Chrono PK #54: La Sindrome di Ulisse

Paperinik è in preda a La Sindrome di Ulisse e si ritrova al largo della Nuova Zelanda senza alcun ricordo del passato...

Carlo Alberto Montori nasce a Bologna all'età di 0 anni. Da allora si nutre di storie: lettore, spettatore, ascoltatore, attore, regista, scrittore.


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Le tematiche ambientaliste e animaliste che caratterizzano buona parte della produzione di Katja Centomo sono al centro anche della sua unica storia pikappica, una delle rare incursioni dell'autrice in territorio disneyano. La Centomo realizza il soggetto de La Sindrome di Ulisse poi sviluppato dalla sceneggiatura di Francesco Artibani, in quella che è la prima collaborazione di una prolifica coppia artistica; nonostante la qualità della storia, questo episodio poteva facilmente essere un'avventura del Paperinik classico, considerando il limitato utilizzo delle attrezzature e degli elementi caratteristici delle sue "New Adventures". Anzi, per buona parte della vicenda il protagonista è solo Paperino, vittima di amnesia dopo un incidente in mare nel quale ha incontrato Davy Jones, una colossale creatura marina. Artibani ci mostra un intero villaggio terrorizzato dal mito di Davy Jones, ignorando che 13 anni dopo racconterà un'altra caccia alla balena, riuscendo a tener viva l'attenzione nonostante l'assenza di una componente action per la maggior parte della vicenda; fino a metà albo Paperino cerca di rimettere assieme i tasselli della sua memoria, ma soltanto il ritrovamento della Pikar gli permetterà di ritrovare il ricordo della sua identità, tornando così a vestire i panni del supereroe per proseguire la sua missione marina.
In realtà i personaggi comprimari di questa storia non sono particolarmente memorabili, ma la storia si risolleva grazie a un paio di riferimenti agli evroniani e a Tyrannic che la inseriscono nella continuity pikappica; da quando poi Paperino riacquista la memoria la vicenda si accende e prosegue a ritmo più incalzante fino alla conclusione.

Le tavole di Manuela Razzi confermano l'impressione che avevamo già avuto ammirando la sua prima performance pikappica: uno stile dinamico con personaggi molto espressivi, in grado di dare vita a vignette che sembrano in movimento. Un vero peccato non aver potuto apprezzare questa disegnatrice in altri episodi della saga, considerando il talento dimostrato fin dalle sue prime storie della serie.
Le stupende tavole della Razzi sono però leggermente indebolite da una colorazione troppo brillante e vivace per questa testata, priva delle sfumature a cui PKNA ci ha abituati e che avrebbero potuto arricchire ulteriormente i suoi disegni.
Tra tutti i momenti della vicenda spicca il dialogo finale sull'identità segreta di PK e di come potrebbe essere messa a rischio... se non fosse per il buon cuore degli abitanti del villaggio.
A corredo della storia l'appuntamento classico con la PK Mail e l'ormai regolare reportage di Bertoni, impegnato ad incontrare in aeroporto i calciatori della squadra della Reggina.

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