Crepes al vino: I Simpson delle origini

Bart "deportato" in Francia e un Albanese a casa Simpson nella stagione delle origini di I Simpson spiegano bene quale fosse il segreto del successo

Critico e giornalista cinematografico


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Crepes al vino, I Simpson delle origini

Questo articolo è parte della rubrica Tutto quello che so dalla vita l’ho imparato da I Simpson in cui ogni settimana rivediamo, raccontiamo e celebriamo i 50 episodi della serie che riteniamo più significativi.

Qui trovi la lista completa.

Crepes al vino I Simpson delle origini - Prima stagione, episodio 11

HOMER: "Sai Marge è così che ho sempre sognato che fosse, siamo diventati un'unità familiare del tutto funzionante. Abbiamo sempre incolpato noi stessi, ma credo che è piuttosto chiaro qual era il pistone che rendeva di meno"
MARGE: "HOMER!"
LISA: "L'evanescenza dell'impegno verso i tuoi figli mi dà i brividi lungo la spina dorsale"
MARGE: "LISA!"
HOMER: "Aaaah è solo gelosa. Le passerà. E se non dovesse passarle possiamo sempre scambiarla!"

bart simpson dipinti

Il salto forse più grande della loro vita sullo schermo I Simpson lo hanno fatto tra la prima e la seconda stagione. Un salto tecnico, perché l’animazione è migliorata moltissimo (in seguito pure sarebbe migliorata ma solo di un po’ ogni anno), e un salto di scrittura. La prima stagione, nonostante un successo pazzesco immediato, è quella meno divertente, meno serrata, in cui i tempi sono gestiti peggio e il ritmo è allungato. Anche le stagioni più recenti, nei loro momenti più fiacchi, contengono una maestria di scrittura maggiore. L’esplosione della bomba di I Simpson quindi, non fu inizialmente dovuta alla scrittura ma principalmente alla concezione. Era l’idea di creare una serie di cartoni con quel tono lì, su quell’argomento lì, con quei riferimenti culturali lì, ad aver conquistato.

homer simpson caduta

"Crepes al vino" è una delle puntate migliori, se non la migliore, di quella prima immatura stagione. Inizia con una gag lunghissima che spiega bene però la novità che portava questa serie e perché piacesse da subito così tanto. Bart torna a casa da scuola e mette in disordine il corridoio tra le stanze da letto. Homer trova tutti i suoi oggetti per terra, si arrabbia, scivola sullo skateboard, rotola giù dalle scale e a quel punto, finalmente, c’è la prima gag. Rispetto alla compressione cui lo show ci ha abituati dalla seconda stagione in poi è tardissimo. Certo poi la gag in questione, il fatto che lui rimanga bloccato e prima gli animali, poi Maggie vengano da lui ma non lo aiutino, anzi gli si poggino a dormire accanto, unita alla litania sempre più lenta della bambola di Krusty con le batterie sempre più scariche vale l’attesa. È l’unione del mondo dei cartoni classico (la caduta rocambolesca) con quello delle commedie per adulti (far ridere con la sola idea che il passare del tempo sia scandito dalle batterie che si esauriscono come capiamo dalla voce della bambola che rallenta). Esattamente il tipo di sintesi che spiazzava e conquistava.

homer bloccato simpson

In questa parte in cui vengono messe in fila una serie di azioni terribili di Bart, malefatte, scherzi durissimi e nessun rimorso, per dimostrare come sia intollerabile, tocca poi al preside Skinner, per la prima volta mostrato con sua madre Agnes. È qui che viene impostato il tratto chiave della sua personalità, il fatto che sia il capo dei bambini ma a sua volta un bambino anche più bambino degli altri, con una madre che lo tratta come tale, con cui vive e che lo aspetta a casa finita la giornata a scuola: “Questo è quel Bart Simpson di cui mi parli sempre?”.
Agnes finirà vittima di un botto potentissimo inserito da Bart nella rete che collega i bagni della scuola. Esplosa, la bomba causerà l’eruzione dell’acqua da tutte le tazze, compresa quella su cui è seduta lei. Là dove un cartone tradizionale avrebbe mostrato in modo clownesco la vecchia prendersi l’acqua qui vediamo solo i piedi di lei schizzare verso l’altro come accadrebbe in un film con John Belushi.

simpson toilet

Ritenendo che abbia superato ogni limite, Skinner propone di “deportare” Bart in Francia con un programma di scambio studenti riservato ai più meritevoli (“Ma nel caso di Bart sono pronto a fare un’enorme eccezione”). È palese che lo voglia allontanare e che lo stia proponendo ai genitori contando sul fatto che anche loro se ne vogliano sbarazzare. E infatti Homer gli risponde: “Mi pare fantastico!” chiedendo anche di farlo stare più a lungo, mentre Marge è l’unica perplessa. Alla fine quando sarà deciso Homer e Skinner si daranno il 5 vistosamente.
Questa, infine, è la terza caratteristica che la serie portava con sé e nessuno aveva visto in un cartone animato: un livello molto alto di cinismo. Talmente alto che inizialmente era continuamente mitigato. Le puntate delle prime 4 stagioni tendevano a finire in modi positivi, confermando l’amore familiare a fronte della cattiveria espressa, solo nelle annate successive, a seguito di cambiamenti indotti dall’alternarsi di showrunner e sceneggiatori, anche le chiusure sarebbero state spietate non lasciando salvezza.

