Chrono Star Wars #44 - Star Wars: Republic, prima parte

Dopo Episodio I, la Dark Horse tenta la via della serie regolare mensile di Star Wars, ma la vera natura della collana resta antologica

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Star Wars: Republic

Serie mensile di 83 numeri

Data di pubblicazione: 1998 - 2006

Autore, disegnatore, colori, copertine: Vari

Dopo quasi dieci anni in cui si è cimentata nella produzione di miniserie limitate o cicli narrativi di più miniserie ma sempre autoconclusivi, la Dark Horse decide di dedicare alle avventure di Star Wars più strettamente collegate agli eventi di Episodio I una testata mensile regolare che, come già l’esperimento primigenio attuato dai suoi predecessori alla Marvel, si intitolerà semplicemente Star Wars. Il sottotitolo “Republic”, con cui viene poi raccolto questo ciclo di storie verrà aggiunto solo a metà della serie, quando a quella regolare, ambientata in epoca prequel, ne verrà affiancata un’altra ambientata nell’epoca delle trilogia classica e intitolata ovviamente Star Wars: Empire. Ma almeno per metà della sua esistenza, la serie è nota come Star Wars.

Dal momento che nell’arco degli oltre ottanta numeri di durata della serie si avvicendano autori, eventi e personaggi più disparati, per Chrono Star Wars ripartiremo la cronistoria di questa lunga serie in vari blocchi riassuntivi: nell’appuntamento di oggi esamineremo i primi tre archi narrativi, Prelude to Rebellion, Outlander e Emissaries to Malastare.

Prelude to RebellionPrelude to Rebellion (testi di Jan Strnad, matite di Anthony Winn)

Va detto che al momento del suo esordio, Star Wars spiazzò buona parte dei lettori. L’annuncio di una serie regolare dal titolo portante Star Wars e la concomitanza con Episodio I faceva credere che gli albi avrebbero proposto una serie di lungo respiro che coinvolgesse i protagonisti de La Minaccia Fantasma, magari narrandone le avventure nello spazio di tempo che separava il primo dal secondo episodio cinematografico.

Molta è la sorpresa quindi quando il primo numero ci guida alla scoperta delle origini di... Ki-Adi Mundi, che per lo spettatore casuale è il Maestro Jedi che siede nel Consiglio del Tempio Jedi sfoggiano la sua caratteristica “testa a cono”.

La storia del Jedi cereano, seppur non priva di qualche spunto interessante, lascia perplessa buona parte dei lettori, che non capisce la natura e gli scopi della serie: Mundi sarà il protagonista della serie regolare? Sicuramente lo è dei primi sei numeri, e nonostante l’avventura si ampli per coinvolgere poi altre figure e ambienti del mito starwarsiano, come Tatooine e Jabba the Hutt, la partenza eccessivamente “periferica” per quella che era stata presentata come la nuova, principale produzione starwarsiana lascia incerti.

OutlanderOutlander (testi di Timothy Thruman, matite di vari)

La risposta in realtà giungerà con il numero #7, dove il focus narrativo si sposta drasticamente dalla figura solitaria di Ki-Adi Mundi alle altre figure del Consiglio Jedi. Mundi funge da tratto di congiunzione tra la vecchia avventura e la nuova, e presto appare chiaro che la Dark Horse sta, sotto alcuni punti di vista, “barando”: i vari cicli narrativi non sono altro che, a loro volta, delle miniserie facilmente fruibili separatamente, e pur essendo collegate l’una all’altra da un filo conduttore molto esile da presente, l’impressione che si ha è che avrebbero potuto essere presentate tranquillamente secondo la vecchia formula delle miniserie utilizzata finora, dal momento che questa nuova formula non sembra affatto sfruttare appieno le possibilità che una trama di ampio respiro narrata a cadenza mensile potrebbe offrire.

Ma concentrandoci più da vicino sul secondo ciclo di storie, Outlander si distingue per una trama più interessante e avvincente, non solo perché coinvolge più da vicino gli altri membri del Consiglio Jedi, regalando alla trama quella coralità di cui le storie di Star Wars hanno spesso bisogno, ma anche perché l’ispirata combinazione di un Jedi in esilio e la sua simbiosi con la misteriosa cultura dei sabbipodi di Tatooine affascina e aggancia il lettore.

Difficile poi sapere se Thruman ne fosse consapevole all’epoca, ma in questo ciclo narrativo vengono addirittura poste le basi di personaggi ed eventi che poi andranno a costituire l’ossatura narrativa dell’acclamato Star Wars Legacy di Ostrander. Da segnalare anche il primo contributo narrativo significativo del personaggio di Aurra Sing, Jedi rinnegata trasformatasi in cacciatrice di taglie che la Lucasfilm tentò di spingere molto all’epoca, magari nella speranza di farne la nuova Boba Fett, con risultati per la verità piuttosto modesti.

Emissaries to MalastareEmissaries to Malastare (testi di Timothy Thruman, matite di Tom Lyle)

Chiude questa prima “trilogia” il ciclo intitolato Emissaries to Malastare, che da un lato amplia ulteriormente il cast e la portata delle trame, rivelando che tutto sommato forse esiste un piano narrativo a lungo termine per la serie titolare, coinvolgendo personaggi come Mace Windu, ma che soffre dello stereotipo che affligge buona parte delle produzioni a fumetti di questo periodo, vale a dire la ripetitività di una trama onnipresente: forze nascoste che tramano nell’ombra per minare la Repubblica e i Jedi, e questi ultimi che riescono a sventare la minaccia più diretta, ma non a risalire ai mandanti e alla vera portata dell’intrigo.

Un filo conduttore già comparso in almeno altre tre o quattro produzioni a fumetti contemporanee a questa, e che inizia rapidamente a mostrare la corda, a causa anche delle consuete restrizioni imposte dalla Lucasfilm, che non può permettere rivelazioni o colpi di scena eccessivi nello status quo che permane tra Episodio I ed Episodio II. Piccola parentesi per i maniaci videoludici dell’epoca: l’intreccio della trama con il mondo delle corse clandestine di Podracer darà l’occasione di includere molti easter eggs tratti dal video gioco Racer, che naturalmente all’epoca imperversava su schermi e console di ogni fan.

Equilibrio della Forza

Lato Chiaro

Buona la prestazione del secondo ciclo, Outlander, che rimane una delle migliori storie presentate nella collana. Per chi ama le ambientazioni esotiche e gli alieni anche il primo ciclo, Prelude to Rebellion, ha qualche spunto interessante da offrire.

Lato Oscuro

Prelude si addentra troppo in una storia meno che secondaria, e serve un discreto atto di fiducia da parte del lettore per credere che la trama possa condurre a qualche esito significativo. Giudizio sospeso sul terzo ciclo, Emissaries to Malastare, dove pregi e difetti più o meno si bilanciano a vicenda.

Giudizio finale

Un esordio altalenante per la serie “madre” di Star Wars che la Dark Horse ha voluto attestarsi. Outlander rimane una piccola pietra miliare, mentre gli altri due cicli non si lasciano ricordare per nulla di eccezionale. Fortunatamente, Star Wars (Republic) ha di meglio da offrire, e i cicli narrativi futuri sapranno alzare il tiro.

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Si ringrazia  lo Star Wars Club Perugia per la collaborazione

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