Comics Reloaded: Capelli lunghi di Mario Monicelli, Massimo Bonfatti e Franco Giubilei

Massimo Bonfatti ha firmato una trasposizione a fumetti di "Capelli lunghi", un soggetto scritto dal regista Mario Monicelli

Carlo Alberto Montori nasce a Bologna all'età di 0 anni. Da allora si nutre di storie: lettore, spettatore, ascoltatore, attore, regista, scrittore.


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Fidatevi che io so quello che faccio e voi non capite un cacchio.

Capelli lunghiQuesta affermazione può suonare presuntuosa, e difficilmente ci aspetteremmo di leggerla tra le righe della prima stesura di un soggetto cinematografico, a maggior ragione se i destinatari sono i produttori che possono finanziare il progetto. Ma siamo in un'altra epoca, alla fine degli anni '60, e l'uomo che ha osato scrivere questa frase è Mario Monicelli, già forte di capolavori quali I soliti ignoti e L'armata Brancaleone.

Ecco che improvvisamente il significato di un messaggio così schietto appare differente: si tratta di sicurezza nei propri mezzi, consapevolezza della propria arte e la certezza che una storia possa funzionare per il grande pubblico. In effetti Capelli lunghi ha una trama molto godibile, narrata in modo avvincente e in grado di fornire un ritratto onesto del periodo storico in cui è stata scritta.

Ma proprio l'argomento della vicenda è il motivo per cui quest'opera incompiuta non ha mai raggiunto il grande schermo. I protagonisti sono Michele ed Esterina, due ragazzi che fuggono in motocicletta dal lavoro e dalla famiglia, alla ricerca di una libertà che la società sembra non voler più concedergli. Lui ha deciso di farsi crescere i capelli, ma il padrone, in fabbrica, pur non potendolo licenziare per un motivo simile, l'ha gentilmente invitato a prendersi qualche giorno di pausa per riflettere sulla possibilità di tagliare quella chioma così anticonformista. Lei ha solo 13 anni e mezzo, non sopporta il bar in cui fa la cameriera e rimane affascinata da quel poeta su due ruote.

Mario MonicelliEvidentemente una vicenda simile non andava a genio agli imprenditori che avrebbero dovuto mettere i soldi per realizzarlo, andando contro il sistema e alle regole della società di quei tempi; una proposta ritenuta troppo coraggiosa anche per un regista di successo come Monicelli, che è costretto a chiudere il soggetto in un cassetto, dove rimarrà per circa 40 anni.

Questo rifiuto non ha minimamente demoralizzato il regista, che ha proseguito la sua carriera con altri lavori indimenticabili come Amici miei o Il marchese del grillo.

Capelli lunghi finisce però tra le mani del fumettista Massimo Bonfatti, che decide di dare forma a quella prima stesura attraverso la Nona Arte. Non sarà cinema, ma è comunque un medium visuale, e in questo modo Michele, Esterina e tutti gli altri personaggi ottengono un volto, grazie al tratto cartoonesco ed espressivo del disegnatore, adatto anche a un racconto ambientato nel mondo reale, profondamente immerso nel contesto sociale dell'epoca.

In sole 13 tavole, Bonfatti riesce a riassumere l'intera trama che Monicelli aveva sviluppato in quasi quaranta pagine operando un lavoro di sintesi impressionante e sfruttando ogni centimetro libero sul foglio bianco. I disegni e i balloon sembrano premere l'uno contro l'altro, come dei passeggeri su un bus affollato, ma il risultato è un racconto intenso che sballotta il lettore da un luogo all'altro, proprio come fanno i due protagonisti a bordo della scalcagnata motoretta.

Capelli lunghi

Il volume, pubblicato da Aliberti Editore nel 2009, è l'unico modo per conoscere questa storia d'amore fatta di scene comiche e grottesche che corre verso la catastrofe dopo aver alternato momenti di romanticismo e accesa ribellione. Il libro è suddiviso in tre parti: un'introduzione e un lungo approfondimento di Franco Giubilei, il testo scritto da Monicelli e infine il fumetto di Bonfatti.

Giubilei riesce a contestualizzare il racconto in modo esauriente fornendo un accurato ritratto del periodo storico e raccontando il processo di scrittura attraverso cui il regista ha completato la prima stesura di Capelli lunghi.

Dopo aver compreso i motivi per cui quest'opera è stata censurata e non ha raggiunto le sale, ci si rammarica che l'unica versione sia quella di Bonfatti. L'unico difetto che si può trovare nel fumetto è lo spazio ristretto nel quale si dipana l'intera vicenda, ma più che una critica è la speranza di poterlo vedere un giorno in una forma estesa, in grado di rendere giustizia ai singoli passaggi di questo film mai ultimato.

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