Come fare una puntata senza trama: il casinò di Springfield

Quando a Springfield i problemi sono troppi un casinò è la soluzione per risolverli ma come sempre tutto cadrà addosso ad una donna madre

Critico e giornalista cinematografico


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Come fare una puntata senza trama: il casinò di Springfield

Questo articolo è parte della rubrica Tutto quello che so dalla vita l’ho imparato da I Simpson in cui ogni settimana rivediamo, raccontiamo e celebriamo i 50 episodi della serie che riteniamo più significativi.

Qui trovi la lista completa.

$pringfield - I Simpson, Quinta stagione, episodio 10

KENT BROCKMAN: "Le cose non sono così rosee come erano una volta qui all'ufficio di collocamento. La disoccupazione non riguarda più solo i laureati in filosofia, ora anche le persone utili si trovano in difficoltà"
BARNEY: "Sono sei anni che non riesco a trovare uno straccio di lavoro"
KENT BROCKMAN: "Qual è la sua preparazione?"
BARNEY: "Cinque anni di danza moderna e sei di tip tap"

casino burns

Come abbiamo spesso raccontato l’ispirazione per i temi di molte puntate di I Simpson degli anni d’oro veniva dall’attualità. Questioni cocenti di quegli anni oppure notizie di alcune città o zone degli Stati Uniti che ispiravano i medesimi eventi a Springfield, ribaltoni politici, tendenze in atto e temi trattati dai talk show e notiziari. In questo caso Oakley e Weinstein si erano imbattuti in un articolo di giornale che spiegava come una città del Mississippi avesse legalizzato il gioco d’azzardo su nave, il riverboat casino. Una pratica molto frequente all’epoca negli Stati Uniti che consentiva ai singoli stati di potersi avvantaggiare dei proventi del gioco d’azzardo e aggirare il divieto di aprire casinò, aprendone uno itinerante, anche se poi di fatto itineranti non erano mai perché queste barche non mollavano mai gli ormeggi.
Essendo il Mississippi uno dei fiumi più imponenti della nazione molte di queste imbarcazioni casinò sorgono proprio ai margini del fiume. L’arrivo di Katrina ne ha distrutti tantissimi e in seguito all’uragano molti stati hanno cambiato la propria costituzione consentendo, con diversi limiti, la costruzione di casinò vicino ai corsi d’acqua ma comunque sulla terraferma. Come quello di Springfield.

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Anche il casinò di Springfield infatti sorge di fronte all’acqua, più precisamente al porto di Springfield, sulla promenade. E anche il casinò di Springfield nasce per ragioni di economia della città. Raramente fino alla quinta stagione infatti era stato ritratto per bene quanto la città di I Simpson sia un posto invivibile, tenuto male e derelitto. La scuola elementare di solito fa da sineddoche per il tutto, ma l’attacco di questa puntata mette molto in chiaro che la città versa in condizioni pietose, e lo mette in chiaro con il confronto con un passato glorioso, fatto di cinegiornali e promesse di prosperità con business ridicoli destinati a fallire, come le auto-anfibie.

degrado springfield

Con la consueta capacità di sintesi della serie dal cinegiornale che racconta la prosperità di Springfield passiamo agli spettatori che l’hanno guardato ed escono dal cinema (tutto virato in seppia) fino poi a loro nel presente. Sono Abe Simpson e il grandissimo Jasper, che guardano le strade lastricate d’oro (in cui le automobili scivolano) e poi in una transizione in asse si ritrovano a camminare in una città-discarica e lamentarsi dei barboni: “Tutti vogliono qualcosa senza nulla in cambio” dice Nonno Simpson e poi conferma la frase entrando nell’ufficio della previdenza sociale e chiedendo: “Sono vecchio datemi qualcosa”.
È Kent Brockman poco dopo a fare il punto sulla disoccupazione, sulla scomparsa della base militare che ha lasciato prostitute e negozi alcolici al collasso e altri guai. Ma solo quando vedremo, ancora dopo, il sindaco Quimby al consueto consiglio cittadino con una valigia piena di soldi e il particolare eccezionale di un biglietto aereo già in tasca che capiamo il perché.

