Cobra Kai, 10 film di arti marziali da vedere per festeggiare l'arrivo della stagione 6
Cobra Kai va a chiudersi con la sua sesta e ultima stagione, e noi vi consigliamo 10 film di arti marziali per tenervi in allenamento
La prima parte (di tre) della sesta stagione di Cobra Kai è su Netflix dal 18 luglio
36a camera dello shaolin
Se le vostre parti preferite di Karate Kid (a proposito, avevamo parlato dei primi tre film qui, qui e qui) erano quelle nelle quali Ralph Macchio si addestrava insieme a Pat Morita, questo capolavoro con Gordon Liu potrebbe diventare il vostro film preferito, visto che è un’unica, lunghissima e molto creativa sessione di allenamento. Prodotto dagli Shaw Brothers, ai quali andrebbe dedicata una classifica a parte.
Dalla Cina con furore
Arti marziali, Bruce Lee e politica, in particolare il colonialismo giapponese in Cina e l’orgoglio nazionale. Uno dei grandi film (in termini di budget, non di qualità) di Bruce Lee, uscito l’anno prima della sua morte, è anche l’opera che ha dato involontariamente il via al fenomeno della brucesploitation, con l’uscita di decine di sequel apocrifi, remake non dichiarati e film “vagamente ispirati a” (tra questi c’è anche roba buona, vi segnaliamo per esempio Fist of Legend con Jet Li).
Drunken Master 2
Uno di quei casi in cui il sequel riesce a superare l’originale e cementarsi nella memoria collettiva come un capolavoro inarrivabile – Roger Ebert scrisse nella sua recensione che “forse non è possibile girare una scena di combattimento migliore di questa”. Forse il miglior film di Jackie Chan.
I 3 dell’Operazione Drago
Ne avevamo parlato qui, esordendo con “I 3 dell’operazione Drago è un film talmente importante che si potrebbe parlarne anche senza mai citare il fatto che è bellissimo”. Ultimissimo film di Bruce Lee prima della sua morte, era anche quello che in teoria avrebbe dovuto regalargli finalmente la fama oltreoceano – che purtroppo arrivò solo postuma. Se siete fan di Mortal Kombat, riconoscerete in questo film la sua ispirazione principale.
Ip Man
Botte, ma imparando qualcosa: il film di Wilson Yip racconta la vita di uno storico maestro di arti marziali cinese che si specializzò nel Wing Chun, che già per sé ha alle spalle una storia che potrebbe riempire tre film. C’è Donnie Yen nel ruolo del protagonista, Sammo Hung a coreografare le mazzate, e scene del genere:
Iron Monkey
Non la band inglese ma il film (scritto da Tsui Hark) nel quale Donnie Yen collabora con un tizio mascherato per sconfiggere un monaco Shaolin traditore. Uscì nel 1993 a Hong Kong, ma solo nel 2001 negli Stati Uniti, e vittima di una lunga serie di modifiche che regalarono al pubblico americano una versione peggiorata.
Le furie umane del kung fu
Avete presente Scott Pilgrim vs. the World? Ora sostituite gli ex fidanzati di Ramona con cinque artisti marziali che sono stati addestrati da un maestro che ha dato il compito al suo ultimo allievo di andare a controllare come se la passino questi cinque, e di ucciderli se fossero diventati cattivi. Se vi ricorda Kill Bill è perché Tarantino ha pescato proprio da qui.
Ong-Bak – Nato per combattere
Ve l’avevamo segnalato in questo pezzo sugli stunt, e ribadiamo: recuperate questo che è il primo film da protagonista di Tony Jaa, e godetevi… be’, non sono solo arti marziali, c’è anche del parkour e della roba genericamente acrobatica, ma insomma, non vi va di vedere un film che contiene scene come questa?
The Raid
Anche questo era stato segnalato nel pezzo precedente, ed è da anni che ve lo spingiamo in quanto miglior film action del millennio. Questa volta ve lo consigliamo perché è un film nel quale l’arte marziale scelta è il pencak silat, indonesiana e patrimonio dell’UNESCO. Tra un calcio volante e uno schiaffone, vi sentirete anche un po’ colti.
Undisputed II: Last Man Standing
È un direct-to-video diretto da un regista che ha una carriera nei film di arti marziali (Isaac Florentine, che è peraltro anche maestro di karate) e interpretato da due atleti/attori come Michael Jai White e Scott Adkins, che fanno benissimo il loro lavoro ma che non fanno certo vendere biglietti del cinema. Insomma, in superficie potrebbe sembrare un film minore, soprattutto considerando che è il sequel di un’opera targata Walter Hill, e invece, grazie ai due protagonisti (Adkins in particolare) e a sequenze di combattimento di livello assoluto, è una piccola gemma. Il terzo capitolo, Redemption, è forse anche meglio, ma non serve saperlo: dopo aver visto il secondo vi verrà comunque voglia di vederlo.
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