Chrono Asterix #27: Asterix e il grande fossato

Asterix e il grande fossato è la prima avventura della serie scritta e disegnata da Albert Uderzo

Carlo Alberto Montori nasce a Bologna all'età di 0 anni. Da allora si nutre di storie: lettore, spettatore, ascoltatore, attore, regista, scrittore.


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Asterix e il grande fossatoIn seguito alla morte di René Goscinny, anche Albert Uderzo si convince che Asterix e i Belgi possa essere l'ultimo albo della serie degli irriducibili Galli. Ma il disegnatore si fa forza e decide di proseguire il fumetto tanto amato in tutto il mondo cimentandosi nell'impresa di realizzare anche la sceneggiatura dell'episodio successivo, costretto all'inevitabile confronto con l'amico e collega di quasi 30 anni di carriera. Uderzo crea una storia ricca di elementi che ha origine dallo stesso principio seguito da Goscinny per ideare le avventure di Asterix: prendere un elemento della società contemporanea e traslarlo all'epoca dell'Impero Romano, ponendo i protagonisti di fronte a situazioni simili a quelle che devono affrontare i lettori del Ventesimo Secolo.

Asterix e il grande fossato parte infatti dalla situazione del muro di Berlino che, negli anni in cui la trama è stata scritta, divide ancora la capitale tedesca; nel fumetto non troviamo però un muro, bensì un fossato a dividere un villaggio della Gallia, con i popoli delle due metà in aperto contrasto con i loro "vicini di casa". Gli unici a non vivere questa opposizione sono Comix e Fanzine (i cui nomi lasciano trapelare un collegamento predestinato, legato al mondo del fumetto), figli dei due capivillaggio, che si amano segretamente nonostante appartengano a due fazioni opposte. L'ispirazione al Romeo e Giulietta di William Shakespeare è evidente, ma possiamo ritrovare il Bardo di Stratford anche nel viscido personaggio di Acidonitrix, a metà tra lo Iago di Otello e lo Shylock de Il mercante di Venezia.

I due amanti chiedono aiuto ad Abraracourcix, che manda Asterix, Obelix e Panoramix in missione per trovare il modo di riappacificare il villaggio; il druido torna qui ad avere un ruolo attivo come aveva nelle prime avventure della serie, arrivando addirittura ad assaggiare per la prima volta la sua stessa pozione magica.

Uderzo dà forma a una vicenda che si inserisce alla perfezione nel solco del suo predecessore ai testi, ma si possono già notare alcune piccole differenze che ritroveremo anche nei successivi albi da lui firmati, a partire dal maggior spazio lasciato alle zuffe, che il disegnatore evidentemente si diverte a orchestrare sulla tavola.

Se le storie di Goscinny solitamente avevano pochi comprimari che condividevano la scena con i protagonisti, qui leggiamo una trama più corale, in cui abbondano anche i ruoli femminili. Forse un segnale dei tempi che cambiano, o semplicemente un modo per sfruttare la maggior libertà concessa dalla censura francese.

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