Chrono PK #60: Nell'Ombra

PK riesce a comunicare con una Xadhoom olografica... ma deve stare attento a un nemico che si cela Nell'Ombra!

Carlo Alberto Montori nasce a Bologna all'età di 0 anni. Da allora si nutre di storie: lettore, spettatore, ascoltatore, attore, regista, scrittore.


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Da diversi mesi il PkTeam stava chiudendo le sottotrame di Paperinik New Adventures e congedando i principali avversari e comprimari della serie. Ma i Pkers rimangono sconvolti quando l'editoriale dichiara in modo abbastanza esplicito che la testata chiuderà a breve, con un countdown (-3) in terza di copertina a rendere ancor più incombente l'evento. D'altro canto però in un articolo che pubblica le risposte dei lettori a un referendum sull'apprezzamento degli editoriali, delle rubriche e delle storie brevi, la redazione sembra intenzionata a seguire quei suggerimenti. Ma se la testata chiuderà tra 3 numeri, com'è possibile? Di certo in pochi possono immaginare il drastico cambiamento che arriverà con PK2, perciò non rimane che incominciare la lettura con una sensazione di malinconica inquietudine.

Per chi sfoglia le pagine di PKNA con questo stato d'animo non è certo d'aiuto una storia struggente come Nell'Ombra. Di ottima qualità, senza dubbio, ma un vero e proprio emotivo pugno allo stomaco. Paperinik ha infatti un'ultima opportunità di vedere Xadhoom, o meglio una sua memoria olografica conservata nel data-pack che è stato al centro delle vicende degli ultimi due numeri della serie regolare. La xerbiana sembra riuscire a sentire a malapena il papero mascherato, ma conserva ancora i suoi ricordi e la sua potenza distruttiva.
È l'occasione per scoprire così l'infanzia del personaggio, raccontata dal cantastorie xerbiano Xaedus, che scopriremo essere il padre di Xado ancora distrutto per la scomparsa della figlia. Ma per onorare il suo sacrificio, Xaedus vaga per lo spazio per tramandare la storia della caduta di Evron; il racconto purtroppo arriva alle orecchie di Zoster (che scopriamo essere sopravvissuto all'esplosione finale di Motore/Azione) spingendolo a mettersi sulle tracce di Xadhoom in cerca di vendetta.
L'evroniano parte alla volta della Terra in compagnia di un gruppo di mercenari alieni che venera un gigantesco insetto sotto forma di bozzolo conosciuto come la Madre; grazie ad essa, riescono ad attaccare la Ducklair Tower insediandola con tanti virus a metà tra il tecnologico e l'organico, che rendono la vita dura a PK. Il supereroe è addirittura costretto a viaggiare nello spazio con l'astronave di Ducklair nel tentativo di impedire a Zoster di impossessarsi del potere di Xadhoom; l'evroniano riesce nell'impresa, ma si rivela tutto un piano ordito dalla xerbiana per far sì che l'alieno si autodistrugga (in modo visibilmente definitivo, che non lascia spazio ad ulteriori ritorni del personaggio) sotto il peso di tutta quell'energia che non è in grado di controllare.

La ricca sceneggiatura di Augusto Macchetto introduce con calma una trama che lascia presagire fin dall'inizio uno scontro tra PK e Zoster, ma il climax tocca un inaspettati picco di epicità, addirittura con un combattimento spaziale con una versione gigantesca dell'evroniano superstite. Emozionanti i flashback che ci raccontano la vita di Xadhoom, così come la scomparsa del suo spettro una volta che la xerbiana si rende conto di aver portato a termine la missione, ma ancor più toccante è la figura del padre, che ha deciso di intraprendere una vita nomade per diffondere le gesta della sua amata figlia.
Lorenzo Pastrovicchio, che fino ad ora aveva realizzato ottime storie d'azione in spazi aperti, riesce a infondere dinamismo alle tavole anche nello spazio claustrofobico dei cunicoli della Ducklair Tower, per sfogarsi poi nel finale cosmico.
Da segnalare in questa storia una scena sospetta in cui Uno sembra tradire la capacità di poter leggere nel pensiero di PK, uno spunto narrativo che non ci sarebbe stato il tempo di sviluppare, considerando l'imminente spegnimento dell'intelligenza artificiale... o chissà che non fosse un'idea da portare avanti in PK2, se ci fosse stato modo di riattivare il cervello verde.

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