Come la Marvel realizza i film anni prima di girarli grazie alla previsualizzazione
I blockbuster, e soprattutto i film Marvel, fanno affidamento nella previsualizzazione in fase di preparazione. Ecco cos'è questa tecnica.
C’è una figura professionale sconosciuta ai più, ma sempre più importante nelle grandi produzioni. Il suo grado di coinvolgimento in un film è quasi pari a quello di un regista: è infatti chiamato sin dall’inizio, sa tutto della trama e lavora alle varie fasi della sceneggiatura. Può influenzare la fotografia, le posizioni delle cineprese, le lenti delle inquadrature e i movimenti di macchina. Il suo lavoro ha un forte impatto sul tono delle singole scene e quindi sull’atmosfera del film intero. Non fa tutto questo da solo, ma ha un team alle sue spalle.
Ma di che cosa si tratta nello specifico?
In estrema sintesi la previsualizzazione è uno strumento che serve a dare un corpo “visivo” a tutto ciò che è scritto in sceneggiatura, ancora prima di andare sul set. È qualcosa di più di un semplice storyboard (ovvero la rappresentazione grafica sotto forma di disegno delle singole inquadrature) perché ha in sé il movimento. È fatta con una computer grafica grezza e non precisa, ma sufficientemente accurata da permettere di capire la riuscita o meno di una scelta di regia.
Sin dalla previsualizzazione si può inoltre studiare il rapporto dei personaggi con i set, creare un ambiente virtuale che possa essere replicato dal vivo. Si risolvono così a monte eventuali problemi che riguardano lo spazio (dove collocare le luci, capire l’angolo di ripresa, scegliere i marcatori giusti per la posizione degli attori…).
Solitamente gli studi si servono della previsualizzazione per le scene più impegnative sotto il profilo produttivo. I grandi finali pieni di effetti speciali, o le scene con stunt complessi.
[caption id="attachment_466743" align="aligncenter" width="1400"] Thanos in previsualizzazione[/caption]
Ma cosa c’entra la Marvel?
A questo punto del discorso dobbiamo tirare in ballo la Marvel. I Marvel Studios, nello specifico, che più di altri hanno fatto affidamento a questo strumento.
Non si limitano a un lavoro di pre-vis su poche scene ma, ancora prima di andare sul set, compongono e visualizzano le inquadrature, con un’idea di massima del montaggio, di tutto il film. Questo approccio ha il vantaggio di non lasciare nulla al caso facendo risparmiare tempo prezioso. Le riprese sono infatti un momento estremamente dispendioso. Rallentare il ritmo, magari con qualche incertezza di regia, rischia di fare uscire dai tempi, facendo lievitare i costi delle star e delle maestranze. Sapere già che inquadratura bisogna catturare evita lunghe attese per mettere a posto i set. Facilita il lavoro degli addetti agli effetti visivi e, lo deduciamo, dà sicurezza a chi deve dirigere tentpole dal budget sconfinato che non ammettono errori.
È una scelta che presenta molte luci, ma anche qualche ombra. Alcuni registi entrati in contatto con lo studio sono stati critici verso questo modus operandi. La previsualizzazione permette infatti di delegare alla troupe di seconda, fatta di esperti del settore, le scene d’azione. Secondo la logica dei Marvel Studios, questo permette di assumere registi che non per forza sono esperti di stunt e di azione. Chi è a capo del progetto può concentrasi nel creare una storia efficace, nel delineare i personaggi e sovrintendere al tono generale del prodotto.
Una regista “autoriale” come Lucrecia Martel ha espresso la sua contrarietà lasciando le contrattazioni perla direzione di Black Widow proprio per la sua volontà di sovrintendere anche le scene d’azione.
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Un terzo regista sul set
Chris Edwards, fondatore di The Third Floor, una delle società di pre-vis più richieste e influenti nel settore, parla molto chiaro: chi fa previsualizzazione è come un regista aggiuntivo fuori dal set.
Gerardo Ramirez che si è occupato di Avengers: Endgame ha avuto un ruolo di controllo e di influenza pari quasi a quello dei fratelli Russo.
C’è un ultimo elemento da considerare; dopo le riprese i tecnici possono lavorare alla postvisualizzazione. Prima di finalizzare gli effetti in computer grafica (azione che richiede mesi di lavoro e un costo ingente) si crea una forma ibrida con le immagini catturate sul set e con una prima versione degli elementi digitali.
Serve per sapere dove andare a “disegnare” gli effetti visivi finali, ridando potere decisionale ai registi. Ma la post-vis è di aiuto anche allo studio per iniziare a sondare il terreno con i test screening. Queste proiezioni “per addetti ai lavori” o per un pubblico campione sotto accordo n.d.a sono spesso effettuate a due terzi della lavorazione, quando l’aspetto visivo non è ancora completo.
Grazie alla postvisualizzazione è facile farsi un’idea di quello che sarà il risultato finale, mostrarlo al pubblico in tempo per poter cambiare il possibile. Si può pianificare così riprese aggiuntive e procedere spediti verso la chiusura del film.
Che cosa ne pensate della previsualizzazione nei film Marvel? Fatecelo sapere nei commenti
Fonte: Insider