Chrono Star Wars - Finale: 25 anni di fumetti stellari Dark Horse

1990 - 2014: 25 anni di fumetti Star Wars targati Dark Horse, l’ultimo appuntamento con Chrono Star Wars

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Con questo novantesimo appuntamento di Chrono Star Wars siamo giunti alla fine della lunga carrellata che ci ha visto esplorare più di vent’anni di fumetti di Star Wars targati Dark Horse. Una produzione vastissima che ha conosciuto sorti assai diversificate in base ai temi, ai periodi e alle vicende editoriali del franchise in generale. Ci sembrava quindi giusto, anche se si tratta di un’impresa impegnativa, prendere congedo dalla produzione Dark Horse e dai lettori che hanno avuto la costanza di seguirci fino a questo punto fermandoci a dare un’occhiata d’insieme a quella che è stata la grande avventura della casa editrice dell’Oregon nata con il primo numero di Dark Empire nel 1990 e proseguita fino all’ultimo numero di Rebel Heist nel 2014, prima di restituire il testimone delle cronache stellari alla Marvel Comics.

Dark Empire #1Inizieremo col dire che è impossibile trovare un leit motiv ricorrente e unificante all’interno di tutta la vasta produzione Dark Horse: troppe sono le serie, le miniserie, gli speciali e le iniziative proposte nell’arco di venticinque anni, e tutte diversissime tra loro.

Tuttavia, proprio in questa sua diversificazione c’è una “forza unificante” che distingue l’operato di questo editore, ed è quello della sua figura di “compagno di viaggio” che ha saputo seguire e camminare assieme ai lettori e ai fan nelle molte vicende che hanno caratterizzato l’avventura starwarsiana di questi decenni: dagli “anni bui” (che poi così bui non erano!) della prima metà degli anni 90, passando attraverso i turbolenti anni dei prequel, fino ad addentrarsi in quello stimolante ma strano territorio dell’esalogia completata e di uno Star Wars che sembrava non avere più un futuro.

Con umorismo, sagacia, lungimiranza e pazienza, gli editor della Dark Horse hanno sempre saputo cogliere i sentimenti, i desideri, le insoddisfazioni, le aspettative e le speranze dei lettori seguendo con la massima attenzione il corpo dei fan a cui parlava. A suo merito va inoltre aggiunto di averlo fatto senza mai rinunciare alla scintilla della creatività e dell’originalità, anche in fasi difficili del franchise in cui si trovava stretta nella morsa dell’universo romanzesco, che sgomitava per avere più spazio, e quello cinematografico, che da sempre pone paletti e veti di ovvia natura sulla libertà delle storie da raccontare.

Gli anni creativi: 1990 - 1997

Il primo blocco di produzione può essere sicuramente identificato con quello che va dalle prime produzioni fino all’uscita delle famose (o famigerate?) Special Edition cinematografiche, il 1997, anno in cui risulta ormai chiaro che la celebre trilogia originale avrà un seguito (anzi, dei prequel) cinematografici. E a costo di sembrare vecchi nostalgici, è facile pensare che sia stato il periodo più felice della produzione Dark Horse, specialmente nelle prime fasi, in cui il franchise non aveva ancora riconquistato la popolarità che presto avrebbe reclamato, e i team creativi delle storie avevano carta bianca.

A Dark Empire, almeno nella sua prima parte, resta il merito di avere rilanciato e riaperto il filone fumettistico starwarsiano dopo quasi sette anni di deserto: in un certo senso, tutto quello che è seguito non sarebbe mai nato se quella prima saga a fumetti non avesse funzionato, e tutto quello che è seguito è, almeno anagraficamente, figlio delle intuizioni di Tom Veitch e Cam Kennedy, come lo è anche l’altro caposaldo di quest’epoca, quelle Tales of the Jedi che avranno il coraggio e l’estro di andare ad aprire una finestra sul passato remoto di Star Wars inaugurando un filone che resterà uno dei più popolari e amati in assoluto dai fan e contaminando positivamente le produzioni di romanzi e videogames (un vuoto che ancora oggi il nuovo canone non ha voluto o potuto riempire).

Questa piccola età dell’oro si chiude con quello che forse è il crossover multimediale senza film più riuscito di sempre, Shadows of the Empire, che a sua volta ha posto degli standard di coordinazione editoriale che gli anni successivi non avrebbero saputo bissare con altrettanta efficacia e brio.

Gli anni dei prequel: 1998 - 2005

Star Wars Republic IVAvviata la produzione degli Episodi I - III, lo scenario in cui la Dark Horse deve muoversi è molto diverso. Star Wars è tornato ad essere un brand di prima categoria e i tre prequel da un lato hanno aperto le porte a nuovi personaggi e nuove epoche storiche da esplorare, ma dall’altro hanno anche introdotto - concetto quasi del tutto alieno fino a quel momento in Star Wars - giudizi assai meno concordi sulla godibilità della saga.

Ora sono in molti a muoversi negli scenari del cosiddetto Expanded Universe, e il buon grado di creatività di cui gli autori disponevano in precedenza si è trasformato in un più prudente e limitante “non fare nulla che possa interferire nei piani degli altri”. Per di più, la storia dei nuovi personaggi è ancora in fieri, quindi è difficile produrre qualcosa su Anakin, Obi-Wan, Mace Windu, Dooku o Padme quando ancora ci sono delle pellicole che li vedranno protagonisti di nuovi sviluppi (paradossalmente, lo stesso problema che aveva tarpato le ali alla Marvel nel ciclo fumettistico degli anni 1977 - 1983). A complicare ulteriormente le cose sta il sopravvento della linea di romanzi, che con la partenza del progetto The New Jedi Order reclamerà quasi in toto l’arco temporale degli anni successivi a Il Ritorno dello Jedi. E difatti, le incursioni fumettistiche in quel periodo saranno pressoché nulle.

Tuttavia, anche in circostanze sofferte, la Dark Horse riesce a distinguersi con due o tre guizzi d’autore, puntando sull’originalità e sulla qualità. È il caso di Clone Wars, le Guerre dei Cloni volutamente tenute da Lucas fuori dagli eventi cinematografici, che si limitano a narrarne l’inizio e la fine, per lasciare campo libero a tutte le produzioni secondarie. E difatti su questo tema che si avventeranno serie animate, romanzi, videogiochi e fumetti, creando non poche difficoltà di continuity nel presentare versioni conflittuali e inconciliabili delle varie vicende. In questo campo la Dark Horse riesce sicuramente a staccare di varie lunghezze i suoi concorrenti, proponendo la versione più cupa, sporca e complessa del conflitto grazie allo sforzo congiunto di John Ostrander e Jan Duursema, che non a caso si imporranno come nuove stelle del firmamento fumettistico starwarsiano degli anni a venire.

L’ultimo ciclo: 2006 - 2014

Star Wars LegacyConclusasi l’esalogia originale con La Vendetta dei Sith, tutti danno per scontato che l’esperienza cinematografica di Star Wars sia ormai consegnata alla storia e che mantenere viva la fiamma della Forza tocchi esclusivamente ai prodotti del sempre più vasto Universo Espanso.

La produzione degli ultimi otto anni gode di alcuni indiscussi vantaggi: potendosi basare su un affresco cinematografico completo a cui non va aggiunto più nulla, gli autori ora sanno bene quali sono gli spazi liberi e le potenzialità a loro disposizione e possono creare senza timori di ulteriori contraddizioni o argomenti off-limits da lasciare alle vicende dei film.

Vengono fatti numerosi lodevoli tentativi di colmare il divario da molti fan e lettori - mai del tutto sanato - tra gli Episodi I - III e IV -  VI, grazie soprattutto alla possibilità di esplorare i dark times, il ventennio che passa dalla fondazione dell’Impero allo scoppio della Guerra Civile Galattica, epoca che nessuno aveva ancora potuto narrare in dettaglio. Si tenta anche un ritorno alle radici abbandonando la formula delle miniserie e puntando più sulle serie regolari, magari ambientate nell’epoca classica della Ribellione e che rimettano Luke, Han e Leia al centro delle vicende, ma trapela una certa stanchezza di fondo, da un lato dettata dall’incertezza che grava sul futuro dell’intero marchio di Star Wars, dall’altro soffocata da quelle che ormai sono veramente troppe storie - venti anni e passa - accumulate negli anni classici che si vorrebbero sfruttare (negli ipotetici tre anni che separano Una Nuova Speranza da L’Impero Colpisce Ancora, Luke e compagni hanno ormai vissuto avventure sufficienti a colmare un decennio!).

A riprova di tutto questo, le produzioni migliori di quest’epoca sono paradossalmente quelle che più “fuggono” verso epoche remote, intese a esplorare le origini della Forza; come in Jedi Dawn, o a reimmaginare scenari galattici completamente sovvertiti nel lontano futuro di Legacy, non a caso entrambi frutto dell’inossidabile duo Ostrander e Duursema.

Tutto sommato, possiamo forse dire che c’è almeno un elemento che lega la vastissima produzione fumettistica Dark Horse di Star Wars: l’originalità: ad autori, editori ed artisti della casa dell’Oregon va riconosciuto il merito di non essersi mai adagiati su soluzioni o scelte facili, e anzi di avere contribuito al mito starwarsiano con la creazione di epoche, atmosfere e idee originali che lo hanno effettivamente ampliato e reso più avvincente.

Quando la Dark Horse ha scelto la via dell’originalità, ha scritto pezzi di storia di Star Wars e trascinato il resto dei produttori e degli autori su nuovi avvincenti territori (Tales of the Jedi, Dark Empire, Legacy, Dawn of the Jedi). Quando ha cercato (o è stata obbligata) a muoversi a rimorchio di romanzi e videogames ha toccato i suoi punti più bassi (Union, The Force Unleashed).

Non dimentichiamo infine il talent scouting che la Dark Horse ha portato avanti al fine di fare emergere alcuni grandi nomi della narrativa e dell’arte starwarsiana: i già citati Ostrander e Duursema, ma anche il copertinista Dave Dorman, le cui opere non mancano di affascinare fan di tutte le età a decenni di distanza. A tutto il vasto staff della Dark Horse va l’apprezzamento e il ringraziamento degli appassionati per avere accompagnato, alimentato e a volte perfino migliorato e approfondito il racconto senza fine di quella galassia lontana lontana...

In tema di ringraziamenti, giunti in fondo a questa lunghissima carrellata, chi scrive desidera ringraziare gli editor Andrea Francesco Berni e Davide Tessera per avere creduto in questo progetto e avergli concesso lo spazio che ha avuto, nonché Francesco Vacca, le cui puntuali analisi sono giunte a integrazione e completamento di quelle originali in numerose occasioni, oltre naturalmente a tutti i lettori che hanno seguito questo progetto con pazienza e costanza.

Non si tratta di un addio ma solo di un arrivederci, perché come la storia di Star Wars ci insegna, un nuovo canone è nato alla chiusura di quello vecchio: presto questi schermi vi proporranno una guida ai fumetti e ai romanzi della nuova era Marvel.

Appuntamento quindi rinnovato... e che la Forza sia con voi!

CHRONO STAR WARS:

Si ringrazia lo Star Wars Club Perugia per la collaborazione.

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