva una relazione online con quella che pensava essere un'attrice, ma che in realtà si rivela essere il suo migliore amico e socio in affari Levi, il quale, in una classica mossa stile "Catfish" (dove sono Nev e Max quando si ha bisogno di loro??), fingeva di essere questa donna per poter parlare con Oscar. Le motivazioni? Ancora sconosciute. Ma quel che è certo è che Levi non è la persona che sembrava essere, soprattutto quando scopriamo che è stato sempre lui a mandare le foto che documentavano i maltrattamenti di Sarah e le relazioni extraconiugali sia di Oscar, che della vittima con Jake Gregorian.
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