Chrono Lupin III #51: Inspector Zenigata

Dopo aver inseguito Lupin III per 50 anni, Zenigata è protagonista di uno spin-off in live action

Carlo Alberto Montori nasce a Bologna all'età di 0 anni. Da allora si nutre di storie: lettore, spettatore, ascoltatore, attore, regista, scrittore.


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Dopo aver trascorso mezzo secolo a inseguire Lupin III, l'anno scorso l'Ispettore Zenigata è diventato protagonista di uno spin-off in live action, nel quale lo vediamo per la prima volta impegnato in missioni che non coinvolgono il Ladro Gentiluomo. Si tratta di un progetto distribuito in modo atipico: è infatti composto da un film televisivo che funge da pilota alla serie, al quale sono rapidamente seguiti quattro episodi trasmessi in Televisione sull'emittente nipponica NTV e altre quattro puntate distribuite in streaming su Hulu.

Il lungometraggio inizia con il furto di un quadro apparentemente eseguito da Lupin, dato che nel museo è stato lasciato un biglietto con la sua firma. Il colpevole ha però ucciso una delle guardie, e ciò convince Zenigata che il colpevole sia qualcun altro, indagando sull'identità del criminale spacciatosi per la sua nemesi. Il caso viene risolto rapidamente, ma il giorno seguente la centrale di polizia riceve una telefonata da Mister Question, che sfida l'ispettore a trovare le bombe nascoste in giro per la città, fornendogli alcuni indizi sotto forma di indovinello.

La trama riesce a sopperire alla pesante assente di Lupin III mettendo Zenigata in situazioni in qualche modo a lui collegate, dato che deve prima smascherare un suo emulo e poi tenere testa a un criminale enigmista. L'attore protagonista ha uno stile di recitazione sopra le righe e credibile, coerente con la versione animata del personaggio. La regia crea un'atmosfera simile alle serie televisive da cui è tratta, risultando un prodotto derivativo ma non troppo debitore alla fonte. All'ispettore sono stati affiancati due personaggi originali: il giovane agente Kunikida, pasticcione affascinato dalla figura di Zenigata, e la bella investigatrice Sakuraba, più razionale e con un'opinione poco lusinghiera del suo nuovo superiore.

La colonna sonora non utilizza i popolari brani composti da Yuji Ohno (con l'eccezione del tema di Zenigata, che si sente durante i titoli di testa), ma propone una serie di brani jazz in grado di fornire una valida alternativa con il medesimo stile, pur non raggiungendo la stessa incisività delle musiche entrate nell'immaginario collettivo da decenni.

Inspector Zenigata

La figura di Zenigata è sempre stata legata a doppio filo a Lupin e ci sembrava improbabile che un progetto senza il suo avversario potesse funzionare, considerando l'ossessione che il primo prova nei confronti del secondo. Se inizialmente il pilota è riuscito a dissolvere i nostri timori, gli episodi della serie li hanno confermati mettendo l'ispettore in situazioni completamente slegate dal suo arcinemico: catturare l'assassino di un suo compagno di studi, proteggere una bambina che ha assistito all'omicidio dei suoi genitori, fermare un dinamitardo che vuole farsi esplodere assieme a degli ostaggi... Sono vicende di cui ci ha sorpreso la presenza di sequenze di tensione e particolari crudi, ma il risultato è simile a molti altri prodotti di genere poliziesco, messo in scena in modo non particolarmente brillante.

Purtroppo la figura di Zenigata si "normalizza" sempre di più anche dal punto di vista attoriale, perdendo via via l'espressività esagerata del personaggio e diventando un banale poliziotto televisivo. Di tanto in tanto riaffiora qualche collegamento a Lupin o momento in cui il protagonista ha un forte coinvolgimento emotivo, e in quei rari casi rivediamo lo stesso carisma del pilota. È particolarmente riuscito l'ultimo episodio in cui Zenigata incontra una sua vecchia fiamma, una relazione che non ha potuto vivere per la sua dedizione a inseguire Lupin III; l'epilogo è emozionante, con la promessa del detective di tornare dalla sua bella una volta che avrà catturato definitivamente la sua nemesi... in qualunque altra serie lo percepiremmo come un segnale di speranza per il futuro, ma in questo caso è una conclusione malinconica, in quanto lo spettatore è consapevole che quel momento non arriverà mai.

CHRONO LUPIN III:

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