Chrono PK #53: Agdy Days

PK vive i suoi Agdy Days viaggiando fino alla Siberia, dove un meteorite è precipitato anni fa...

Carlo Alberto Montori nasce a Bologna all'età di 0 anni. Da allora si nutre di storie: lettore, spettatore, ascoltatore, attore, regista, scrittore.


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Nel 1908 si verificò in Siberia l'evento di Tunguska, ovvero la precipitazione di un meteorite che causò danni per un'area di centinaia di chilometri; prende spunto da questo fatto realmente accaduto Agdy Days, albo che trasporta Paperinik in terreno siberiano per fargli vivere un'avventura filler, tra le meno incisive di tutto PKNA.
Il papero mascherato viaggia fino alle terre artiche per aiutare una tribù che vive da decenni proteggendo il segreto dei poteri che nasconde la pietra extraterrestre. Il supereroe indagherà e lotterà al fianco di un potente sciamano, nel tentativo di fermare lo spietato Roover Anthrax dal mettere le mani sul meteorite e usarlo per i propri scopi; il villain del mese è un miliardario che potrebbe benissimo interpretato da Paperone, se non fosse per la sua caratterizzazione monolitica che lo vuole relegare al ruolo di cattivo senza la benché minima sfaccettatura.
Augusto Macchetto parte da un'ambientazione e un soggetto interessanti, ma non riesce a concentrarsi sugli elementi validi, preferendo aggiungere sottotrame parallele di cui avrebbe potuto fare a meno: un esempio sono le sequenze con Angus Fangus e Camera 9, una simpatica occasione per rivedere in azione la disturbatrice coppia di reporter, ma la loro presenza non è stata valorizzata con un ruolo costruttivo nell'equilibrio della trama. Ciò di cui però proprio non si capisce l'inserimento sono le scene ambientate in Borsa: un giovane broker dil suo mentore riflettono sull'andamento azionistico di conseguenza agli eventi della trama principale, ma senza che questo segmento narrativo influenzi in alcun modo l'avventura di Pikappa; inoltre non si capisce bene se e come si concluda la vicenda di questi operatori di borsa, perciò la loro presenza risulta solo uno stratagemma per occupare alcune pagine.

L'atmosfera misteriosa viene perciò indebolita da un'infelice struttura del racconto, che poteva vantare anche un riutilizzo degli evroniani grazie a un collegamento passato con Tunguska. Le tavole di Emilio Urbano contribuiscono a trasmettere una sensazione di mediocrità durante la lettura, a causa di personaggi poco espressivi e pose poco dinamiche, che necessiterebbero anche di una maggior cura per i dettagli e una colorazione più elaborata.
Chiude il numero l'ormai regolare appuntamento col nonsense, attraverso un reportage dedicato a nobili sport come la ruzzola, il lancio della piastrella o il tuffo su erba.
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