Il grande legame di amicizia tra
Ade Capone e
Leo Ortolani si era già concretizzato nel 1997 con
Il bacio della morte, una storia di
Rat-Man in cui l'autore faceva incontrare il suo buffo supereroe con
Erinni, sensuale assassina creata dallo stimato collega. I due fumettisti però decidono di collaborare in modo ancor più stretto, realizzando l'anno successivo una miniserie di fantascienza a quattro mani: il soggetto viene scritto da entrambi, Capone si occuperà poi della sceneggiatura delle prime due puntate, mentre Ortolani di quella delle ultime due.
Morgan: La Sacra Ruota è ambientato in un futuro prossimo, in una Sidney post-apocalittica oppressa dal regime dispotico delle Guardie Nere. Qui un gruppo di ribelli cerca di opporsi al terrore seminato nelle strade, in una società priva di computer e apparecchiature elettroniche; esiste però Hackernet, una rete telematica attraverso la quale è ancora possibile collegarsi abusivamente e organizzare piani sovversivi. I giovani protagonisti si imbatteranno in Morgan, ex rockstar privo di memoria e affetto da mutismo che sembra però possedere poteri speciali legati al sogno e un addestramento in grado di decidere il destino del mondo.
La differenza tra le due metà del fumetto si percepisce, con alcuni cambiamenti in concomitanza con il cambio di sceneggiatore al timone dell'opera. La parte di Ade Capone ha un ritmo e una struttura più in stile Bonelli, con evidente influenze dai classici dell'animazione giapponese del genere, come
Akira o
Ghost in the Shell. Quando subentra Leo Ortolani, ci si avvicina di più al fumetto americano, l'ambientazione si sposta in una sorta di Mos Eisley e non è l'unico omaggio a
Star Wars in cui ci imbatteremo. Si respira inoltre un'atmosfera più leggera, nonostante si vada verso l'epico finale; la prima metà della miniserie è più seriosa, mentre con l'arrivo dell'autore di
Rat-Man compaiono anche alcuni momenti brillanti e una recitazione dei personaggi più estremizzata, anche se i disegnatori non riescono a rendere al meglio le idee e i tempi comici pensati dallo sceneggiatore. È comunque interessante per i fan di Ortolani analizzare questo fumetto, l'unico in cui l'autore si sia cimentato solo ai testi, lasciando ad altri la realizzazione grafica delle sue idee, esperimento forse non del tutto riuscito. Non possiamo poi credere casuale l'inserimento delle creaturine selvagge
Rat-mut o del gioco chiamato
Rat-mark, chiare strizzate d'occhio ai fan e auto-citazioni riferite al supereroe in calzamaglia gialla.
Il fumetto è stato pubblicato per la prima volta da Star Comics in quattro albi di formato bonellidi, più un capitolo zero spillato, tra il settembre 1998 e il maggio 1999. Dopo una decina di anni, GP Publishing ha ristampato la miniserie raccogliendola in due volumi brossurati di formato più grande, nei quali però trovano spazio appena le tavole del fumetto, lasciandosi sfuggire l'opportunità di proporre ai lettori qualche pin-up, studi dei personaggi già pubblicati precedentemente o magari degli articoli di approfondimento in collaborazione con gli autori. Il difetto principale di entrambe le edizioni è il lettering, realizzato in modo grossolano e artificioso, che esteticamente non si integra con i disegni, fatto ancor più evidente nella versione di grandi dimensioni.
Il finale aperto di
Morgan: La Sacra Ruota lascia intuire la volontà degli autori di esplorare ulteriormente quel ricco universo che avevano costruito. In effetti ci furono discussioni per un eventuale proseguimento, interrotte però dall'uscita del film
Matrix; la pellicola dei fratelli Wachowski infatti si basa sul concetto di Matrice, proprio come questo fumetto e ha molte altre similitudini; per cui, pur essendo un prodotto antecedente, gli autori temevano che il pubblico avrebbe potuto considerarlo una copia del film di grande successo. Ortolani però decise di non buttare via uno degli elementi più riusciti di quest'opera, ovvero il sadico
Joba: il personaggio viene infatti riciclato all'interno della saga di
Rat-Man, presentandolo qualche anno dopo nell'
Esalogia delle Origini come sottoposto di
Boda e rivale di
Janus Valker. La caratterizzazione grafica e l'atteggiamento del villain rimangono le medesime, ma il background e il vissuto delle due versioni sono totalmente differenti. Quindi neanche il nerd più accanito provi a mettere in continuity le vicende dei diversi Joba.