Cosa capiamo dei Marvel Studios dagli annunci del Comic-Con e perché hanno già annunciato la fase 6? 

I Marvel Studios hanno fatto faville al Comic-Con, ma la presentazione nasconde l'esigenza di rassicurare i fan sul percorso intrapreso.

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Che la fase quattro fosse la nuova fase uno lo stiamo ripetendo da tempo, almeno da quando abbiamo visto gli esiti delle prime serie TV. Sono Marvel Studios che stanno riprendendo confidenza con nuovi mezzi, quelli seriali, e un nuovo progetto, quello che ora possiamo chiamare la Multiverse Saga. 

L’edizione appena trascorsa del San Diego Comic-Con ha visto il ritorno in sala H dello studio. Data la presenza ravvicinata con il D23, l’evento per i fan targato Disney, non era ben chiaro cosa aspettarsi. Le strade erano due: tornare a parlare con il proprio pubblico in maniera celebrativa o mettere al centro i film per far partire le campagne promozionali dei titoli in uscita. I Marvel Studios hanno scelto entrambe le vie, per fare una terza cosa: fare chiarezza.

I Marvel Studios tra rumor, annunci senza data e una pandemia

Difficile quantificare l’impatto che il Covid ha avuto nell’operatività dello studio e sulla qualità dei prodotti finiti della Fase 4. Nonostante raramente si sia affrontato il tema nelle interviste e si sia sempre cercato di minimizzarne l’effetto agli occhi del pubblico, si è percepita un po’ di difficoltà a tenere tutto insieme. 

I precedenti annunci al Comic-Con del 2019 avevano dettato la linea della fase 4 senza però definirne una fine. C’erano in sospeso i film di Blade e dei Fantastici Quattro e la promessa di entrare maggiormente nel multiverso.

La sensazione è che per questo ultimo proposito sia stato proprio lo stop del 2020 a ricalibrare le cose e rallentare l’ingresso nelle varie ramificazioni dell’universo narrativo. Lo si è visto in Doctor Strange, con molta follia e meno multiverso di quanto era pianificato all’inizio. Allo stesso modo Spider-Man: No Way Home ha dovuto eliminare il personaggio di America Chavez per restare al passo con lo spostamento del film sullo Stregone Supremo. 

Il percorso fino ad ora è stato caratterizzato da film di cui si sapeva l’uscita, altri di cui si sapeva solo il titolo, e altri mai presentati ai fan (come ad esempio il quarto Captain America o Thunderbolts). Si conosceva il percorso ma non è mai stato ben chiaro il ritmo che avrebbe avuto e quale sarebbe stato il momento finale. 

Da qui si è creata una spaccatura netta nel pubblico. Chi vedeva un disegno, soprattutto rifacendosi ai molti indizi lasciati che strizzavano l’occhio ai lettori dei fumetti proprio verso il maxi evento Secret Wars. L’altra parte invece soffriva la minore connessione tra le pellicole, l’assenza di un crossover e di un villain ben definito che osservasse tutto dall’alto.

Una saga per esperti

La saga dell’infinito era user friendly. Quella del multiverso sembra esserlo molto meno. Perché il pubblico è cambiato, è diventato più esperto. Chi legge i fumetti oggi ha una voce molto maggiore e più rispettata rispetto al 2008. I nerd speculano sui social, generano articoli, leak attendibili e meno attendibili, c’è un’attenzione spasmodica al singolo dettaglio per prevedere gli sviluppi narrativi. I Marvel Studios diventano più difficili da seguire perché il pubblico è diventato più bravo a farlo.

Nel frattempo si espandono, producendo più ore di materiale audiovisivo che nelle prime due fasi messe insieme. Tra cinema e tv stanno creando un universo più autonomo. Stanno insegnando che la continuità è uno strumento, non la ragione stessa di esistenza di queste storie.

Questo ha portato ad una saturazione incredibile del prodotto. Il post Endgame è stato un punto di ingresso perfetto per la nuova generazione di spettatori. Nuovi personaggi più giovani, eroi simili ai classici, ma più compatibili e in linea con il mondo contemporaneo. Ms Marvel, Kate Bishop, Yelena Belova e ancora Riri Williams (la conosceremo in Wakanda Forever) e molti altri meno in vista come Elijah Bradley o i gemelli Billy e Tommy.

Un’altra fetta di spettatori che segue l’MCU dall’inizio rischia di perdere il passo, di stancarsi, smettendo di seguire tutte le linee di trama delle nuove storie. Questo perché non tutto sembra fondamentale allo stesso modo. Thor: Love and Thunder, ad esempio, è esplicitamente una “classica avventura alla Thor”, dove gli eventi sono chiusi nell’arco del film e non vanno a influenzare altri personaggi. 

Come quando in macchina i bambini chiedono “quanto manca?”, alla Marvel serviva una risposta da dare urgentemente al proprio pubblico. E l’ha fatto proprio al San Diego Comic-Con.

La notizia non è stata la fase 5, ma annunciare già la fine della 6

Quindi è stato importante fare ordine rispetto alla tabella di marcia, ma soprattutto dire dove si sta andando. Così è arrivato l’annuncio a sorpresa di Avengers: The Kang Dynasty e Avengers: Secret Wars. I due capitoli conclusivi della fase 6 e della saga dell’Infinito. Abbiamo pure le date: 2 maggio 2025, 7 novembre 2025. Sembrano lontanissime nel tempo ma, considerando quanto occorre per progettare film del genere, sono fin troppo vicine. C’è ancora tantissimo da raccontare in pochi anni, calcolando che dopo la fase 5 il calendario è ancora tutto da riempire.

Kevin Feige ha però costruito la mossa di marketing perfetta annunciando i due Avengers. Perché ha dato risposta a chi sentiva l’esigenza di un megaevento collettivo. Ha creato anche un mistero per i fan: chi farà parte della formazione degli Avengers? Con questa domanda, e con l’arrivo di potenziali eventi che sconvolgeranno il Marvel Cinematic Universe per sempre ogni film e serie tv acquista un nuovo valore.

Tutto ritorna a sembrare fondamentale, ogni personaggio introdotto potrebbe diventare importantissimo nello sviluppo delle trame. Da una Marvel in crescita orizzontale, che espande il proprio universo, si ritorna a una che cammina spedita lungo “la sacra linea” della continuità, magari per spezzarla per sempre.

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