Chrono Tintin #9: Il granchio d'oro
Tintin viaggia fino al Marocco sulle tracce di un traffico d'oppio, incontrando per la prima volta il Capitano Haddock!
Carlo Alberto Montori nasce a Bologna all'età di 0 anni. Da allora si nutre di storie: lettore, spettatore, ascoltatore, attore, regista, scrittore.
Il maggiore bacino di lettori ha però un prezzo: anche Le Soir è sotto il controllo tedesco, perciò, per evitare problemi, Hergé rinuncia alle tematiche sociali e agli elementi di attualità che avevano caratterizzato gli episodi precedenti della sua serie adottando un approccio neutrale. Avendo accantonato la satira, Hergé può concentrarsi maggiormente sulla trama e sullo sviluppo di un differente tipo di umorismo, migliorando ulteriormente la qualità della sua opera.
Il granchio d'oro segna un punto di svolta per Tintin: il protagonista diventa più umano, grazie all'irruzione di una spalla comica con cui interagire, una presenza costante molto più efficace dei collaboratori che occasionalmente avevano affiancato il reporter belga negli episodi precedenti. L'introduzione del Capitano Haddock sconvolge la serie, probabilmente più di quanto il suo stesso autore avrebbe potuto immaginare: Hergé può concentrare sul rissoso marinaio - e, non dimentichiamolo, Milou - il contraltare umoristico della narrazione, mentre Tintin porta avanti l'indagine.
Il granchio d'oro inizia dal casuale ritrovamento di una scatoletta di gamberi che porta alla luce un traffico d'oppio; per cercare di scoprire i responsabili di questo contrabbando, Tintin e il suo nuovo compagno di viaggio dovranno attraversare il deserto del Sahara e il porto marocchino di Bagghar, tra allucinazioni e vicoli affollati.
Si può dire che questo albo sia quello che definisce la maturità definitiva di Tintin: dopo il primo terzo della collana, in cui il reporter belga aveva preso forma, qui scopre il piacere di condividere i viaggi con qualcun altro e improvvisamente le sue avventure diventano più divertenti ed epiche.
CHRONO TINTIN: