Come si fanno i tatuaggi nei film e perché hanno problemi di copyright?
Fare i tatuaggi nei film non è semplice: richiede avvocati, truccatori, addetti agli effetti speciali e attori molto pazienti
Più tatuaggi si fanno nella realtà, più è probabile che i tatuaggi vadano a caratterizzare un personaggio di un film. Per questo sono sempre più diffusi nei prodotti audiovisivi. Apparentemente semplici, comportano invece tante ore di trucco. Ancora di più se l’attore o l’attrice in questione hanno già un tatuaggio da cancellare per poi sovrascriverne altri. I tatuaggi nei film sono di competenza di due reparti separati: prima di tutto quello degli effetti speciali, poi quello del trucco. Realizzarli non è semplicissimo. La cosa più difficile è riprodurli identici ogni volta sul corpo e farlo il più velocemente possibile.
Come si applicano i tatuaggi nei film
L’applicazione più tradizionale della figura sulla pelle dell’attore avviene attraverso uno stencil e il trasferimento termico dell’inchiostro. Praticamente una versione professionale di quelli che vengono fatti dai bambini per gioco. Si crea il disegno che viene stampato su un foglio e successivamente applicato bagnando la superficie con acqua. Questa è la parte più facile. Ben più complicato è il compito di tenere traccia con precisione della posizione delle figure, per dare coerenza a ogni applicazione dato che il tatuaggio tende a logorarsi velocemente e va rimesso anche più volte al giorno.
Il lavoro di mappatura del corpo richiede continue ricalibrazioni. Ci si occupa del design dei personaggi prima della produzione. In quella fase si procede a fare le scansioni del fisico dell'attore. Può capitare però che gli interpreti si sottopongano ad allenamenti o diete particolari e che il loro corpo cambi rapidamente arrivando alla forma definitiva solo poco prima delle riprese.
Un conto poi è coprire un braccio, un altro è farlo su tutto il corpo come per Jason Momoa in Aquaman. In quel caso il modello 3D del corpo ha generato una shilouette estesa in 2D per mappare i punti dei tatuaggi. Questo modello è chiamato “la Bibbia”, ovvero il riferimento su cui stampare le decalcomanie individuali. Permette infatti di dividere il totale in delle sezioni da assemblare. Le stampe si incastrano come un puzzle. In questo modo si può mantenere una copertura quasi totale del corpo, permettendo alle figure di aderire alle curve dei muscoli e rispettare la stessa posizione. La stessa procedura è stata usata per Sebastian Stan in Pam & Tommy. La procedura richiedeva tre ore di trucco. Qualche volta si può arrivare anche a sei ore di lavoro.
I tatuaggi nei film sono anche graffi
L’idea arrivò con Peral Harbor. Al posto di truccare le molte comparse per dare l’impressione delle ferite, si intuì di poter utilizzare la stessa tecnica. Lividi, bruciature e ferite sono applicati sugli attori proprio come i tatuaggi nei film. Una procedura molto più rapida rispetto al ricreare a mano ogni volta la ferita. È più semplice che anche mantenere coerenza di posizione e di forma. La stessa cosa vale per l’acne e in generale per le imperfezioni della pelle.
Non tutti i tatuaggi sono uguali però. Ci sono più tecniche da applicare sulla base della resa attesa. A volte, come nel caso di Mad Max: Fury Road, i performer indossano una tessuto che emula la pelle finta, proprio come un vestito su misura. Lì sono già stampate tutte le figure che devono coprire il corpo del personaggio. Si risparmiano ore di trucco, sostituite dai pochi secondi che ci si mette a indossare la nuova pelle. L' effetto è generalmente meno preciso, pertanto si preferisce utilizzarlo soprattutto per le comparse più lontane nell'inquadratura.
Di cosa sono fatti i tatuaggi finti?
La truccatrice Christien Tinsley ha spiegato che per fare i tatuaggi nei film si usano particolari inchiostri in resina impermeabili all’acqua e resistenti ai solventi. Se anni fa il problema era fare in modo che restassero sulla pelle, ora il problema è quasi all'opposto. Toglierli può infatti richiedere anche tre quarti d’ora di tempo. L’usura media avviene su tre\quattro giorni, questo permette in qualche caso di mantenere lo stesso trucco anche il giorno dopo.
Un’azienda di nome Ephemeral ha brevettato un nuovo inchiostro nero biodegradabile che potrebbe essere il futuro dei tatuaggi nei film. La pelle viene segnata tramite ago, come nei normali tatuaggi permanenti, ma la sostanza scompare autonomamente dopo circa un anno. Perfezionare la tecnologia permetterebbe alle produzioni cinematografiche mantenere l'aspetto degli attori giusto il tempo che serve per le riprese.
Coprire i vecchi tatuaggi
Raramente i tatuaggi degli attori sono coerenti con quelli del personaggio. Coprirli può richiedere da qualche minuto a qualche ora, dipende dall’estensione. La truccatrice Heba Thorisdottir spiega che i tatuaggi degli attori sono da trattare anche quando non sono direttamente in camera. Spesso si vedono anche attraverso le camicie o i vestiti leggeri. Nessun tatuaggio è mai in un luogo sicuro che non verrà ripreso, dice con un tono ironico citando alcuni attori che si sono tatuati sotto le caviglie pensando che non gli avrebbe creato problemi al trucco fino a quando sono finiti in un film di Tarantino...
Per questa ragione molti talent stanno valutando la rimozione dei vecchi tatuaggi. Procedura che, secondo la truccatrice Arielle Toelke, non facilita particolarmente le cose in sede di trucco. La pelle del tatuaggio rimosso resta leggermente differente e necessita comunque di un successivo intervento coprente.
Problemi legali
Ultimo grattacapo per i tatuaggi nei film viene dai possibili problemi legali. Emblematico il caso di Una notte da leoni: Parte 2 in cui S. Victor Whitmill, il tattoo artist che ha ideato il celebre disegno sul volto di Mike Tyson ha fatto causa alla Warner Bros per aver copiato la sua opera sul volto di Ed Helms. Tutto risolto con un accordo tra parti, ma il caso ancora risuona ad Hollywood.
Quando si fa un film su un personaggio famoso che ha dei tatuaggi, se li si vuole riprodurre bisogna ricevere il nullaosta (o trovare un accordo economico) con l’artista. Un compito non sempre semplice dato che non tutte le persone hanno relazioni strette con i loro tatoo artist. Così molto spesso gli studi tendono a riprodurre i disegni con variazioni originali che possano tutelare dalle accuse di violazione dei diritti d’autore. Se il trucco è fatto con la giusta furbizia, solo gli spettatori più attenti se ne possono accorgere.
Fonti: THR, Refinery29, Vanity Fair