Cliché dei film: le 10 scelte di regia più fastidiose di sempre
Le scelte di regia ricorrenti più irritanti. Scene viste mille volte tanto da diventare dei cliché dei film. Ne abbiamo elencate 10
Ci sono alcune scelte di regia che fanno saltare i nervi. Sono passaggi dei film che sembrano obbligati, ma non lo sono. Nascono dalla pigrizia, o dalla poca fantasia. Non sono solo dei cliché (anche se lo sono diventati), sono modi ricorrenti di riprendere alcuni eventi, di strutturare la sceneggiatura e i dialoghi, che ci siamo abituati ad accettare anche se non hanno alcun senso. Abbiamo trovato dieci esempi di scelte di regia abusate, situazioni ricorrenti che ormai sono entrate a fare parte del linguaggio cinematografico. Ve le elenchiamo qui di seguito. Preparate i nervi saldi.
- Le ferite esistono solo quando le si guarda
- Le ultime parole famose... sono quelle che uccidono
- “Non è possibile, non ti credo”
- A cena non si mangia mai
- La “prima volta” va sempre bene
- Le lezioni scolastiche durano pochissimo
- Gente che guida girando il volante a caso e guardando il passeggero
- Ai funerali piove sempre
- Tutti contro uno... uno alla volta
- 1 colpo per ferire il nemico 100 per il protagonista
Le ferite esistono solo quando le si guarda
C’è un tafferuglio o una maestosa scena d’azione. Chi deve vivere, vive. Chi deve morire, muore. È nella sequenza successiva che le cose si fanno interessanti. “Guardati, stai sanguinando!” Verrà detto a qualcuno. Puntualmente, guardando la ferita (spesso collocata ad altezza reni) questa inizierà a sanguinare. “Non è niente” verrà risposto prima di crollare a terra e iniziare una disperata corsa ai soccorsi che non porterà frutto. La morte sarà lenta, giusto il tempo di dire…
Le ultime parole famose... sono quelle che uccidono
Un soldato ferito non può morire prima di essere stato abbracciato dall’amico e, con la testa sollevata e un rivolo di sangue dalla bocca, pronuncia le sue ultime parole. Terminare così, con poche frasi lucidissime che spesso corrispondono con la morale del film, è una delle scelte di regia più fastidiose e più abusate. Un cliché dei film. Che sia un film di guerra, un cinecomic o un film drammatico, meglio non azzardarsi a pronunciare le ultime parole sagge, perché ad esse corrisponde un decesso immediato. Con gli occhi che si chiudono e la testa che si sposta a lato, esanime.
“Non è possibile, non ti credo”
La piaga degli anni ’80-’90: i genitori che non credono ai figli e non gli prestano aiuto proprio quando avrebbero più bisogno. Innumerevoli film horror hanno basato la trama sull’assunto che la cosa che stava succedendo era talmente incredibile che nessuno avrebbe mai potuto, appunto, crederci. Così il protagonista si trova da solo contro un compito impossibile. Sciocco pure lui (o lei) a illudersi che dire di aver visto dei fantasmi possa essere una richiesta di aiuto convincente quando basterebbe dire altro, di simile ma più plausibile, solo per ottenere il supporto di qualcuno. Poi magari impegnarsi trovare le prove, documentare quello che succede e tagliare corto senza passare tutto il secondo atto a convincere (o convincersi) che quello che sta accadendo è vero.
A cena non si mangia mai
Quante cliché accadono intorno a un tavolo al cinema. Un luogo perfetto per tantissime scelte di regia fastidiose. Quando due personaggi litigano lo fanno spesso poco dopo essersi seduti e non appena è arrivato il cibo. Uno si alza e se ne va, senza pagare e senza avere toccato nemmeno le posate. Ma non avrà fame poi?
Oppure: quante volte abbiamo ascoltato dialoghi che si svolgono durante un pranzo o una cena? I personaggi mentre parlano giocherellano con il contenuto del piatto, non lo mangiano quasi mai. Quando succede la maggior parte delle volte non li vediamo mai ingoiare. Il motivo? Ve l’abbiamo scritto qui.
