Comics vs. Movies - Le avventure di Tintin: Il Segreto dell'Unicorno

Spielberg riporta al cinema il giovane reporter di Hergé con Le avventure di Tintin: Il segreto dell'unicorno

Carlo Alberto Montori nasce a Bologna all'età di 0 anni. Da allora si nutre di storie: lettore, spettatore, ascoltatore, attore, regista, scrittore.


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Il segreto dell'unicornoSteven Spielberg scopre Tintin nel 1981, quando una recensione paragona il suo I Predatori dell'Arca Perduta al fumetto di Hergé. Da allora si appassiona alla serie a fumetti, mentre parallelamente l'autore belga diventa un grande estimatore dei film del regista americano.

Non soddisfatto dagli adattamenti animati e live action giunti sul grande schermo fino a quel momento, Hergé ritiene Spielberg l'unico che possa rendere giustizia alla sua creatura. Durante le riprese di Indiana Jones e il Tempio Maledetto, i due avrebbero dovuto incontrarsi, ma Hergé muore proprio quella settimana; nonostante questo, la vedova di Hergé decide di rispettare la volontà del marito e cede al regista i diritti per portare il fumetto sul grande schermo.

Spielberg accarezza l'idea di realizzare un film di Tintin, considerandolo come "un Indiana Jones per ragazzi", ma trascorreranno più di vent'anni prima che il progetto prenda forma. Inizialmente, Spielberg intende girarlo in live action; in seguita opta per l'animazione in computer grafica e poi di nuovo per un film con attori in carne e ossa; si rivolge alla Weta Digital per creare un Milou in digitale ed è allora che Peter Jackson (reduce dalla trilogia de Il Signore degli Anelli e King Kong) gli suggerisce di utilizzare interamente la motion capture. Dopo qualche iniziale perplessità, Spielberg si convince delle grandi potenzialità che questa tecnica gli garantisce, portando sullo schermo scene impossibili da filmare nel mondo reale.

Per il regista si tratta del primo - e ad oggi unico - film d'animazione. La sceneggiatura viene affidata a un tris di penne d'eccezione quali Steven Moffat (Doctor Who, Sherlock), Edgar Wright (Baby Driver, Scott Pilgrim vs. the World) e Joe Cornish (Attack the Block, Ant-Man).

Sarà riuscito Spielberg nell'impresa di rendere giustizia al popolare reporter dei fumetti? Scopriamolo insieme attraverso la nostra rubrica Comics vs. Movies!

I personaggi

Siamo al cospetto di un adattamento cinematografico che porta sul grande schermo i personaggi del fumetto in maniera fedele, senza alcuna velleità di modificarli o migliorarli. Gli sceneggiatori e il regista sono ben consapevoli dell'efficacia delle creature di Hergé e si impegnano a non snaturare figure che sono riuscite a conquistare milioni di lettori in tutto il mondo.

L'impresa è riuscita: Tintin è il coraggioso protagonista che ben conosciamo (avrebbe forse giovato qualche sorriso in più, dato che risulta meno solare della controparte cartacea), il Capitano Haddock è la divertente spalla comica facilmente sedotta dall'alcool e dall'ira, mentre i Dupondt sono una buffa coppia di poliziotti in preda a infantili equivoci e grossolane gag slapstick.

Ottengono maggior spazio quelle che nel fumetto originale erano due figure secondarie: il borsaiolo che ruba il portafoglio di Tintin (una sorta di villain della sottotrama dei Dupont) e Ivan Sakharine, quasi una comparsa, qui elevato al ruolo di nemesi; una scelta saggia, così com'è attenta l'intera gestione del cast.

Non manca qualche strizzatina d'occhio agli appassionati, come il cammeo di Bianca Castafiore, ma fortunatamente non ritroviamo l'eccesso di personaggi che spesso inficia la fruizione di alcuni albi di Tintin.

Vincitore: Pareggio

vs pareggio

La trama

La trama principale scelta per questo blockbuster è tratta da Il segreto del Liocorno e Il tesoro di Rackham il rosso, ai quali viene aggiunto il primo incontro tra Tintin e il Capitano Haddock, avvenuto sulle pagine de Il granchio d'oro.

Fortunatamente è un adattamento relativamente fedele, perché la sceneggiatura si diverte a tagliare, aggiungere, espandere e mescolare sequenze per confezionare una storia che possa dare la resa migliore attraverso un lungometraggio di circa 100 minuti.

In questo modo, il racconto è più dinamico e si dipana su due filoni che finiscono per intrecciarsi: da una parte abbiamo Tintin e Haddock che attraversano oceani, deserti, cieli e porti arabi, mentre i Dupondt proseguono le loro indagini tra le vie di Bruxelles.

È una narrazione sicuramente figlia del suo tempo, che può avvantaggiarsi dei sessant'anni trascorsi dalla pubblicazione della storia originale per fornirne una versione più moderna e ricca, anche grazie ai potenti mezzi cinematografici di oggi.

