Christophe Honoré torna a Cannes con Marcello Mio ed è come se tornasse a casa
Con la presentazione di Marcello mio al Festival di Cannes ripercorriamo la storia di Christophe Honoré con la Croisette
Non si sa mai cosa aspettarsi da Christophe Honoré. Un artista a tutto tondo, non un provocatore (anche se le sue opere accendono talvolta dibattiti e reazioni estreme), ma più uno che non ha paura di affrontare temi difficili. Ha fatto di tutto: cinema ovviamente, insieme a teatro. La carriera è iniziata però con la scrittura di libri per l’infanzia... senza sconti! Storie che trattavano cioè tutti i temi dei suoi film (opere da festival e da adulti): parlano di violenza, di malattie, di amori e - addirittura - di incesto. Christophe Honoré è un regista caro al Festival di Cannes. C’è stato ben cinque volte. La sesta è stata ieri dove ha presentato Marcello mio in concorso: il film uscirà poi al cinema il 23 maggio.
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Il percorso di Honoré a Cannes inizia nel 2006 nella sezione Quinzaine des Réalisateurs con Dans Paris, sempre con Garrel come protagonista. Si iniziano a delineare i tratti stilistici del regista, tra cui il fatto di non avere problemi a risiedere in quella zona di comfort data dagli attori feticcio, quelli con cui continua volentieri a lavorare. La storia si concentra ancora una volta all’interno della famiglia (un tema che sembra tornare anche in Marcello mio) dipingendo le dinamiche tra due fratelli in pieno struggimento amoroso.
Il cinema libero, da festival, di Christophe Honoré
Trame che si intrecciano, drammi personali, passioni omosessuali, corpi che cambiano e vite messe in scena secondo una scansione libera dell’ordine del tempo. Il cinema di Christophe Honoré si svolge spesso nei letti, condivisi da più personaggi in inquadrature che ritornano. Questi stanno stretti tra le lenzuola come in Les Chansons d’amour, in concorso a Cannes 60. Amori a tre e un pieno di canzoni fanno del film un’opera imperfetta, ma importante per la ricerca di Honoré: continua qui la collaborazione con Garrel e inizia quella con Chiara Mastroianni. Un sodalizio estremamente proficuo che arriva oggi al settimo film girato insieme.
Christophe Honoré torna al Festival di Cannes nel 2011 con Les Bien-Aimés in proiezione di chiusura fuori concorso. Un film dal respiro ampio, strutturata su 40 anni e ambientata in più città con una scansione fatta di eventi cardine della storia dell’occidente. Un’opera perfetta per il concorso, in cui emerge tutto l’amore per il cinema di Jacques Demy e per il linguaggio del musical. Tra gli attori compare anche Catherine Deneuve che condivide le scene con la figlia Chiara Mastroianni. Le due saranno insieme anche in Marcello mio.
Un regista che unisce, fa rete e torna a casa
Altro giro altra corsa alla Croisette con Plaire, aimer et courir vite, altro letto condiviso in un film che si muove tra il racconto della passione omosessuale e un’astrazione da analisi interiore di stampo letterario. L'hotel degli amori smarriti riunisce nel 2019 il regista con Chiara Mastroianni e le permette di vincere il premio come miglior attrice nella sezione Un Certain Regard.
Il modo di lavoro di Christophe Honoré (che con Catherine Deneuve ha affrontato anche battaglie politiche nel mondo culturale francese) ha permesso la costruzione di una rete di persone fidate. Sono legami che funzionano a doppia via: un regista che si fida degli attori e degli attori che si affidano al regista.
È probabilmente da qui, dagli anni di lavoro insieme, che nasce il sodalizio di Marcello mio in cui Chiara Mastroianni prova l’impresa rischiosissima di interpretare se stessa in una fase di trasformazione verso la forma e il corpo (appunto) del padre! Maschere e muscoli, volti che cambiano e nuove identità che si indossano per amore, per accorciare la distanza tra i legami. La premessa del film è pienamente in linea con quanto fatto fino ad ora. Il fatto che lo abbia presentato al Festival di Cannes, insieme ad alcune delle attrici e degli attori della sua carriera, fa sembrare Marcello mio e Christophe Honoré particolarmente a casa. Il luogo giusto, per i corpi e i volti giusti.
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Articolo in collaborazione con Lucky Red