Cos'è successo davvero sul set di Ultimo Tango a Parigi e cosa si è detto online in questi giorni
Le due cose sono diverse e nonostante le informazioni vere siano online il mito di Ultimo Tango a Parigi come luogo di stupri sembra più forte della verità
Se avete prestato attenzione ai social media e ai principali siti di news in questi ultimi 4 giorni avrete notato come il racconto della famosa scena di sesso con burro (quella che costò al film la condanna da parte della Chiesa, la censura di stato e il rogo della pellicola) ancora sembri un nodo irrisolto. Ancora oggi a 40 anni di distanza, quando al cinema e in tv vediamo atti sessuali ben più chiari! I più ottimisti si possono sentire liberi di pensare che sia un’ulteriore dimostrazione del fatto che che come filmi qualcosa sia più importante e possa disturbare molto di più di cosa filmi. Gli altri possono deprimersi.
Ad ogni modo la storia che è circolata in questi giorni danzava intorno al concetto di stupro reale, senza affermarlo chiaramente ma indignandosi molto.
I FATTI
Maria Schneider, la protagonista, aveva 19 anni all’epoca, Marlon Brando invece 48, nella scena lui la prende con violenza da dietro e usa del burro per aiutarsi nell’operazione. Nella finzione del film esiste un misto di consenso e rifiuto ad ogni atto sessuale e ogni unione tra i due personaggi, uno che in quella scena tocca l’apice della brutalità. Nella finzione.
Nella realtà esisteva una sceneggiatura in cui era tutto scritto, una che era stata letta e approvata da Maria Schneider, una molto chiara, a cui come accade spesso nel cinema è stato aggiunto un dettaglio sul set, l’uso del burro.
41 anni dopo l’uscita del film, nel 2013, in un’intervista alla Cinemateque Francais a Bertolucci fu chiesto di commentare un’altra intervista, rilasciata da Maria Schneider nel 2007, in cui lei diceva di essersi sentita umiliata da quella scena e che non era così nello script, lei non voleva girarla in quel modo ma loro la convinsero. Bertolucci apprendeva in quel momento questo risentimento, si scusò e disse, con il senno di poi, di non andare fiero di quanto accaduto.
LA RIELABORAZIONE MEDIATICA
Mentre da noi in Italia quando la questione fu ritirata fuori, 3 anni fa, fu anche liquidata in fretta per quello che era, in America 4 giorni fa ha creato un’onda di indignazione difficile da spiegare se non con un problema di comprensione e uno ancora più grande di controllo dell’informazione. Se Evans ha sbagliato a twittare lasciando intendere che ci sia stato un vero stupro, anche Jessica Chastain e Evan Rachel Wood non hanno fatto di meglio e a cascata, tutte le altre testate (con in testa Variety e Hollywood Reporter) hanno giocato sull’equivoco pur conoscendo bene la verità.
“Mi dissero come si sarebbe svolta la scena solo prima di filmare ed ero arrabbiatissima. Avrei dovuto chiamare il mio agente o avere il mio avvocato sul set perché non puoi obbligare qualcuno a fare qualcosa che non è nella sceneggiatura. Ma non lo sapevo. Marlon mi disse: ‘Maria non ti preoccupare, è solo un film’ ma durante la scena, anche se Marlon non faceva nulla per davvero io piansi vere lacrime. Mi sentii umiliata e ad essere onesta anche un po’ stuprata da Marlon e Bertolucci. Dopo la scena Marlon non mi consolò né si scusò. Per fortuna facemmo un ciak solo”. In molti credettero che le scene di sesso tra Brando e la Schneider fossero reali ma lei insiste: “Per niente! Non c’era attrazione tra noi. Per me, lui era più una figura paterna”
Nulla di piacevole né di cui andare fieri, tanto che Bertolucci stesso, nella successiva intervista del 2013 disse:
“Credo odi me e Marlon perché non le dicemmo il dettaglio del burro da usare come lubrificante, e mi sento colpevole per questo”
[...]