hi five simpson

Bart va in Francia e la famiglia Simpson prende uno studente albanese in cambio. Da una parte la Francia si rivela un incubo, invece di una affascinante residenza in un castello Bart è ospite di due contadini in una catapecchia che progettano di farlo lavorare al posto del loro mulo Maurice “Adesso che arriva il ragazzo non dovrai più spaccarti la schiena Maurice!”; dall’altra lo studente albanese è una spia mandata con l’obiettivo di sottrarre informazioni.
I Simpson erano nati e sono stati una sitcom familiare per almeno 4 anni, dei quali il primo era, ovviamente, quello in cui l’impostazione era più evidente. I temi erano sempre questioni della famiglia, le trame giravano intorno ad intrecci familiari e anche in questa puntata, che spazia tra Albania, Francia e Springfield, lo stesso è uno scambio familiare e le sensazioni di un bambino lontano dai genitori il vero cuore di tutto.

bart sputa simpson

Era proprio questa l’idea che Groening aveva proposto al produttore James L. Brooks quando era stato convocato per uno spazio in televisione. Un’idea concepita in fretta nella sua sala d’attesa per evitare di dargli il vero progetto che aveva attirato Brooks, il lavoro della vita di Groening: Life In Hell. Nonostante I Simpson siano stati la fortuna di Matt Groening e il suo progetto più importante, con tutta probabilità non sono quello a cui tiene di più. Life In Hell, striscia a fumetti con protagonisti due conigli antropomorfi, nasce come fumetto underground nel 1977 quando Groening si trasferisce a vivere a Los Angeles e racconta più o meno quell’inferno lì, con grande concentrazione sulla vita di coppia e, di volta in volta, sulle questioni, i temi e i problemi che affrontava il suo autore al procedere della sua vita. Era una striscia a fumetti irriverente, punk, cinica e fortemente antiautoritaria, autopubblicata e fruita solo nel circuito underground. Questi tratti, con toni meno sovversivi, sarebbero poi passati in I Simpson. Dalla sfiducia nelle istituzioni, al cinismo verso i solidi valori americani, fino al ritratto impietoso dell’uomo medio.

Life in Hell

È stato a metà anni ‘80 quando Brooks ha incontrato questa striscia a fumetti molto divertente (che intanto era stata presa dal magazine Wet) che Groening fu convocato per uno spazio. Non volendo concedere i diritti del lavoro di una vita, Groening immagina allora qualcosa di più vicino alla tv, una sitcom ma animata e disegnata da lui, solo con una famiglia disfunzionale e non, come sempre si vedeva, una tutta perfetta. Una sitcom che facesse satira di costume senza far sconti. Fu presa subito per un anno in forma di corti da inserire nel Tracey Ullman Show e solo poi scorporata per diventare autonoma.
Intanto Groening, produttore, consulente e occasionalmente ideatore di storie per singole puntate su I Simpson, ha continuato a lavorare sempre in totale autonomia a Life In Hell, pubblicato su giornali di crescente importanza all’aumentare del successo di I Simpson e del loro autore, fino al 2012, anno in cui l’autore si è arreso ai numerosi impegni. E questo nonostante negli anni avesse ridotto l’impegno settimanale, diminuendo la lunghezza della striscia e spesso limitandosi a scrivere dialoghi di una coppia sempre nella medesima posizione.

bart acini simpson

Nonostante ufficialmente in passato fosse di rigore odiarvi voglio che sappiate che non provo tale odio nel mio cuore”, così il bambino albanese arrivato dai Simpson Adil Hoxha (chiamato in questa maniera perché l’unico nome albanese che gli sceneggiatori conoscevano era Enver Hoxha ex leader dell’Albania) si presenta alla scuola di Springfield, dopo che Skinner l’ha introdotto come qualcuno i cui modi potrebbero sembrare strani se non proprio offensivi. Era il 1991, il muro era caduto da due anni ma l’Albania si era allontanata dal blocco sovietico già dal 1956, dopo il XX congresso comunista, rimanendo una dittatura socialista. L’opposizione ideologica aveva sopravvissuto al muro anche se tutto sarebbe finito anche in quel paese poco dopo la messa in onda della puntata. In originale ci fu un lavoro particolare per le due lingue della puntata, sia il francese sia l’albanese sono parlati da veri francesi e veri albanesi. L’adattamento italiano fu impietoso. Mentre l’accento francese è tradotto in maniera coerente, quello albanese è tradotto con l’accento pugliese, in una strana forma di eco degli eventi di soli pochi mesi antecedenti alla messa in onda della puntata, ovvero l’arrivo della nave Vlora al porto di Bari nel 1991, un momento a partire dal quale per l’Italia l’Albania ha significato immigrazione tramite la Puglia.

