Creepshow, quando George Romero e Stephen King si divertivano
È arrivata su Prime l’antologia horror scritta dal Re e diretta da Romero: ecco perché vale la pena riguardarla
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Creepshow è un film del 1982, l’ottavo della carriera di Romero e il secondo classificabile in qualche modo come “commedia” dopo il francamente inqualificabile There’s Always Vanilla. È anche la seconda volta che Stephen King, al tempo fresco del successo di pubblico e critica di Cujo e sul punto di pubblicare nel giro di un paio d’anni L’uomo in fuga, il primo capitolo della Torre nera, Christine e Pet Sematary, ha a che fare direttamente con il cinema, dopo aver debuttato come attore nell’81 proprio per Romero in I cavalieri. È, in altre parole, l’occasione perfetta per due dei maestri dell’orrore a tutto tondo di incontrarsi non solo su un set ma anche creativamente, e mettere in piedi un teatrino della paura che coniugasse il gusto per l’orrore diretto e i finali a sorpresa propri dei racconti di King e lo straordinario talento dietro la macchina da presa di Romero.
Cinque pezzi facili
I cinque episodi che compongono Creepshow sono un mix di storie scritte per l’occasione (La festa del papà, Alta marea, Strisciano su di te) e di racconti di King riadattati (La morte solitaria di Jordy Verrill, La cassa), e sono... be’, tutti belli, per dirla in modo semplice, ciascuno a modo suo – La morte solitaria... è un remix del Colore venuto dallo spazio di Lovecraft, La cassa potrebbe essere stato scritto da Poe, Alta marea invece è più kinghiano del King – e ciascuno impreziosito da qualcosa, un dettaglio, un twist, un momento infinitamente screenshottabile. E sono popolati di volti più o meno noti e a volte inaspettati: Ed Harris, Adrienne Barbeau, Ted Danson, ma anche un clamoroso Leslie Nielsen in una terrificante versione psicopatica, e ovviamente Stephen King in persona, che in La morte solitaria... dimostra senza alcun dubbio di non essere tagliato per il mestiere dell’attore ma anche la sua straordinaria capacità di fare faccette in stile Alvaro Vitali mentre gli cresce l’erba sulla faccia.
P.S. una nota finale: al momento in cui scriviamo, la versione di Creepshow che si trova in streaming è disponibile solo in italiano, e contiene peraltro parecchie sequenze non doppiate e ovviamente non sottotitolate; in altre parole è un pessimo lavoro d’archivio, un upload raffazzonato che meriterebbe più rispetto di quello che gli è stato tributato. Fix your shit, Bezos!
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