“Non le dissi in anticipo cosa sarebbe avvenuto perché volevo la sua reazione come una ragazza e non come attrice”
[...]
“Non volevo che recitasse l’umiliazione o la rabbia, volevo che le sentisse”
È facile immaginare che una ragazza di 19 anni, davanti a due mostri sacri come Bertolucci e Brando abbia avuto molte difficoltà a far valere la propria opinione, come anche che si sia facilmente fatta convincere a usare il burro in una scena che invece si sarebbe dovuta svolgere uguale a come l’abbiamo vista ma senza. Sappiamo bene che le discussioni e le manipolazioni di registi sugli attori sono materia quotidiana sul set, tuttavia se poi chi la subisce, come in questo caso, ne esce affranta e umiliata è un altro paio di maniche. E del resto Bertolucci stesso non ne va fiero (per quanto poi sostenga di vergognarsi ancora di più del fatto che lo rifarebbe, con quella tipica arroganza intellettuale da regista). Si può discutere molto ed è legittimo farlo, su quanto ci si possa spingere a forzare gli attori per tirare fuori delle emozioni, specie se questi non vogliono (Vittorio De Sica che fa piangere per davvero il bambino di Ladri di Biciclette, accusandolo pretestuosamente di essere un accattone, per poi filmare un pianto convincente non è che sia meglio), specie tenendo a mente che tutto questo oggi sarebbe impensabile ma che allora era prassi.
https://www.youtube.com/watch?v=I2WAS31za7I
Eppure, discussioni legittime a parte, nessuno sembra aver controllato i fatti, tutti hanno preferito portare avanti un’indignazione per uno stupro che non è mai avvenuto contro ogni ragionevolezza. Come se davvero si potesse violentare qualcuno sul set e farla franca in questa maniera dichiarandolo in due interviste, come se non sapessero come funzionano le cose sui set. È questo che meraviglia: non tanto un pubblico affamato di scandali che amplifica qualcosa senza documentarsi davvero, attratto dal gusto e dal sapore della notizia clamorosa, ma un gruppo di attori che pensa davvero che cose simili possano accadere.
Bernardo Bertolucci, con infinita pazienza, è stato infine costretto a smentire il tutto (ancora una volta) nella giornata di ieri con un comunicato stampa, in cui ha raccontato (di nuovo) le cose come si sono svolte:
“Vorrei, per l’ultima volta, chiarire un ridicolo equivoco che continua a riportare Ultimo Tango a Parigi sui giornali di tutto il mondo. Qualche anno fa, alla Cinematèque Française, qualcuno mi ha chiesto dettagli sulla famosa “scena del burro”. Io ho precisato, ma forse non sono stato chiaro, di avere deciso insieme a Marlon Brando, di non informare Maria che avremmo usato del burro. Volevamo la sua reazione spontanea a quell’uso improprio. L’equivoco nasce qui. Qualcuno ha pensato, e pensa, che Maria non fosse stata informata della violenza su di lei. Falso! Maria sapeva tutto perché aveva letto la sceneggiatura, dove era tutto descritto. L’unica novità era l’idea del burro. È quello che, come ho saputo molti anni dopo, offese Maria, non la violenza che subisce nella scena e che era prevista nella sceneggiatura del film. È consolante e desolante che qualcuno sia ancora così naïf da credere che al cinema accada per davvero quello che si vede sullo schermo. Quelli che non sanno che al cinema il sesso viene (quasi) sempre simulato, probabilmente, ogni volta che John Wayne spara a un suo nemico, credono che quello muoia per davvero”.
Eppure la sensazione che questa verità non arriverà a tutti quelli che hanno creduto e rilanciato la falsità, e che quindi la storia di Brando e Bertolucci stupratori di ragazzine vivrà più a lungo dei fatti, è molto forte.