quimby casino springfield

Questa puntata è un piccolo virtuosismo. È una delle rarissime infatti che prevede una trama per ogni membro della famiglia, separatamente. Nonché una delle poche puntate corali che non ha bisogno di essere ad episodi. L’arrivo del casinò per gentile concessione del sig. Burns è infatti occasione per Homer per diventare croupier, per Bart di aprire il suo casinò sull’albero, per Marge per scoprire la sua dipendenza dal gioco d’azzardo e infine per Lisa per sperimentare i limiti di suo padre nella rara occasione in cui ha bisogno di un aiuto per la scuola. Nella stessa durata di qualsiasi altra puntata qui vengono raccontate 4 storie (più, se vogliamo, quella di Burns che impazzisce) necessariamente abbozzate, procedendo per associazione di gag più che per vera narrazione.

risata burns

Così vediamo Homer sfiorare il licenziamento e salvarsi solo perché indossa degli occhiali lasciati in bagno da Henry Kissinger in visita alla centrale (che si vergogna di dire dove li ha persi e, pochi minuti dopo scopriamo dalla televisione che è ricoverato in ospedale per essere andato a sbattere contro una parete), vediamo la suddetta riunione del consiglio cittadino con uno sciocco entusiasmo all’idea di sistemare tutti i guai con un casinò (entusiasmo reiterato a qualsiasi cosa venga detta, inclusa un rutto di Barney e che poi sfocia in disordini e ubriacatura molesta di tutti prima ancora che sia posata la prima pietra). Una volta costruito il casinò invece sarà un continuo di micro sketch attraverso i quali portare avanti il racconto. Bart che vince alle slot machine, viene beccato perché non ha 21 anni e cacciato non prima che gli venga detto: “Che farai aprirai il tuo casinò sulla casa sull’albero?” e così avviene; Tom Cruise e Dustin Hoffman come in Rain Man al tavolo di Homer; la comparsa per la prima volta del texano ricco e tutte situazioni da casinò, inclusi i cammeo del pugile Gerry Cooney (messo al tappeto da Otto) e di Robert Goulet, un cantante e attore franco-canadese dalla piccola fama internazionale ma grande fama in patria che Bart dirotta al suo di casinò.

rain man simpson

È un volo d’uccello su tantissime idee diverse e stimoli differenti che altrove avrebbero avuto un episodio a sé e qui invece vengono solo accennate per disegnare un affresco delle piccole grandi piccolezze e assurdità di un casinò, quasi sempre ispirate a veri dettagli di veri casinò, come lo spettacolo di mezzanotte per soli adulti di Krusty, ispirato all’album del 1971 di Bill Cosby For Adults Only, registrato per l’appunto a mezzanotte in un casinò. Di tutti questi personaggi i più memorabili e destinati ad una vita dopo la puntata (a parte il texano ricco) sono Gunter e Ernst, maghi e circensi con tigre bianca ammaestrata ispirati al duo di maghi e intrattenitori Siegfried e Roy. Duo che nel 2004 è stato assalito da una delle loro tigri come avviene proprio in questa puntata a seguito di un ricordo della tigre del momento in cui è stata catturata. Si parlò subito delle capacità predittive della serie ma il commento della produzione fu lapidario: “Prima o poi doveva capitare”.

Homer costume Lisa

Solo per un momento la puntata sembra dismettere la struttura a sketch e riunire i personaggi in una risoluzione convenzionale. È quando, abbandonati a casa ormai da giorni, Homer, Bart e Lisa iniziano a rimpiangere Marge, attaccata alla slot machine così tanto da perdere di vista Maggie che rischia di essere aggredita dalla tigre bianca di Gunter e Ernst ma viene salvata da Barney che nel riportargliela le dice che ha perso “il piccolo Bart” che “stava per essere mangiato da quel pony” e poi ingurgita tre bicchieroni di monetine pensando sia birra. Senza Marge il disordine in casa Simpson diventa caos alimentare che sfocia nell’incapacità di confezionare un costume per Lisa resa, anche questa, con un montaggio di scene veloci della difficoltà di Homer, fino all’improbabile uso di una fiamma ossidrica che, nella più classica delle doppie gag, scopriamo che non era per il vestito, ma per una riparazione alla macchina perché Homer aveva rinunciato al compito. Alla fine in uno spunto di grande ribaltamento, quando una notte Lisa è spaventata dall’uomo nero e lo confessa al padre, lui si spaventa più di tutti, va a svegliare Bart e si arma di fucile. Tutto è orchestrato e raccontato come se davvero la colpa fosse di Marge per essersene andata e averli lasciati da soli, come se fosse scontato che Homer non possa cucinare, aiutare Lisa con il costume di uno degli stati degli Stati Uniti o anche solo prendersi un po’ cura dei figli. Come Homer dirà in un’altra puntata riguardo un guaio da lui causato: “Ho fatto quello che avresti fatto tu Marge. Quindi: l’hai fatta grossa!”. La colpa è sempre di Marge e la forza di questa scrittura è che sembra sempre dargli ragione.

