Christopher Nolan: la classifica dei film dal peggiore al migliore
La difficile classifica con tutti i film diretti da Christopher Nolan elencati in ordine dal peggiore al migliore (compreso Oppenheimer)
Ogni classifica presenta una difficoltà diversa quando la si stila. Quella dei migliori film di Christopher Nolan deve fare i conti con le aspettative che questi hanno portato con se, la potenza produttiva crescente, l’ambizione dell’opera (contro la sua effettiva riuscita) e la sua influenza nel tempo. Come valutare, ad esempio, un film come Inception che per un decennio ha influenzato il linguaggio del thriller fantascientifico e psicologico? Oppure Il cavaliere oscuro con cui il cinecomic ancora fa i conti. C’è poi un esempio di cinema estremo, radicale, come Tenet. Meno riuscito di altri film di Nolan, ma di gran lunga il più complesso e ambizioso. Come non tributagli un plauso?
Il cavaliere oscuro - Il ritorno
Fino ad ora Il Cavaliere oscuro aveva cambiato il modo di concepire il cinefumetto. Nolan prende l’eroe e lo nasconde in bella vista (un film di Batman senza Batman nel titolo). Lo tratta come materia da cinema d’autore. Cita, sperimenta, trova un proprio linguaggio del realismo fantastico. Il terzo film della saga portava con sé aspettative fuori di senno. Era quasi inevitabile che le deludesse. Il problema del film non è tanto di essere brutto (non lo è) ma di aver scelto paradossalmente i binari più tradizionali del cinecomic che lui stesso aveva sconquassato. Un viaggio dell’eroe troppo classico, con un finale che poteva essere coraggioso e invece è solo molto furbo e fastidiosamente ammiccante. Ha perso nella voglia di grandeur la scarica elettrica dei primi due.
Following
Film interessante per capire le origini di Nolan, non troppo di più. C’è un personaggio di nome Cobb, proprio come in Inception. Il tema è simile: un ladro che manipola le persone, uno scrittore alla ricerca di ispirazione che segue la gente. Si ritroverà a condurre furtarelli anche lui, ma apparentemente solo per capire la gente, trovare ispirazione, farsi raccontare dalle loro case chi siano veramente. Following è fatto con due soldi e molto ingegno, c’è già tutto il Christopher Nolan non lineare che rompe la narrativa classica. L’esito però sono 70 minuti pieni di idee ma senza quella capacità di farsi credere anche nelle macchinazioni più incredibili che il regista acquisirà con il tempo.
Dunkirk
Un film di guerra dove il caos e la paura sembrano coreografati, dove l’estetica prende il sopravvento sulle viscere. Inutilmente strutturati su tre piani temporali e tre prospettive diverse, i fatti dell’operazione Dynamo scompaiono dietro l'esigenza di fare un film maestoso. Tutto è formalmente perfetto ma questa impostazione matematica e razionale ingolfa il film. Dunkirk sceglie di essere cerebrale, abbandonando le emozioni all’orizzonte nell’oceano. Appena ci si affeziona ai personaggi il film trova un’associazione di montaggio, una similitudine e la sfrutta per saltare ad un altro segmento di storia. Nolan impone le sue ossessioni di messa in scena, dirige i soldati come robot e rende gelido un enorme film che richiedeva più empatia.
Insomnia
Il film più sottovalutato della filmografia di Christopher Nolan è anche il più classico e meno personale. Era il momento di fare il salto nella Hollywood dei grandi studi. Per farlo prende un film norvegese e ne fa un remake. Ne esce un buon thriller costruito sull’atmosfera e sui due attori: Al Pacino e Robin Williams. Insomnia è probabilmente persino più bello e completo di alcuni film della parte alta della classifica, ma il fatto di assomigliare troppo ai film che Hollywood faceva e chiedeva ai suoi registi ne ha molto abbassato l’impatto nel tempo.
Tenet
Tenet è un film che per essere capito richiede molteplici visioni tenendo sotto mano carta e penna. Lo spettatore è parte del gioco, deve partecipare attivamente o sarà rigettato. Anche quando si è ben disposti si arriva alla fine di Tenet sfiancati. Questo kolossal dà ragione a quasi tutte le argomentazioni dei detrattori del regista. Però che visione, che coraggio nell’essere estremi girando scene d’azione come nessuno ha mai fatto (il terzo atto è tra le cose visivamente più incredibili che il cinema abbia prodotto)! Un film sul tempo eppure fuori dal tempo, forse troppo avanti. Tra 50 anni ancora ci si divertirà a cercare le soluzioni?
Inception
Inception è Christopher Nolan. Questo furto nei labirinti della mente altro non è che il processo creativo di un architetto\regista che disegna mondi e innesta messaggi nelle proprie vittime\spettatori. Funziona su più livelli e quel finale gli ha permesso di sopravvivere molto a lungo anche se è un "trucco di magia” che delega ancora una volta la risoluzione allo spettatore e ripara il regista da ogni critica. Inception è poi tutto così rigidamente incastrato che ci si sente più volte buttati fuori dal film e poi richiamati a risolvere i suoi misteri o travolti dall'impianto spettacolare. Non è uno dei migliori film di Nolan, ma ha avuto un impatto devastante sull’immaginario del cinema a seguire. Piaccia o meno è un film importantissimo.
