Chrono Star Wars #53: The Force Unleashed

Star Wars: The Force Unleashed, la saga dell’apprendista segreto di Darth Vader, una storia oscura e ambiziosa compromessa da varie esagerazioni

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Star Wars: The Force Unleashed

Graphic novel

Data di pubblicazione: 2008

Autore: Haden Blackman

Disegnatori: Brian Ching, Bong Dazo, Wayne Nichols

Colori: Michael Altiyeh

Copertine: Brian Ching

The Force UnleashedThe Force Unleashed, da noi uscito con il titolo vagamente fuorviante de Il Potere della Forza, è un progetto multimediale avviato dalla Lucasfilm poco dopo la conclusione dell’esalogia cinematografica originale. Nella struttura e nei meccanismi cerca di ricalcare l’esperienza analoga del decennio precedente, Shadows of the Empire, delineando una trama di base che poi fumetti, videogiochi, romanzi e altro materiale di contorno correlato esploreranno da punti di vista diversi.

Cambia, naturalmente, l’ambientazione: stavolta siamo nei cosiddetti “dark times”, l’epoca buia che separa la caduta della Vecchia Repubblica dallo scoppio della guerra civile contro l’Impero, e l’ambizione di The Force Unleashed sarebbe, tra le altre cose, quella di narrarci le origini dell’Alleanza Ribelle. Intento di per sé lodevole, in quanto più volte accennato soltanto a sprazzi e in modo frammentario, ma che ora che la trilogia dei prequel è stata completata (peraltro toccando poco o nulla l’argomento) può essere preso di petto.

I pezzi sulla scacchiera sembrano disposti in modo ottimale: campo sgombro da ogni limite di trama grazie al completamento dei film, tutti i pezzi da novanta dell’artiglieria Lucasfilm pronti a fare la loro parte e un periodo temporale e un argomento tra i più interessanti. Sulla carta, c’è di che fare faville.

Qualche problema inizia ad affiorare quando a “trainare il carro” diventa uno in particolare dei progetti coinvolti, vale a dire il videogame. E qui le differenze con Shadows of the Empire appaiono subito evidenti: mentre in quel caso veniva prima tracciata una storia principale globale e poi gli altri media (incluso il videogioco, ma da buon ultimo) si adattavano a realizzare un’esperienza incentrata su quella storia, stavolta il procedimento appare quello inverso: è la storia, anche nelle sue forme cartacee (romanzo e fumetto) sembra obbligata ad adattarsi alle svariate esigenze videoludiche, un “peccato originale” che The Force Unleashed si porterà dietro per tutta la durata del progetto.

La storia della nascita della Ribellione si intreccia con quella di Starkiller, che nel vecchio Universo Espanso non è più una base stellare del Primo Ordine in grado di spazzare via interi sistemi solari ma un fruitore della Forza cresciuto e addestrato in segreto da Darth Vader nella speranza di usarlo come arma contro l’Imperatore. Le premesse sono plausibili (la “regola dei due” dei Sith è sempre stata scomoda sia agli autori che ai Sith stessi, ed è stata ampiamente e ripetutamente violata in mille occasioni, quindi il problema concettuale non è insormontabile). Purtroppo, il giovane Starkiller, vuoi per le esigenze videoludiche di cui sopra, vuoi per un eccessivo desiderio di stupire e alzare la posta, diventa presto protagonista di scene d’azione e combattimenti indubbiamente spettacolari ed esaltanti, ma che presto minano la credibilità e la suspension of disbelief anche di un universo che ci ha abituato a credere all’impossibile come l’universo di Star Wars. Proverbiale ed emblematica è la scena in cui l’uso della Forza consente di manipolare navi delle dimensioni di uno Star Destroyer, ma ci sono altri casi, meno eclatanti, ma che sommati tutti assieme seguono lo stesso leitmotiv. E l’apparato narrativo comincia a scricchiolare.

Ma ad essere impietosi fino in fondo, sarebbe ingiusto imputare solo ai superpoteri di Starkiller la riuscita molto parziale di The Force Unleashed. L’esagerazione si avverte anche nella struttura della trama vera e propria, dove la continua ricerca del colpo di scena e del rilancio della posta crea una spirale troppo esagerata di eventi sempre più estremi, che finiscono per lasciare il lettore più frastornato che euforico. Vader cresce un apprendista in segreto. Lo vuole usare contro l’Imperatore. Ma forse vuole anche incoraggiare la nascita di una Ribellione. Ma l’Imperatore in realtà sa già tutto e lo lascia fare. Ma Vader in realtà faceva il triplo gioco, e sapeva che l’Imperatore sapeva, e si rivolta contro Starkiller. Ma in realtà faceva il quadruplo gioco e non lo uccide veramente, ma solo per finta. E così via, contorcendosi in ribaltamenti di prospettiva che finiscono per soffocare uno degli elementi essenziali di Star Wars, che è una relativa linearità delle trame e degli schieramenti dei personaggi. E così, tra leader dell’Alleanza Ribelle catturati e deportati sulla Morte Nera e uno Starkiller infuriato che fa scempio di Vader e dell’Imperatore messi assieme, si finisce per avere l’impressione di avere affidato gli ingredienti dell’adorata cucina casalinga a un cuoco che li ha mescolati alla rinfusa tutti assieme nella convinzione che “di più” equivalga necessariamente a “meglio”. Convinzione erronea.

Equilibrio della Forza

Lato Chiaro

È bello vedere tutti i membri del cast principale di Star Wars (almeno quelli disponibili in quella fascia temporale) agire assieme in una storia corale; in più la storia è ambientata in un’epoca delle più interessanti della cronologia starwarsiana, la resa grafica delle ambientazioni e degli scenari è ottima e alcuni personaggi di contorno come il capitano Imperiale Juno Eclipse sono aggiunte indovinate e azzeccate al cast clssico.

Lato Oscuro

Tutto quello che si è accennato in precedenza: uso eccessivo di poteri e delle scene d’azione, trama contorta e perennemente alla ricerca del colpo di scena epocale, alcuni personaggi e temi “intoccabili” che ne escono immotivatamente stravolti.

Giudizio Finale

The Force Unleashed non è una cattiva lettura e regalerà alcuni momenti genuinamente emozionanti e coinvolgenti. È però impossibile ignorare quell’amaro in bocca che lascia il pensiero di ciò che avrebbe potuto essere con un minimo di moderazione e pianificazione in più. È la dimostrazione che pur avendo le idee di partenza migliori e tutti gli ingredienti a disposizione, conta poi anche l’esecuzione e la realizzazione pratica di una storia. Ironicamente simbolico, quindi, che giunga alla conclusione dell’esperienza narrativa dei prequel.

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Si ringrazia  lo Star Wars Club Perugia per la collaborazione

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