Chrono Tintin #4: I sigari del Faraone
Con I sigari del faraone Tintin vive la sua prima avventura contraddistinta da un filo conduttore
Carlo Alberto Montori nasce a Bologna all'età di 0 anni. Da allora si nutre di storie: lettore, spettatore, ascoltatore, attore, regista, scrittore.
Nonostante appaia simile alle storie precedenti, con una serie di situazioni pericolose che si susseguono l'una dopo l'altra, la nuova avventura inizia a mostrare una struttura più elaborata e ambiziosa. Il reporter belga infatti indaga su dei sigari e su uno strano simbolo rinvenuti tra i sarcofagi e le mummie: un mistero che sarà il filo conduttore tra le varie sequenze.
Anche se li avevamo già intravisti nella prima tavola di Tintin in Congo (un cammeo aggiunto durante la realizzazione della versione a colori), questo è a tutti gli effetti il loro esordio ufficiale. Nell'edizione in bianco e nero i loro nomi erano X33 e X33bis, ma perderanno presto questi appellativi da agenti segreti in favore di un cognome che li avvicini all'immagine di poliziotti borghesi. Ne I sigari del Faraone inseguono il reporter attraverso diversi Stati, presentandosi da subito come simpatiche nemesi.
Nel frattempo, però, ci sono altri misteri in sospeso, e così il settimanale Le Petit Vingtiéme inaugura una rubrica in cui i lettori possano fare ipotesi sui futuri sviluppi della serie o anche solo fare delle domande. Tintin sta attraversando una rapida trasformazione che lo allontanerà presto dalle gag slapstick e dalle avventure sconclusionate in cui si è mosso nei primi anni della sua vita editoriale.
CHRONO TINTIN:
Chrono Tintin #1: Tintin nel Paese dei Soviet