Checco Zalone con Tolo Tolo ci prova, ma rimane l'ultimo anello di una catena partita con Adriano Celentano
Il nuovo film di Checco Zalone è un passo in avanti per lui ma non certo per le commedie italiane. Anzi
Insomma Tolo Tolo non è un film diverso dagli altri, non ha un’idea di cinema differente da quella che ha incassato tantissimo dalla fine degli anni ‘70. Non lo si può definire “sottogenere” ma l’idea è un po’ quella, è un archetipo narrativo e al tempo stesso un modo di scrivere film che funziona sempre.
La diversità e l’originalità di Checco Zalone poi stanno in lui, nella sua personalità, nelle situazioni che scrive e nelle battute che pensa (se volessimo essere proprio precisi la sua originalità sta nei bersagli, numerosi, che sceglie, che le battute quelle sono in realtà).
Il fatto che quest’ultimo sembri riscuotere un successo anche di critica maggiore, che sia accettato nel salotto buono delle conversazioni, che sia coccolato dalle élite e promosso dai media in generale, cosa che non avviene sempre con i film destinati ad incassi giganteschi, è più che altro dovuto al contenuto, perché la forma è sempre quella. È il cinema che Alessandro Siani ruba a Troisi e che Troisi rubava a Celentano. Un cinema molto maschile e molto individualista in cui la scrittura è sempre marginale.
È servito tantissimo l’inserimento di Paolo Virzì in Tolo Tolo, gli dà un po’ più di corposità e di struttura, ma non ha di certo cambiato quell’idea molto molto povera di commedia che abbiamo, per la quale a far ridere è il protagonista che dice qualcosa riguardo la situazione che sta vivendo.
Per quanto Virzì abbia sempre diretto (e in alcuni casi co-sceneggiato) film in cui sono le situazioni a parlare, sono gli intrecci, la scrittura pura e l’interazione di diversi personaggi a creare l’ironia o la risata, qui si è messo all’opera su un film di tutt’altro stampo, in cui pensare una scrittura di vera commedia non ha senso. Come per i film di Pieraccioni quello a cui serve la sceneggiatura è unire diversi momenti animati dal protagonista, dargli una buona fluidità, un certo grado di plausibilità e un arco narrativo piacevole. E Tolo Tolo lo fa bene. Poi la risata la porta la battutaccia, e quello è il grado zero, quello dei film di Franco e Ciccio, le cui sceneggiature recitavano “...e poi entrano Franco e Ciccio” seguite da niente, perché i due avrebbero improvvisato, la sceneggiatura serviva solo a fare in modo che trovassero una situazione.Anche qui su Badtaste.it abbiamo parlato di cambiamento per Tolo Tolo, ed è vero, ma è un piccolo passo per Zalone, non per il cinema che in questo film rimane immobile, che per creare vere star in grado di fare grandissimi incassi rimane legato alle televisione, che non riesce ad immaginare film molto popolari se non attraverso strutture vecchissime, che non amplia il proprio spettro espressivo anche quando, come in questo caso, il desiderio palese è di fare qualcosa di più e di meglio.
Tolo Tolo: la recensione | la videorecensione | i vostri commenti
Tolo Tolo: i commenti del mondo della politica e dello spettacolo sul film di Checco Zalone
Potete commentare qui sotto o sul forum.