Chrono Asterix #10: Asterix e i Normanni

In Asterix e i Normanni il villaggio di irriducibili Galli è sconvolto dalla minaccia del popolo di barbari, ma anche dall'arrivo del giovane Menabotte...

Carlo Alberto Montori nasce a Bologna all'età di 0 anni. Da allora si nutre di storie: lettore, spettatore, ascoltatore, attore, regista, scrittore.


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Asterix e i normanniSeguendo un dibattito televisivo in cui alcuni storici affermano che i Vichinghi avevano scoperto l'America, a René Goscinny viene l'idea di fare incontrare i celebri razziatori con i protagonisti del suo fumetto. Purtroppo però i celebri guerrieri norreni vissero tra l'VIII e l'XI Secolo d.C., un anacronismo troppo grande anche per le libertà che si concedono le avventure di Asterix e compagni.

Assieme ad Albert Uderzo si opta quindi per la sostituzione dei Vichinghi con i Normanni, popolo affine per caratteristiche e collocazione geo-temporale, ma meno conosciuto e che permette di giocare con il termine "Normandia". Buona parte della vicenda si svolge proprio sulle coste di questa terra, dove il popolo francese subì due celebri sbarchi: il primo a fine '800 da parte di popolazioni barbare che arrivarono ad assediare Parigi, il secondo da parte dell'esercito alleato statunitense durante la Seconda Guerra Mondiale per intervenire e fermare le truppe naziste.

L'elemento storico qui passa in secondo piano, portando invece in rilievo un problema della società francese: il crescente divario tra le vecchie e le nuove generazioni che creava incomprensioni tra i giovani e i loro genitori o i loro nonni. Dopo la Seconda Guerra Mondiale si era infatti verificato il baby boom, ovvero l'aumento delle nascite dovuto alla liberazione e al miglioramento della qualità della vita; i giovani si ritrovavano a vivere in un mondo ricco di possibilità per loro, con un grande sviluppo culturale ed economico; la maggior parte di loro prima di lavorare frequentava l'università, un lusso negato alle generazioni precedenti, che ritenevano quindi gli adolescenti come degli sfaticati che passavano il loro tempo tra automobili veloci e musica rumorosa. Negli anni '60 molti genitori dalle grandi città mandavano i loro figli in collegio, nell'esercito o in campagna, luoghi dove ancora esistevano i valori tradizionali.

È quello che succede a Menabotte, mandato da suo padre in visita allo zio Abraracourcix. Il personaggio ricopre una fascia d'età assente nel villaggio, quella degli adolescenti; fatto bizzarro se pensiamo che costituivano i principali lettori del fumetto. Particolare la scelta del nome nell'adattamento italiano che, pur mantenendo un significato affine all'originale (Goudurix, amante del rischio), perde il suffisso "ix" presente in tutti i nomi di origine gallica del fumetto. Il giovane Gallo della Capitale appare snob e critica tutto ciò che ritiene antiquato, ma è l'unico ad apprezzare la musica di Assurancetourix; i suoi complimenti spingono il bardo a rinnegare gli abitanti del suo villaggio e partire verso Lutezia, in cerca di fortuna.

Menabotte viene però rapito dai Normanni, che, fraintendendo il detto per cui "la paura mette le ali", sperano di trovare qualcuno in grado di trasmettergli quella sensazione a loro sconosciuta, così da poter imparare a volare. Si tratta di un equivoco paradossale, attorno al quale prendono forma una gran quantità di situazioni comiche, tra goffi tentativi del ragazzo di spaventare i corpulenti barbari e romani che cercano inutilmente di introdursi nella rissa finale. La trama lascia spazio anche al primo ruolo di Obelix in solitaria, visto che ormai è riconosciuto che il suo personaggio è molto più che una mera spalla per Asterix; il portatore di menhir si mette alla ricerca di Assurancetourix, fermandolo sulla strada per Lutezia, dopo una ricerca durata cinque tavole nelle quali Obelix è il vero mattatore.

Asterix e i Normanni dà il via anche a un nuovo tormentone: la sensibilità di Idefix per gli alberi, tale da farlo scoppiare a piangere ogni volta che ne vede sradicare uno. Si tratta di un elemento tanto buffo quanto inspiegabile, ma probabilmente il principale contributo per la caratterizzazione del simpatico cagnolino. In questo volume vediamo inoltre sviluppare l'utilizzo del fuori campo, già sperimentato nell'episodio precedente, ma qui presente in più occasioni; si tratta di una tecnica all'epoca utilizzata di rado nei fumetti, ma che dimostra come Goscinny e Uderzo cercassero continuamente di far evolvere il medium senza dare troppo risalto alla cosa, ma trovando nuove soluzioni per creare effetti comici o scorciatoie narrative.

Segnaliamo che il personaggio di Menabotte è stato anche protagonista di una serie di quattro libri-game, nel quale il lettore prosegue la trama in volumi a metà tra la storia a bivi e il gioco di ruolo. Il personaggio è stato scelto forse proprio per l'età in cui avrebbero potuto riconoscersi i giovani lettori, oltre a non essere una figura ricorrente nel fumetto e quindi perfetta per queste side-stories non canonizzate, nelle quali può anche interagire con gli altri personaggi principali della serie.

CHRONO ASTERIX:

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