Il cinecomic è l’ultimo genere rimasto per permettere alle star di godere di ingaggi record?

Le grandi star sembrano fare la differenza solo nei cinecomic, questo rende il genere il più redditizio per i grandi divi

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Non c’è dubbio che per gli studio che si occupano di cinecomic come la Marvel o la DC il valore economico del personaggio è infinitamente superiore di quello dell’attore che lo interpreta. Eppure, secondo un interessante approfondimento dell’Hollywood Reporter, interpretare un supereroe sta diventando l’unico modo per le grandi star di ottenere contratti da record. Il cinecomic sarebbe quindi il genere attualmente più redditizio per quanto riguarda la paga dei divi.

Robert Downey Jr. Fece scuola con i suoi 50 milioni di dollari per Avengers poi diventati 75 per Avengers: Endgame. Seguito da Scarlett Johannson che, negli anni di boom della squadra di supereroi e della sua Black Widow, riuscì a battere ogni record per quanto riguarda i guadagni delle attrici. La cosa non stupisce: se un attore o un’attrice conquistano i fan, l’affetto si tramuta in immediato valore per il box office di un film, dei prodotti di merchandise, e quindi si rispecchia nella paga. È un rapporto reciproco, dato che, a loro volta, i cinecomic sono un grande veicolo di lancio delle star globali.

Abbiamo recentemente parlato dell’importante contratto stilato tra Florence Pugh e i Marvel Studios. Segno di una sempre maggiore centralità del personaggio di Yelena Belova all’interno dell’MCU. Contestualmente l’apparizione in Black Widow ha lanciato la popolarità (c’è da dire già ben avviata) dell’attrice verso un più ampio pubblico cinematografico. 

La stessa cosa è accaduta con Michael Keaton, che ha ricevuto un compenso di 2 milioni di dollari per la sua partecipazione nel cancellato Bargirl. Per un impegno di pochi giorni sul set e per poco più di un cameo. I cinecomic pagano e ripagano. Gli altri film? Molto meno.

Settimana scorsa abbiamo indagato come i film “da grandi premi” con importanti star non siano più un traino per il box office. Anzi, alla luce del loro alto costo produttivo, proprio per gli ingaggi dei divi, li colloca in un limbo tra il blockbuster e il film d’autore poco profittevole. Un trend che non aiuterà a rilanciare le paghe delle celebrità in questi altri generi. Un circolo vizioso che ha conseguenze concrete sui prodotti finiti e sulle scelte di allogamento del budget. 

Sul lato cinecomic le cose funzionano per gradi. I sequel pagano molto di più delle origin story, un personaggio ben fissato nell’immaginario collettivo dà soddisfazioni economiche a lungo andare per chi lo interpreta. 

La stessa cosa vale per i registi. La Marvel è nota per aver affidato gran parte delle sue opere a creativi che vengono dal mondo del cinema indipendente o dalla televisione. In quel caso l’ingaggio iniziale non è molto diverso da quello che avrebbero ottenuto facendo un film per un altro studio. L’inchiesta parla di numeri a sei zeri. Ma, se il film ha successo, e il contratto viene rinnovato per un altro capitolo, è assai probabile che si aggiungerà una cifra. I registi che prestano la propria visione ai Marvel Studios lo fanno perché vogliono lavorare per loro, non per un’offerta più generosa di altri. Oppure lo fanno in attesa di affermarsi poi come nomi che fanno la differenza e ottenere contratti migliori. La grande occasione.

D’altro canto però, la possibilità di dirigere un blockbuster da 150 milioni di dollari è quel treno che arriva una volta sola ed è da prendere al volo. Un grimaldello per entrare con entrambi i piedi a Hollywood e farsi conoscere al pubblico più.

Se gli attori di cinecomic non possono lamentarsi, la stessa cosa non vale per gli autori dei fumetti, che spesso vedono drammaticamente sottovalutato il loro apporto. Devin Grayson, creatore di Yelena Belova, sostiene di avere ricevuto solo 5 mila dollari dei 12,500 che gli sono stati promessi per l’uso del suo personaggio nel film. Stessa cosa vale per i diritti dei disegnatori le cui tavole sono usate spesso come punto di riferimento visivo. 

I residuals, ovvero le compensazioni finanziarie erogate ai creativi per l’uso del loro lavoro per destinazione diverse da quella originaria (come ad esempio passaggi in TV, nell’home video o negli adattamenti seriali) sono insoddisfacenti per gran parte degli artisti. Questo comprime molto la creatività nell’industria del fumetto supereroistico. Non invoglia a creare nuovi personaggi che verranno poi utilizzati a fronte di un esiguo risarcimento portando però ingenti quantità di denaro allo studio. 

I cinecomic sono quindi ad oggi una fonte di guadagni ottima per i talent più in vista. Non lo è però in automatico per tutti gli artisti e i creativi della filiera. Supereroi con super guadagni. Ma non per tutti.

Fonte: Hollywood Reporter

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