Vincitore: Film

vs movie

La regia

Pur essendo l'esordio di Steven Spielberg nel settore dell'animazione, il regista sfrutta al meglio questa tecnica per realizzare riprese che in un film live action sarebbe stato arduo riprodurre, o in alcuni casi addirittura impossibile; su tutte spicca il piano sequenza di due minuti in mezzo nel quale Tintin e il Capitano Haddock inseguono un falco per impossessarsi di tutte e tre le parti della mappa; una rocambolesca corsa attraverso una città marocchina con edifici che cadono a pezzi.

È poi evidente il piacere provato nel produrre scene che nel mondo reale non sarebbero realizzabili a causa dell'ingombro delle cineprese - come la baruffa tra Milou e il gatto tra i mobili dello studio di Tintin - o per l'innesto di transizioni astratte, come il guscio di noce di Tintin e Haddock in mezzo all'oceano che viene calpestato dal piede di un Dupondt su un marciapiede di Bruxelles.

Nel duello finale tra le gru, inoltre, Spielberg cita la storia Paperino e la scavatrice, di Carl Barks; non è la prima volta che il regista omaggia l'Uomo dei Paperi, visto che la celebre scena del masso rotolante nel prologo de I Predatori dell'Arca Perduta è stata ispirata da Zio Paperone e le sette città di Cibola.

Quella di Spielberg è una regia che si diverte ad adattare ciò che è nato nel medium fumetto senza però esplicitarlo troppo (con stratagemmi simili a quelli adottati da Ang Lee per Hulk o da Edgar Wright per Scott Pilgrim contro il mondo): pensiamo al personaggio caduto al suolo con attorno alla testa degli uccellini svolazzanti - che scopriamo però essere diegetici - o il cammeo di Hergé all'inizio del film, pronto a realizzare un ritratto di Tintin con la sua tipica linée claire; una dichiarazione d'amore all'opera originale in grado di sintetizzare e perfino valorizzare i suoi elementi migliori.

Vincitore: Film

vs movie

La realizzazione tecnica

La motion capture rappresenta di certo un grosso traguardo della computer grafica e della tecnica cinematografica, come testimoniano personaggi come Gollum ne Il Signore degli Anelli o Davy Jones in Pirati dei Caraibi. Realizzare un intero lungometraggio d'animazione in questo modo appare però ancora problematico; film come A Christmas Carol o Beowulf, pur raggiungendo un livello tecnico ammirevole, risultano ancora abbastanza artificiosi per l'occhio umano, nonostante la ricerca del realismo operata a monte.

Il Segreto dell'Unicorno si posiziona a metà strada: di certo non ricerca un fotorealismo assoluto, come si può notare dalla caratterizzazione anatomica del Capitano Haddock o dei Dupondt, ma non è nemmeno qualcosa di lontano dalla realtà, un po' come i personaggi di Alice nel Paese delle Meraviglie di Tim Burton o i Na'vi creati da James Cameron per Avatar.

Le proporzioni falsate o i nasoni risultano simpatici e riescono a non tradire l'estetica originale, ma purtroppo l'espressività facciale e in particolare gli occhi tradiscono la tecnica di realizzazione, non ancora in grado di raggiungere una resa qualitativa del tutto soddisfacente.

Tintin: Il segreto dell'Unicorno è senza dubbio il miglior film animato in motion capture uscito finora, ma continuiamo a preferire la semplicità della linea chiara nei fumetti.

Vincitore: Fumetto

vs comic

La colonna sonora

Le musiche sono state composte da John Williams dopo tre anni di pausa dal suo lavoro. Si tratta dell'unica colonna sonora che abbia mai firmato per un film d'animazione, sulla quale ha potuto applicare un processo utilizzato nei primi film Disney, registrando i brani e lasciando poi che gli animatori seguissero l'andamento della musica.

La tracklist è molto varia e spazia dal Jazz europeo degli anni '20 (utilizzato durante i titoli di testa) a un tappeto sonoro da film noir, dalle sontuose orchestrazioni classiche alla musica piratesca; di certo un grande valore aggiunto che definisce l'atmosfera della pellicola.

Forse non ci saranno temi memorabili come la marcia imperiale di Star Wars o la melodia magica di Harry Potter, ma la colonna sonora di Tintin: Il Segreto dell'Unicorno valorizza le avventure del reporter e dei suoi compagni in giro per il mondo.

Vincitore: Film

vs movie

Tiriamo le somme

Il segreto dell'unicorno è un'ottima trasposizione sul grande schermo di Le avventure di Tintin, in grado di soddisfare gli appassionati ma anche conquistare gli spettatori che non hanno mai letto i fumetti di Hergé, magari trasformandoli in futuri lettori.

Il progetto nasce come una trilogia, ma a sei anni dal debutto non è ancora entrato in produzione il secondo capitolo. Gli incassi non eccelsi del primo film non farebbero presagire nulla di buono, ma, circa un anno fa, Spielberg ha dichiarato che Peter Jackson è al lavoro su un film di cui ancora non si sa nulla, dopo il quale si metterà all'opera su Tintin; per cui possiamo ben sperare per le future avventure cinematografiche del giovane reporter.

Se tutto andrà per il verso giusto, il personaggio di Hergé tornerà sul grande schermo a un decennio dall'uscita de Il segreto dell'unicorno, e si spera che per allora la motion capture abbia fatto passi da gigante.

VINCITORE FINALE: FILM

vs movie


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