Comics Reloaded: 299+1, di Leo Ortolani

Leo Ortolani ha reinterpretato l'epica spartana di Frank Miller in 299+1

Carlo Alberto Montori nasce a Bologna all'età di 0 anni. Da allora si nutre di storie: lettore, spettatore, ascoltatore, attore, regista, scrittore.


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Leggere 300, di Frank Miller, è stata un'esperienza affascinante per Leo Ortolani, ma la scintilla che ha portato l'autore di Rat-Man a realizzarne la parodia è scaturita dalla visione dell'adattamento cinematografico diretto da Zack Snyder.

Il livello di testosterone è stato tale da ricordargli i film "da macho" degli anni '80 che tanto ama, e inizialmente lo ha addirittura stuzzicato la possibilità di rendere i vari Sylvester Stallone, Chuck Norris, Steven Seagal & Co. parte dell'esercito di spartani; in seguito, però, ha preferito optare per centinaia di soldati anonimi al servizio del carismatico Leonida, conservando quell'idea primigenia per un progetto futuro: I sacrificabili.

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Pur non essendo di fatto Rat-Man, come in altre parodie ortolaniane (Star Rats, Il signore dei ratti, Il grande Magazzi), il protagonista condivide con il super eroe in calzamaglia gialla le orecchie di topo e la scarsa intelligenza. Skrotos è l'incompetente che affianca una figura autorevole e minacciosa, un meccanismo comico semplice quanto efficace, simile a quello adottato ne L'immutabile Destino. Si tratta, inoltre, dell'unico personaggio che trova un riscontro nel Rat-universo.

Serse avrebbe potuto essere interpretato da Cinzia, ma poi Ortolani preferì non inserire altri "cammeo" che potessero distogliere l'attenzione dei lettori. Da alcuni bozzetti pubblicati in seguito su Rat-Man Gigante, scopriamo che gli Immortali avrebbero potuto avere un aspetto più kirbyano (d'altronde il nome richiama gli Eterni), altro rimando accantonato dall'autore nella versione definitiva del fumetto.

Il successo di 299+1 è stato straordinario, tanto da renderla la storia più venduta dell'autore subito dopo Rat-Man Collection 100. La mimesi grafica dello stile di disegno milleriano è l'aspetto migliore dell'opera, a fronte di una sceneggiatura che segue fin troppo pedissequamente i dialoghi originali reinterpretandoli in chiave comica. Tra le varie gag, l'urlo di guerra "A-hu! A-hu! A-hu!" è diventato un vero e proprio tormentone tra i Rat-fan, pronti a urlarlo in massa in occasione delle fiere o dei grandi eventi.

L'impaginazione è uno degli elementi più caratterizzanti dell'opera, con Ortolani che ha ricalcato quanto fatto da Miller pianificando la tavola "doppia", pronta per essere stampata successivamente in formato orizzontale e lasciando vuota la parte centrale, così da non perdere elementi fondamentali nell'edizione in albi standard.

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