Batman Begins
Origin story classica eppure diversa da tutto quello che si era visto fino a quel momento. Poteva essere il migliore dei tre film sul Cavaliere oscuro, ma si perde in un terzo atto meno ispirato rispetto a tutto ciò che l’ha preceduto. Nessuno si aspettava Batman Begins, nessuno l’ha visto arrivare e per questo è doppiamente eccezionale. Christian Bale non sarà il miglior Batman, ma è il Batman perfetto per la visione del regista, insieme al resto del cast che toglie la patina di ingenuità cartoonesca che il cinecomic portava con sé. Rivoluzionario parte uno.
Oppenheimer
Un biopic che non vuole esserlo. Una dissertazione matematica, estremamente logica, sulle cause e le conseguenze della bomba atomica. Sarebbe dimenticabile se dentro non ci fosse anche il Nolan filosofo che non sempre appare nei suoi film. La scelta di inserire la soggettività di Oppenheimer e Strauss conferiscono tridimensionalità a questo film in costume che sa essere anche una corsa adrenalinica di tre ore. Con almeno un paio di sequenze magistrali riesce a scavalcare il biopic e atterra in un genere a parte: il genere Christopher Nolan, quello dei più giganteschi film d’autore che fanno le cose di sempre ma le fanno come mai si era visto prima.
Memento
Un film può vivere dentro un concetto. I confini di Memento sono esattamente quelli della sua geniale idea: un uomo affetto da un disturbo della memoria non riesce a mantenere le informazioni per più di qualche minuto. Si scrive quello che deve sapere, le cose più importanti se le tatua sul corpo. Ha un enigma da risolvere. Memento è un film fatto al montaggio, è uno degli esempi più incredibili per dimostrare come ogni inquadratura conti, come ogni stacco sia inevitabilmente portatore di significato. Memento è un film simbolo del cinema postmoderno che ragiona sulle strutture del racconto tradizionale e le infrange. Pezzo d’antologia, è ormai diventato oggetto di studio accademico. Questo l’ha fatto invecchiare ma gli ha permesso anche di prendersi il suo spazio nella storia del cinema.
Interstellar
Più passa il tempo più è facile perdonare quel finale a Interstellar. Ad ogni visione lo si capisce un po’ di più e si finisce ad attenderlo come una quadratura del cerchio emozionante e squisitamente umana. C’è qualcosa di profondamente commovente in questa missione disperata per trovare una nuova casa mentre la terra muore. Ci sono solo ingegneri e agricoltori in questo futuro prossimo. Chi guarda deve scegliere con quale di questi due caratteri identificarsi: chi cura il presente o chi immagina il futuro. Chi esplora e chi resta. Interstellar cattura nella sua pellicola il tempo della vita e propone un’esperienza di cinema coinvolgente e sensoriale (i suoni sono incredibili). Aggrappatevi alla poltrona quando arriverete scena dell’attracco con l’Endurance. La miglior colonna sonora di Hans Zimmer.
Il Cavaliere Oscuro
Può non essere più il miglior cinecomic mai fatto, ma quando arrivò in sala Il Cavaliere Oscuro sembrò di vedere un film avanti nel tempo di 15 anni. Era proprio così. Un film imprescindibile. Pensare che ancora oggi quando si vuole parlare bene di un cinecomic si usa questo secondo capitolo della trilogia su Batman come paragone (si veda il tentativo di lanciare The Flash). Prima dell’uscita aveva già rivoluzionato il marketing cinematografico con una delle campagne virali migliori di sempre, ma sul grande schermo fu qualcosa di mai visto prima. Fu incredibile trovare una performance come quella di Heath Ledger in un cinecomic, ma soprattutto una sceneggiatura capace di passare dall’azione più maestosa ai dilemmi cerebrali e filosofici (la scena delle due barche) in perfetta armonia. Rivoluzionario parte due.
The Prestige
Al primo posto c'è la chiave per decifrare il cinema di Christopher Nolan. Un prestigio in tre atti, l’ossessione verso nuovi trucchi sempre più estremi, sempre più elaborati. La rivalità tra due prestigiatori trascina continuamente dentro e fuori dal film: ci si sente sia spettatori che protagonisti. Conosciamo i trucchi, ma sospendiamo l’incredulità per farci colpire ancora una volta. È una riflessione profondissima sulle narrazioni della contemporaneità: come coinvolgere lo spettatore disilluso? Nolan lo fa mettendo in scena un mistero da risolvere che non scavalca mai la costruzione dei personaggi, ma ci fa sentire uno di loro. Per lui il regista è un illusionista, un manipolatore di luce che darebbe la vita per piegare la realtà e aprire le porte su una percezione diversa dell’esistente. Si entra amando la magia, si esce amando il potere trasformativo del cinema. Non sottovalutatelo!
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