Che succede a Richard Kelly?

Acclamato come un grande talento dopo Donnie Darko e massacrato per la tormentata avventura di Southland Tales, Richard Kelly ci riprova con The Box. Ma i continui rinvii non fanno ben sperare...

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Rubrica a cura di ColinMckenzie

Non credo mi sia mai capitato di recensire in maniera così diametralmente opposta una coppia di pellicole dello stesso regista come capitato con Richard Kelly e i suoi Donnie Darko e Southland Tales. Per il primo, avevo urlato al capolavoro, di fronte a un incrocio di generi che aveva del miracoloso, anche considerando la giovane età del realizzatore. Per il secondo, mi lamentavo dell'incredibile stupidità della storia e delle scelte di cast.

In questi casi, è normale pensare che l'entusiasmo per l'esordio di un regista sia stato eccessivo. In realtà, come spesso succede, la spiegazione vera è la difficoltà per un giovane autore di gestire tanti consensi e non pensare subito di essere il re del mondo. Magari la sceneggiatura di Southland Tales, da principio, non era più confusa e problematica di quella di Donnie Darko, ma forse nel secondo caso non c'è stato un produttore degno di questo nome a reggere le fila del discorso.

Ora, nonostante Southland Tales sia stato un flop estremo, accompagnato da una presentazione a Cannes rimasta degli annali (sì, ma di quelli negativi), sembrava che Kelly avesse l'occasione giusta per ritornare subito in carreggiata con The Box. Un progetto piccolo e con un budget non enorme (30 milioni di dollari), in modo da non sentire un'eccessiva pressione. Un cast di attori molto interessante, formato dalla star Cameron Diaz, dall'attore in ascesa James Marsden (la serie degli X-Men, Hairspray - grasso è bello, Come d'incanto) e il recente candidato all'Oscar Frank Langella.

Tutto bene allora? Non secondo questo articolo di Jeffrey Wells, che annuncia che per la terza volta è stata spostata la data di uscita della pellicola, attualmente fissata all'11 giugno 2009, due anni dopo l'inizio delle riprese (e a più di un anno dalla conclusione del lavoro sul set, come vi avevamo annunciato qui). Un po' troppo, francamente, per una storia che non sembra molto complessa e un ennesimo segnale preoccupante per i fan di questo regista. Ora, non è impossibile che una pellicola che venga rinviata/anticipata più volte sia magari un buon film. Ma casi come questo fanno capire che non tutto è andato per il verso giusto. L'idea è che questo avrebbe dovuto essere un semplice thriller (peraltro basato su una storia di Ai confini della realtà, quindi nulla di particolarmente complesso), ma il timore è che Kelly abbia voluto strafare e renderlo qualcos'altro. In generale, un atteggiamento encomiabile in tempi di grande conformismo culturale. Ma visto il momento della sua carriera, forse limitarsi a dirigere il film in maniera precisa sembrava la scelta migliore. Stiamo perdendo un autore originale e interessante? Speriamo proprio di no...

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