Comics VS Movies: Wolf Children

Giunge anche in Italia il manga tratto da Wolf Children, il bellissimo film di Mamoru Hosoda... Ma è all'altezza dell'originale?

Carlo Alberto Montori nasce a Bologna all'età di 0 anni. Da allora si nutre di storie: lettore, spettatore, ascoltatore, attore, regista, scrittore.


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Nell'estate 2012 esce nei cinema giapponesi Wolf Children, film d'animazione scritto e diretto da Mamoru Hosoda (La Ragazza che Salta nel Tempo, Summer Wars) che riscuote un enorme successo in Giappone, risultato prevedibile se si considera l'apprezzamento del regista che si è guadagnato il titolo di "erede di Miyazaki". Come avviene spesso in Giappone, parallelamente al film è stato pubblicato un manga che ripercorre fedelmente le vicende della pellicola; il fumetto è stato scritto dallo stesso Hosoda, disegnato da Yuu, ed è composto da 3 volumi recentemente arrivati anche nel nostro Paese grazie a Planet Manga.

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La storia

La diciannovenne Hana si innamora di un misterioso compagno di università, che si rivelerà essere un licantropo; dalla loro unione nascono due bambini, Yuki e Ame. I figli hanno ereditato dal padre la natura in parte umana e in parte lupesca, rendendo difficile alla madre crescerli completamente da sola, stando alla larga dagli ospedali e senza poter far socializzare troppo i bambini con altre persone, per evitare che qualcuno scopra il loro segreto.
L'inusuale famigliola si trasferisce sui monti, dove Yuki e Ame possono crescere liberamente, cercando di capire se vogliono lasciar prevalere il proprio lato umano o il proprio lato animale.
Nonostante i bambini licantropi, la trama ha ben poco della struttura della storia fantasy, raccontando con delicatezza la quotidianità dei protagonisti; il fattore di straordinarietà si rivela essere una perfetta metafora per raccontare la fatica di una madre che non si sente all'altezza del suo incarico, l'educazione di due figli senza influenzare la loro crescita ma lasciando che ognuno segua la propria strada, ma anche la sensazione di diversità provata dai bambini (poi ragazzi) di fronte ai suoi coetanei. Si tratta di un'idea narrativa efficace, che attraverso un elemento fantastico riesce a riflettere in modo più diretto e interessante su una questione esistenziale e una fase della vita che la maggior parte degli adulti deve affrontare.
Tra la versione animata e la versione cartacea ci sono ben poche differenze dal punto di vista della storia, visto che il manga ricostruisce fedelmente la vicenda della pellicola, riproponendo le sequenze e i dialoghi originali, non aggiungendo nulla e affrontando alcuni passaggi in modo più rapido. Verrebbe quindi da chiedersi le motivazioni dietro un'operazione simile, visto che il manga si limita a "tradurre" sulla carta stampata quanto abbiamo già visto nel film; ci capita spesso di vedere l'operazione contraria, con film live-action o d'animazione che adattano un fumetto in maniera così fedele da utilizzarlo quasi come uno storyboard, ma in Giappone succede anche il processo inverso con grandi successi che arrivano in un secondo momento. Sul mercato italiano ne sono arrivati alcuni, come gli adattamenti manga di Star Wars o di alcuni film Disney/Pixar, ma possiamo considerare un esempio di questa consuetudine anche il manga di Neon Genesis Evangelion, che nonostante l'anime sia già concluso da anni ha da poco finito di raccontare la medesima storia sotto forma di fumetto, pur prendendosi qualche libertà per differenziare alcuni punti della vicenda.
È qualcosa a cui siamo meno abituati rispetto ai lettori nipponici, ma si tratta semplicemente della stessa trama raccontata attraverso due media differenti.
Facciamocene una ragione.

Vincitore: Pareggio

comics vs movies pareggio

c869c322ce951d5062833186f6fc68ac647d5978ff37020abd908348I disegni

Non è un'impresa facile riuscire a eguagliare il lato estetico del film Wolf Children, soprattutto a causa del character design di Yoshiyuki Sadamoto (Il Mistero della Pietra Azzurra, Neon Genesis Evangelion), ma la mangaka Yuu riesce a realizzarne un valido corrispettivo cartaceo.  Il manga ha il vantaggio di non essere composto da migliaia di fotogrammi in movimento, ognuno dei quali rimane visibile solo per una frazione di secondo, perciò ogni disegno può essere realizzato con più cura e arricchito da un maggior numero di particolari. Nonostante questo, i personaggi hanno dei modelli spesso incostanti che alternano vignette con un'ottima resa ad altre in cui il tratto appare meno preciso. Inoltre la caratterizzazione grafica è fin troppo omogenea, con personaggi che si somigliano troppo tra loro, arrivando addirittura a creare dubbi in sequenze con Hana e Yuki, in cui è difficile distinguere la madre dalla figlia. Il problema principale è proprio nella protagonista, che a differenza del film non mostra alcun segno del tempo che trascorre, con un aspetto invariato attraverso il periodo di oltre 10 anni in cui si svolge la vicenda.
Anche i paesaggi, per quanto accurati nel fumetto, non possono competere con quelli del film, visivamente molto più potenti grazie ai colori che arricchiscono le verdi foreste o le bianche distese innevate.

Vincitore: Film

Movie


24La regia

Il talento e la tecnica affinata da Hosoda nei suoi lavori precedenti è evidente in Wolf Children: l'utilizzo dei singoli tasselli che vanno a comporre il suo mosaico animato denota un'abilità che solo i registi più abili possono vantare. Il ritmo narrativo è puntellato da silenzi, musiche, sguardi, inquadrature che si ripetono e molti altri stratagemmi che sottolineano gli eventi e le sensazioni dei protagonisti.
Lo stesso purtroppo non avviene nel fumetto, dove le stesse sequenze sono rappresentate in modo più banale, seguendo una forma che sa di già visto in fin troppi manga; le scene più ispirate sono in realtà riprese pedissequamente dal film, mentre in alcune vignette la disegnatrice opta per un'inquadratura differente, ma in questi casi la scelta risulta meno efficace di quella di Hosoda.
Non riuscendo a sostenere il trasporto emotivo della pellicola, i passaggi più coinvolgenti sono risolti in modo più sbrigativo, e per chi ha già visto il film è un peccato assistere al rapido salvataggio dopo la caduta di Ame nel fiume, facendo un inevitabile confronto da cui il fumetto esce sconfitto.
Se, come da tradizione giapponese, si vogliono fare questi adattamenti è necessaria una chiave di lettura originale; magari non sarà migliore del capolavoro animato di partenza, come in questo caso, ma almeno sarebbe interessante vedere come un autore affronta la stessa opera da un altro punto di vista, o con uno stile personale differente da quello del film.
In questo caso abbiamo di fronte una copia carbone dell'originale, con diversi elementi non all'altezza, per cui è legittimo chiedersi: perché mai dovrei scegliere il manga invece del film animato? E anche chi ha già visto il film, per quale motivo dovrebbe leggere il fumetto, invece che riguardarsi il lavoro di Hosoda? Il costo dei 3 volumetti è simile a quello del film in home video, il tempo richiesto per leggerlo/vederlo è simile...
Ma forse, se qualcuno ha adorato alla follia Wolf Children, potrebbe avere il desiderio da collezionista di possedere anche il manga.

Noi consigliamo di non perdersi il film animato.

Vincitore: Film

Movie

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VINCITORE FINALE:
FILM

Movie

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