Chi vincerà il Leone D'Oro: Almodovar, The Brutalist, Salles o ci sono chance anche per Guadagnino e Joker?

Si chiude il concorso dell'81 esima edizione del Festival di Venezia, facciamo un consuntivo su cosa abbiamo visto e chi potrebbe vincere il Leone d'Oro

Condividi

Ma insomma chi lo vincerà? Molti dicono Pedro Almodóvar con La stanza accanto. L'autore qui non ha mai vinto il quadrupede dorato che ruggisce e Warner, in fondo, ha portato tre titoli che hanno rappresentato, e di fatto costruito, gran parte della Venezia 81: Beetlejuice Beetlejuice (è al cinema), La stanza accanto e Joker: Folie à Deux. Effettivamente il Leone D'Oro al grande Almodóvar, anche se ha fatto un film qualitativamente piccolino per i suoi standard, potrebbe far felice parecchi cosiddetti players coinvolti nella kermesse. Sia sul fronte organizzatori che su quello partecipanti. E potrebbe essere un premio equilibratore.

Ma si chiacchiera qui al Lido del fattore umano o meglio del fattore Huppert, Presidente di Giuria: è autorevole, dai gusti cinematografici ben definiti, decisionista. Per non parlare di altre personalità forti accanto a lei come James Gray, regista cinephile come pochi, e il nostro Giuseppe Tornatore, sempre pacato ma altrettanto prestigioso.

Al momento sembra certo solo il premio a Walter Salles per il suo splendido ritratto di famiglia brasiliana sotto dittatura Ainda estou aqui – I'm Still Here. Potrebbe portare a casa Coppa Volpi femminile per la protagonista Fernanda Torres. O anche qualcosa di più. E poi c'è quello che a metà Festival già davano Leone: The Brutalist di Brady Corbet. Qualcosa prenderà. Occhio anche a Guadagnino con Daniel Craig come possibile Coppa Volpi. Ma meriterebbe quel Leone che gli scipparono al tempo di Bones and All.

Una scena di Joker: Folie à Deux

Sul folle, sperimentale e rivoluzionario Joker: Folie a Deux abbiamo la sensazione che qualsiasi premio o non premio qui a Venezia non cambierà troppo la questione. Sarà un film che farà discutere molto quando uscirà dalla nostra bolla di critici. Sta già succedendo un casino tra i recensori USA. Incontrerà i vostri occhi di spettatori il 2 ottobre. Ci sarà molto da discutere, litigare, accapigliarsi. Che meraviglia.

Possiamo invece essere netti su una cosa: l'anno scorso arrivavamo come italiani in Concorso con nomi altisonanti, budget faraonici e film ambiziosi. Ne uscimmo con le ossa rotte in chiave qualitativa tranne Enea di Castellitto e in quota premi ci prendemmo una fetta della torta con la migrazione subsahariana patinata Io Capitano di Garrone. Lui poi arrivò addirittura in cinquina Oscar per Film Internazionale. Quest'anno con opere più piccole e autori più giovani abbiamo portato titoli frizzanti tra cui spiccano Vermiglio di Maura Delpero (il migliore della nostra compagine e forse il film perfetto da mettere in palmarès) e Diva Futura di Giulia Steigerwalt. Speriamo che, insieme al futuro tutto da scrivere di Paola Cortellesi come regista, queste due autrici alla loro seconda regia vengano coccolate e protette dalla nostra industria. Abbiamo bisogno del loro sguardo.

E quindi eccoci qua: Venezia 81 è cominciata con tanti fantasmi dentro i film ed è finita con la voglia di ucciderci (La stanza accanto) e di interrompere la sovrappopolazione (il deludente April di Dea Kulumbegashvili). Si conferma che nonostante le apparenze i maschietti protagonisti possono avere un QI piuttosto basso (Arthur Fleck di Joker e Riccardo Schicchi di Diva Futura). E quindi Venezia 81 conferma che il futuro, se ci sarà, dovrà parlare al femminile. Per citare Joker: That's all folks!

Vi aggiorneremo con tutti i vincitori a partire dalle 19:00 di sabato 7 settembre.

Continua a leggere su BadTaste