Chrono PK #41: Underground

Qualcuno tiene Paperopoli sotto scacco, ma per fermarlo PK dovrà addentrarsi... Underground!

Carlo Alberto Montori nasce a Bologna all'età di 0 anni. Da allora si nutre di storie: lettore, spettatore, ascoltatore, attore, regista, scrittore.


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Underground, sottosuolo.
Un'altra avventura sotterranea per Pikappa dopo Manutenzione Straordinaria, ma con un'ambientazione metropolitana: al posto della Ducklair Tower però ci sono le fognature cittadine, per una storia priva di elementi fantascientifici. Potrebbe essere una normale avventura di Paperinik quindi, ma i toni della narrazione e lo stile delle tavole sono più adulti, perfetti per Paperinik New Adventures; il contesto urbano, sporco e realistico, ne fa un episodio più vicino alle atmosfere di Mickey Mouse Mistery Magazine, testata "sorella" di PKNA di cui erano già usciti i primi due albi.

Rosto Gramash è un criminale evaso di prigione che si rifugia nelle fogne, dove si accorge di poter tenere in scacco tutta Paperopoli, controllando l'acqua, il gas, l'elettricità e i cavi telematici; nonostante non si tratti di un pericolo per il pianeta, la città è comunque bloccata e il papero mascherato interviene introducendosi nel sottosuolo, col supporto di Uno. Il vero obiettivo di Rosto è però Angus Fangus, per vendicarsi di quando il giornalista neozelandese lo ha mandato dietro le sbarre durante la sua prima inchiesta per 00 Channel; il reporter viene rapito e legato a una grata, pronto a essere travolto dalla corrente d'acqua emessa durante l'ora delle centrifughe, ma il papero mascherato riesce a intervenire per salvare il suo rivale mediatico.
La lenta e graduale esplorazione orchestrata da Augusto Macchetto è avvincente e suggestiva, ma la storia soffre la mancanza di un finale potente all'altezza delle pagine precedenti. Uno dei principali meriti di Underground è l'efficace figura di Rosto, un normale criminale che trova però il modo di tenere imbrigliato il mondo in superficie, una minaccia concreta e ben sviluppata, lontana da banali macchiettismi e caratterizzazioni superficiali.
Confeziona tutto in modo più che soddisfacente Paolo Mottura, che dopo le sue precedenti performance su PKNA dove il suo stile tradiva ancora qualche imperfezione, trova qui uno stile forte e ormai maturato, appropriato per dare un'impronta gotica agli scuri e tortuosi corridoi fognari.

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