Chrono Asterix #24: Asterix e la Obelix SpA

In Asterix e la Obelix SpA, il portatore di menhir si trova coinvolto in un mercato che gli impone di aumentare la sua produttività

Carlo Alberto Montori nasce a Bologna all'età di 0 anni. Da allora si nutre di storie: lettore, spettatore, ascoltatore, attore, regista, scrittore.


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Asterix Obelix SpAA metà degli anni '70 la Francia è attraversata dalla crisi economica che ha colpito tutto il mondo, trovandosi in una situazione quasi opposta al boom vissuto nel ventennio precedente. Improvvisamente gli economisti sono al centro dell'attenzione mediatica e, sfruttando un linguaggio specifico incomprensibile ai più, tentano di spiegare le manovre governative che dovrebbero garantire una risalita per la nazione. René Goscinny e Albert Uderzo sfruttano questa situazione per offrire la loro personale visione della finanza e del capitalismo sviluppando il tema già affrontato in Asterix e il regno degli Dei.

Giulio Cesare affida l'ennesimo tentativo di distruggere il villaggio di Asterix ad Assurdus, uomo d'affari il cui aspetto è ispirato a quello del giovane Jacques Chirac. Lo specialista finanziario ha un piano basato sulle leggi di mercato di domanda e offerta, oltre che sull'inflazione, utilizzando termini che né i Galli, né l'imperatore romano riescono a comprendere fino in fondo. Ma il denaro e la possibilità di diventare l'uomo più importante di tutto il villaggio cambiano gli irriducibili Galli, a partire da Obelix che si ritrova a gestire una cava di menhir dall'incredibile successo. Ma presto la concorrenza e l'inflazione gli creeranno dei problemi, mentre la sete di denaro ha ormai contagiato tutti i suoi compagni, ad eccezione di Asterix e Panoramix...

Assurdus si trasferisce nel campo di Babaorum, dove gli autori si divertono a inserire due propri autoritratti in versione legionari, impegnati a trasportare un ubriacone, caricatura dell'amico e sceneggiatore cinematografico Pierre Tchernia. Più tardi, invece, si vedono due riconoscibilissimi soldati romani con le fattezze di Stanlio e Ollio impegnati a trasportare un menhir con esiti simili a quelli di una loro celebre scena con un pianoforte. Uderzo sta arricchendo il suo tratto stilizzato e in alcune situazioni si concede di mostrare volti più dettagliati, utilizzando primissimi piani nei quali la fisionomia dei personaggi diventa quasi realistica, pur mantenendo la coerenza con l'estetica cartoon del fumetto.

Il piano di Assurdus però sfrutta fin troppo le finanze di Giulio Cesare, che pretende di rientrare dell'investimento compiuto: l'economista avvia così una campagna pubblicitaria sui menhir che dà il via a un'intelligente riflessione sul mercato dell'epoca, sui bisogni e sugli oggetti considerati uno status symbol. Il menhir infatti diventa un oggetto di moda che ciascuno deve possedere, ma rapidamente si creano problemi correlati, come l'eccesso di produttività, le imitazioni e gli scioperi.

Asterix e la Obelix SpA è un albo intelligente che riesce a veicolare complessi concetti economici in modo semplice e divertente, così da essere compresi anche dai giovani lettori della serie a fumetti.

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