Chrono Lupin III #38: Verde contro Rosso
Un improbabile duello tra la versione di Lupin in giacca rossa e quella in giacca verde
Carlo Alberto Montori nasce a Bologna all'età di 0 anni. Da allora si nutre di storie: lettore, spettatore, ascoltatore, attore, regista, scrittore.
Dopo lo special televisivo L'Elusività della Nebbia, nel 2008 le celebrazioni del quarantennale di Lupin III proseguirono con il terzo OAV (l'ultimo, ad oggi), uscito in patria a sei anni dal deludente Il ritorno di Pycal. Verde contro Rosso, scritto da Toshimichi Okawa (Tutti i Tesori del Mondo, Occhi di Gatto) e diretto da Shigeyuki Miya (Le Tattiche degli Angeli, Buzzer Beater), si è rivelato uno dei prodotti più interessanti degli anni 2000 dedicati al Ladro Gentiluomo.
Tra i tanti emulatori del personaggio ce ne sono alcuni particolarmente improbabili, come quello che si fa arrestare per taccheggio all'inizio della vicenda, o l'iterazione con capigliatura afro molto simile al regista Shinichi Watanabe. Un altro sosia spicca per abilità e si chiama Yasuo (omaggio al primo doppiatore giapponese di Lupin). Fujiko Mine contatta proprio quest'ultimo per proporgli di accompagnarlo, così da nobilitarne l'identità grazie alla sua presenza. Sarà proprio Yasuo a vestire il ruolo di "Giacca Verde" nello scontro finale, affrontando Lupin in un duello dall'esito volutamente ambiguo.
La trama vuole sottolineare un passaggio di consegne tra un'era ormai passata e la quella moderna, rappresentata dal padre che per non morire trapianta il proprio cervello nel corpo del figlio, o dalla descrizione del nuovo governo giapponese pronto ad affidarsi a mercenari per difendere il Paese. A questi si contrappongono ideali incarnati rispettivamente dall'Ispettore Zenigata e da Lupin: la tradizione e la rettitudine assoluta da una parte, la libertà assoluta dall'altra.
Verde contro Rosso si distingue anche per una cura superiore alla media, soprattutto dal punto di vista tecnico. I disegni e le animazioni sono una gioia per gli occhi, pronti a offrire virtuosismi nel corso delle scene d'azione. Esemplare l'inizio del combattimento finale, in cui si passa dal colore a un bianco e nero con tanto di tratteggio, dando alla sequenza un'estetica più graffiante, simile a quella di un manga.
Anche la colonna sonora si distingue da quelle precedenti, pur essendo sempre composta dal veterano Yuji Ono; durante l'ora e mezza si possono ascoltare musiche note agli estimatori della serie, tra cui spiccano il tema de Il castello di Cagliostro, usato come sigla, e una toccante variazione del tema principale di Lupin III.
CHRONO LUPIN III: