Chrono PK #18: Carpe Diem

In Carpe Diem Paperinik si trova a dover collaborare ancora una volta col Razziatore, per impedire la cancellazione dell'intera linea temporale...

Carlo Alberto Montori nasce a Bologna all'età di 0 anni. Da allora si nutre di storie: lettore, spettatore, ascoltatore, attore, regista, scrittore.


Condividi

Carpe Diem, cogli l'attimo. Ma in questo numero non c'è un attimo di respiro, il lettore viene scaraventato in un'avventura fracassona a base di viaggi nel tempo, condita con qualche paradosso di troppo.
L'incipit è angosciante, con una catastrofe in grado da far impallidire Il Giorno del Sole Freddo: il Nulla ha distrutto il 25° secolo e procedendo a ritroso minaccia di cancellare l'intera linea temporale. L'Organizzazione, un'associazione criminale il cui potere deriva dal controllo del tempo, vuole impedire che l'esperimento sia completato causando il crono-disastro, ma l'unico che potrebbe riuscire in un'operazione simile è il Razziatore. E l'unico che potrebbe aiutare l'Organizzazione a liberare il Razziatore è Paperinik, perciò i cronopirati viaggiano nel tempo per convincere il papero mascherato a collaborare.
Si tratta di una struttura narrativa interessante, con un sistema di scatole cinesi grazie alle quali Francesco Artibani riesce a mettere in piedi una storia spiegando come si svolgeranno gli eventi ancor prima dell'ingresso in scena del protagonista. Una perfetta installazione che anticipa la sequenza delle tre macro scene d'azione dell'episodio: il recupero di PK a Paperopoli, il salvataggio del Razziatore e la missione finale. È un perfetto schema da action movie, similitudine rafforzata anche dalla massiccia dose di ironia e battute sagaci.
Grazie a questi elementi le scene più concitate sono un perfetto esempio di buddy story, con scambi di battute del supereroe coi rispettivi compagni: prima il logorroico Vostok e il laconico Newton (ricordato soprattutto per la vivace cravatta), poi il Razziatore sempre meno villain.

Il ritmo concitato di Carpe Diem e i suoi divertenti dialoghi serrati ne fanno una delle avventure più avvincenti di PKNA. L'atmosfera è più scanzonata e alleggerisce i toni della testata rispetto alle storie precedenti (un mese prima della storia spiccatamente umoristica Motore/Azione). Il tema dei viaggi nel tempo però è complesso e si presta a facili scivoloni, come in questo caso: Artibani scrive una storia complessa che contiene molti, troppi paradossi temporali, facendo sollevare una folla di lettori avidi di spiegazioni. Un paio di numeri dopo l'autore interviene sulle pagine della posta con una spiegazione/non spiegazione... ma sinceramente, ci interessa fino a un certo punto. Forse la ricerca della correttezza a tutti i costi non avrebbe permesso a Carpe Diem di vedere la luce e, nonostante l'animo perfezionista da nerd, siamo contenti così visto che la storia è intrattenimento puro.
Alessandro Barbucci contribuisce a costruire un 23° secolo suggestivo, come aveva già iniziato a fare in Ritratto dell'Eroe da Giovane; se in quel caso aveva creato gioielli di architettura in una storia solare con molte visuali esterne di Paperopoli, in questo numero si concentra più sugli interni degli edifici. La performance migliore del disegnatore sta però nel character design dei cinque membri dell'Organizzazione introdotti qui per la prima volta, tutti dotati di un'espressività meravigliosa e un carisma che li rende memorabili.
Da segnalare anche l'introduzione del Duckmall Center, centro commerciale di Paperopoli che sarà uno dei luoghi cardine di PK2.
Chiude l'albo il primo episodio della miniserie Arriva Trip!, quindi con un'altra dose di viaggi temporali, anche in questo caso ad opera di Artibani e Barbucci. Ma anche queste storie brevi si meritano un Chrono PK a parte...

Continua a leggere su BadTaste