Cosa pensa Stephen King delle serie tratte dai suoi libri
Stephen King dice il suo parere sulle serie tratte dai suoi libri e ritorna a parlare dell'adattamento di Shining, preferendo quello tv
Nonostante Stephen King sia uno degli autori più adattati nel cinema e nella televisione, molti registi e sceneggiatori hanno faticato a trasporre il suo intricato universo letterario. Ci sono picchi molto alti e altrettanti molto bassi. Per questo motivo è sempre di grande interesse cercare di capire quale sia l’opinione dello scrittore rispetto alle trasposizioni audiovisive dei suoi libri.
Shining e IT
Il più problematico è, prevedibilmente, l’adattamento televisivo di The Shining, che Stephen King afferma di preferire al film. Una critica è quella all’arco narrativo di Jack Torrance che, nonostante la performance memorabile di Jack Nicholson, è per lo scrittore una “linea piatta”. Giudica molto meglio invece ciò che è stato scritto per la televisione e l’interpretazione dell’attore Steven Weber. Il Torrance televisivo esprime meglio l’amore per la sua famiglia e come l’hotel gradualmente offuschi proprio questo legame di affetto e il senso morale dell’uomo. King ha anche elogiato la performance di Rebecca De Mornay nei panni di Wendy, molto più simile a come scritta nel libro.
“Ho molto amato la serie, e penso che Tim Curry sia stato un grande Pennywise. Ha spaventato a morte molti bambini in quegli anni.” Ha dichiarato nell’intervista.
Tra gli adattamenti che meno ha apprezzato vi è The Tommyknockers - Le creature del buio, del 1993. Stephen King ha detto di non essere particolarmente interessato a quella storia, sappiamo che non ama particolarmente nemmeno il romanzo da lui scritto, arrivando a definirlo come “un pessimo libro”. Jimmy Smits è un buon attore secondo King, ma ha dovuto pronunciare battute non all’altezza in una serie che avrebbe dovuto essere più lunga per essere efficace.
Mentre per quanto riguarda la miniserie I Langolieri (in cui l’autore recita una parte) l’unica cosa positiva rilevata è il fatto che sia stata filmata a Bangor portando soldi nella città.
Positivo invece il parere per la versione del 1994 di The Stand (L'ombra dello scorpione). King si occupò direttamente dell’adattamento insieme a Mick Garris, una sinergia che ha portato esiti positivi in termini di compattezza del racconto. Per quanto riguarda il remake che sta per arrivare lo scrittore non si esprime, avendo visto solo qualche montaggio non finito, ma apprezza la diversità etnica della serie rispetto al libro.
Le più moderne
Rose Red ha invece per Stephen King "alcuni problemi di recitazione, o forse di scrittura...", ma è complessivamente soddisfatto del risultato, al netto dei problemi che hanno afflitto la produzione (tra cui la morte dell’attore David Dukes)
Sulle serie tv più recenti si è espresso in questi termini: i primi episodi di Under The Dome erano ben riusciti, ma alla lunga la serie è deragliata fino alla mediocrità più totale.
Castle Rock è invece stata chiusa troppo presto, proprio mentre aveva iniziato a ingranare con ritmo ed emozioni. Data la positiva strada intrapresa, gli sarebbe piaciuto vedere altre stagioni.
Stephen King è soddisfatto anche del risultato finale di Mr Mercedes ma si augura che più persone possano conoscere la serie, dato che in pochi l’hanno vista quando è stata distribuita su Audience Network di AT&T.
La serie preferita da Stephen King
Sorprendentemente la miniserie più amata da King, tra quelle tratte dalle sue opere, non è un adattamento ma una sceneggiatura originale da lui scritta appositamente per NBC.
La tempesta del secolo è assolutamente la mia preferita tra tutte queste” ha detto nell’intervista. “Ho amato Colm Feore nei panni di Linoge e la storia in sé. L’hanno filmata nel Maine, nella città di Southwest Harbor, durante l’inverno mentre nevicava. Per questo la serie restituisce bene l’impressione di una straordinaria bufera di neve con le persone intrappolate. Hanno fatto un lavoro straordinario".
Cosa ne pensate del parere di Stephen King su queste opere televisive? Fatecelo sapere nei commenti
Fonte: NYtimes