Chrono Rat-Man #105: Battaglia a Gerusalemme!

Per la rubrica Chrono Rat-Man abbiamo analizzato Battaglia a Gerusalemme!, il quarto e ultimo capitolo della saga dei Sacrificabili

Carlo Alberto Montori nasce a Bologna all'età di 0 anni. Da allora si nutre di storie: lettore, spettatore, ascoltatore, attore, regista, scrittore.


Condividi

I Sacrificabili arrivano a Gerusalemme, la Città Santa, dove si svolge la battaglia finale della quadrilogia. Ambientare il climax di questa storia da action movie in un luogo così sacro può sembrare paradossale, ma è una scelta nata da un viaggio di Leo Ortolani a Israele: qui si rende conto di come il Santo Sepolcro sia scenario di continue lotte tra i popoli e le religioni, quello che dovrebbe essere un simbolo di pace e amore tra i popoli in realtà è diventato un catalizzatore di tutto l'odio del mondo. Come se il sacrificio di Gesù in croce avesse scoperchiato un vaso di Pandora, il Male, l'Oscurità, la Morte, il Lato Oscuro, una qualsivoglia entità malvagia che gli eroi di turno devono sconfiggere. E questa volta gli eroi sono Rat-Man e i Sacrificabili, a bordo di un bus.

L'immagine del vaso di Pandora tirata in ballo nel paragrafo precedente non è poi così campata in aria. Ortolani decide infatti di utilizzare l'Arca dell'Alleanza, simbolo della religione ebraica, qui però chiaramente rappresentata come si vede nel film I predatori dell'arca perduta. Questo doppio piano è senza dubbio l'elemento migliore del fumetto, che gli ha permesso di vincere il premio Fede a strisce: l'autore, cattolico credente, riesce a mettere in scena la sua Fede, evocando lo scontro tra Davide e Golia e disegnando la crocifissione con cui Cristo ha sconfitto la morte. Ma allo stesso tempo Ortolani offre una risoluzione parallela, un contraltare cinefilo in grado di trasformare la cultura pop in un Credo laico, laddove Indiana Jones può essere citato con la consapevolezza che per molte persone sia una mitologia equiparabile ai Vangeli.

Battaglia a Gerusalemme fu l'unica storia di Rat-Man ad arrivare in ritardo in edicola, ben un mese dopo la sua uscita prevista. Questo disguido non è imputabile all'irreprensibile autore, ma a un corriere che smarrì le pellicole dirette alla tipografia, per cui l'editore dovette aspettare il tempo necessario a rifarle da capo. Rat-Man Collection pagò un prezzo salato per questo inconveniente, visto che ci fu un crollo di ben 5000 copie vendute rispetto alla norma, lettori che evidentemente abbandonarono la testata non trovando il numero successivo (la conclusione di una quadrilogia), segno di quanto sia fondamentale la periodicità in un prodotto da edicola.

Rat-Man Gigante 70, copertina di Leo Ortolani

CHRONO RAT-MAN:

Continua a leggere su BadTaste