La “prima volta” va sempre bene
A meno che la cilecca non sia un tema del film (quindi una commedia adolescenziale o un dramma sull’impotenza) quando i due amanti fanno sesso per la prima volta, pieni di desiderio, tutto va sempre liscio. Sudati come atleti fanno prestazioni straordinarie e soddisfacenti per entrambi i partner. L’affinità è già massima, non c’è imbarazzo o timidezza, il romanticismo può tutto, anche regalare la notte perfetta.
Le lezioni scolastiche durano pochissimo
“Prendete i libri, oggi parleremo del mito della caverna di Platone”, segue spiegazione sintetica dell’argomento. “Ma professore quindi…” segue domanda che lega l’argomento della lezione al tema del film. Il professore risponde. Suona la campanella. Tutti a casa.
Quando le lezioni scolastiche sono solo uno strumento per dire ad alta voce alcuni elementi di trama la campanella suona sempre al momento giusto. Un cliché dei film infallibile, quasi quanto la successiva sfilata degli studenti verso la porta. L’ultima persona ad alzarsi dai banchi sarà sempre legata al film, se non lo è già diventerà un personaggio importante quando il professore, seduto alla cattedra, chiamerà il suo nome per discutere in privato dell’ultima verifica.
Gente che guida girando il volante a caso e guardando il passeggero
La scelta di regia più dura a morire. Così incastonata nel modo di recitare che i registi non se ne accorgono neanche più e non la correggono. Quando la gente guida non lo fa come tutti, guardando la strada dritto davanti a sé. No! Durante la conversazione questi guardano dritto negli occhi il passeggero. Quando sono fatte particolarmente male i guidatori girano pure il volante a destra e sinistra anche se stanno facendo un rettilineo. Ancora più insopportabile è quando tutto questo avviene durante gli inseguimenti ad alta velocità!
Come mai gli attori ci cascano sempre e “simulano” così vistosamente di guidare? Per avere la risposta dovete leggere come vengono girate le scene con le auto e il nostro speciale sull’inseguimento perfetto!
Ai funerali piove sempre
Ai funerali piove sempre. O meglio, non sempre sempre, ma solo quando a morire è una persona cara al protagonista. Le "lacrime dal cielo" sono anche quelle del personaggio, il cielo fosco è simbolo del suo umore nero. Neri sono i vestiti, neri gli ombrelli. Qualcuno cinge il fianco. In lontananza ci sono le auto su cui tutti saliranno in ordine. Tutti tranne il nostro protagonista, che resta un attimo in più, sotto la pioggia, di fronte alla tomba credendo di essere originale. Non lo è.
Tutti contro uno... uno alla volta
Le risse sono bellissime da vedere al cinema, ma ci sono alcune scelte di regia che ammazzano l’adrenalina. La peggiore è quella di girare il “tutti contro uno” come un torneo a turni. I cattivi non si scagliano mai tutti insieme contro l’eroe, aspettano invece pazientemente che chi è venuto prima di loro esca di scena per poi provare a colpire a loro volta.
1 colpo per ferire il nemico 100 per il protagonista
Chiamiamo in causa per un attimo Star Wars. Gli Stormtrooper sono dei gran soldati, peccato che facciano una fatica incredibile a colpire il bersaglio (diventando anche oggetto di una battuta all’interno di The Mandalorian). Se vi chiedete come mai sappiate che ci sono diverse spiegazioni e ve le abbiamo elencate qui.
In generale però la scelta di regia che più abbassa l’immersione nell’azione è quella di rendere il protagonista capace di ferire il nemico con uno o due colpi, mentre viene solo sfiorato da un numero incredibile di proiettili che si infrangono sul muro accanto o in terra. Nel caso remoto in cui venga colpito non sarà mai a inizio battaglia, ma sempre tra gli ultimi colpi finali.
Quali sono i cliché dei film che vi danno più fastidio? Le scelte di regia che meno tollerate? Fatecelo sapere nei commenti!