adil foto simpson

Adil subito ingaggia discussioni politiche con Lisa, in cui Lisa difende la libertà americana e Adil ne attacca le disparità di reddito, è il figlio che la famiglia vuole, sparecchia anche dicendo a Marge: “Non si preoccupi, ci penso io, è stata oppressa a sufficienza per oggi”. A scrivere c’è il trio George Meyer, Sam Simon, John Swartzwelder con in più la collaborazione di Jon Vitti. A dirigere il grandissimo Wes Archer.
Parallelamente Bart è sfamato a rape e dorme per terra, mentre durante il giorno separa gli acini d’uva di tutta la piantagione uno ad uno. Bart è vessato Adil invece fa visita alla centrale nucleare dove si fa scarrozzare da un ignaro Homer nelle zone più riservate e fotografa tutto. Ovviamente è la parte di Bart in Francia il vero cuore della puntata, il fatto che Homer bene o male l’abbia rinnegato mentre lui soffre lontano da casa senza l’aiuto di nessuno in balia di Cesar e del nipote Ugolin in omaggio al film francese del 1987 Manon delle sorgenti.

homer foto simpson adil

È un avvicinamento a quello che Bart è poi diventato nelle stagioni successive e un passo più lontano dal Bart come era stato concepito originariamente. Il modello di I Simpson erano infatti la stessa famiglia di Groening. Il padre Homer, la madre Margaret e le sorelle più piccole Lisa e Maggie. Il suo posto sarebbe stato quello di Bart ma in realtà gli aveva dato la personalità del fratello maggiore Mark. Doveva essere un ragazzo pieno di rabbia giovanile e problemi, uno che parla da solo. Fu solo la voce della doppiatrice Nancy Cartwright che lentamente costrinse la serie ad adattarsi e ammorbidirlo. A partire dai classici ragazzi turbolenti della letteratura, Bart era stato pompato per diventare l’epitome del monello, Tom Sawyer e Huckleberry Finn insieme o come diceva Groening, una versione più onesta e vera del protagonista della serie tv anni ‘60 Dennis The Menace, che a dispetto del titolo e delle premesse non era poi così una minaccia.

adil trasmissione simpson

Bart nasce nichilista nei corti inseriti nello show di Tracey Ullman, cerca il caos e per quanto non sia stato più un tipo rabbioso era comunque sempre incline a suscitare il peggio negli altri o insultare l’autorità. La sua versione seriale sarà decisamente più sfumata e meno pericolosa, per quanto molto a lungo il suo essere sempre al centro di scherzi, sempre alla ricerca di un modo di distruggere l’equilibrio, interrompere la scuola e punire l’autorità, sia stato il modo in cui in ogni episodio era presentato, la prima cosa che vedevamo di lui. Quando è un eroe non è perché si ravveda ma perché la situazione lo porti a distruggere qualcuno di cattivo al posto dell’autorità. In questa puntata quel qualcuno di cattivo è comunque una forma di autorità.

vive le bart simpson

È quindi coerente che, inviato in Francia, trovi un modo per distruggere il business dei suoi aguzzini che allungano il vino con l’antigelo. Uno scandalo reale scoppiato nel 1985 ma non in Francia, bensì in Austria e Germania Ovest. Insomma, dovunque viene messo Bart è destinato a rivoltarsi contro gli adulti o chiunque lo comandi. Ovviamente più di tutti i crimini contro di lui che Bart confesserà ad un poliziotto incontrato in città (il fatto che non fosse sfamato, che lavorasse, che non avesse dove dormire) a suscitare l’indignazione sarà il fatto che quelle stesse persone mettono l’antigelo nel vino.

bart vino simpson

Intanto a Springfield i servizi segreti hanno individuato il fatto che qualcuno trasmette informazioni riservate dal vicinato dei Simpson e, nonostante inizialmente stiano sfondando la porta di casa Flanders, scoprono che in realtà il colpevole sta da loro. Non verrà arrestato Adil, il governo deciderà di rimpatriarlo “in cambio di uno dei nostri”, un bambino americano mandato in Albania con il programma di scambio studenti, che può tornare indietro (ammanettato) e ha con Adil un breve scambio da consumata spia: “Credo di essere troppo vecchio per questo gioco”.
Homer, distrutto dal fatto che il suo amato Adil se ne va lo saluta dicendo “Addio Adil! Ti manderò quei piani sulla protezione civile che mi avevi chiesto!”.

lisa ghigliottina simpson

Il ritorno di Bart a casa è la più scontata delle ricomposizioni dell’equilibrio iniziale, non solo perché la famiglia ritorna quella originale, pronta per la puntata successiva come se niente fosse accaduto, ma perché anche Bart stesso, che per tutta la permanenza in Francia è stato un pulcino bagnato, una vittima disperata, torna ad esprimere il suo spirito punk con il regalo portato a Lisa. Una ghigliottina.

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