homer boogeyman

In realtà originariamente lo spazio di tutte queste trame doveva essere occupato da un’altra, una che aveva a che fare con la catena di ristoranti Planet Hollywood. Era una proposta arrivata da un portavoce della catena che aveva anche messo sul tavolo una partecipazione come doppiatori dei tre volti della catena (Arnold Schwarzenegger, Sylvester Stallone e Bruce Willis, non i proprietari ma azionisti di minoranza con compiti di PR). Groening stesso aveva subito accettato perché nel 1993 quelli erano tre tra i nomi maggiori di Hollywood. La sottotrama era tutta scritta ma poi non se ne fece niente. Il 1993 infatti era un anno di grande crescita per la catena che un anno dopo (nel 1994) avrebbe aperto la sua location più importante e grande a Las Vegas con 500 coperti (e un’altra da 500 coperti è stata poi aperta a Disneyworld nel 1995). Solo tre anni dopo questo episodio, nel 1996, la catena sarebbe stata quotata in borsa con grandi crescite, arrivando in breve ad un prezzo per azione di 32 dollari. Altri tre anni dopo, nel 1999, il prezzo per azione sarebbe crollato ad un 1 dollaro. Nei dieci anni che sono seguiti la compagnia ha dichiarato bancarotta due volte.

milhouse mago

Come detto però c’è anche una piccola storia del sig. Burns che con il casinò conta di aumentare la sua presa mortale sulla cittadina e finisce vittima del business esattamente come Howard Hughes, il miliardario e regista di inizio ‘900 pieno di psicosi che possedette effettivamente un casinò. Rinchiuso nei suoi uffici Burns scopre con il casinò il business perfetto e il suo unico terrore diventano i germi, li vede ovunque, anche nel volto di Smithers (e gli dicono una frase da morire: “I massoni gestiscono il paese”). Alla fine Burns in un momento di nostalgia per la centrale nucleare deciderà di ritornarci e sembrerà uscire dalla psicosi, se non fosse che poi vuole obbligare Smithers a salire su un modellino di aereo come se fosse vero (puntandogli una pistola). L’aereo si chiama L’Elefante Elegante in italiano e Spruce Moose in originale, nome che anche questo richiama Howard Hughes la cui impresa più grande e fallimentare fu la costruzione di un immenso e inusabile aeroplano di legno chiamato Spruce Goose.

germi smithers

Una chiusa perfetta spiega bene cosa abbiamo visto. Bart ha fatto un casinò in casa sua, Lisa ha fallito amaramente a scuola rimediando solo il premio per “gli studenti che palesemente non sono stati aiutati dai genitori” assieme Ralph che ha solo un foglio attaccato al petto con lo scotch che dice Idaho, Homer non è riuscito a supplire all’assenza di Marge e il sig. Burns è impazzito e poi rinsavito, però il punto di tutto è che si è scoperto che Marge ha una dipendenza dal gioco d’azzardo (per la quale comunque ha vinto 60 dollari). La società è sempre più ingiusta con le donne e le madri, le carica di compiti e le giudica con maggiore asperità quando sbagliano, come fa Homer a cui non sembra vero, nel finale di poterle rinfacciare che qualsiasi cosa lui possa fare di male non importerà perché adesso ha scoperto che lei ha un problema con il gioco d’azzardo.

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