Che sta succedendo ai fratelli Vanzina?

Dopo il disastroso esordio di Sotto il vestito niente - l'ultima sfilata, è il caso di chiederci cosa stia avvenendo all'ex coppia d'oro del cinema italiano. Decisamente più in crisi dei cinepanettoni, anche se qualcuno non se ne accorge...

Condividi

Rubrica a cura di Colinmckenzie

Due anni fa, avevo scritto una lettera aperta ai fratelli Vanzina. Non credo sia stata letta dai diretti interessati. Di sicuro, non ha sortito nessun effetto. In quell'occasione, mi lamentavo di una energia che avevano un tempo e che sembrava ormai perduta. Così come sembrava finito il rapporto straordinario con il pubblico, durato decenni.

Bene, Sotto il vestito niente - l'ultima sfilata rappresenta senza dubbio il nadir di questa deriva vanziniana, il punto più basso della loro carriera e quello che non potranno più ripetere, pena l'impossibilità di fare altri film. D'altronde, più che un'uscita cinematografica, il primo weekend sembrava una piaga biblica: sale deserte, proiezioni pomeridiane che non venivano fatte per totale mancanza di spettatori e media finale sotto gli 800 euro, un mezzo record (negativo) per un'uscita così massiccia e pompata. Una pellicola che, peraltro, tra riprese in diversi Paesi del mondo e un attore come Richard E. Grant non dovrebbe essere costata proprio due euro.

Eppure, non sembra proprio che i giornali abbiano capito il disastro. Pensiamo all'Ansa, che ha scritto "Tra le novità del weekend non decolla Sotto il vestito niente - L'ultima sfilata dei Vanzina, distribuito in ben 325 schermi (con una media assai debole di 797)". Che sarebbe come dire che il recente terremoto in Giappone ha fatto qualche danno. Si arriva all'assurdità del Secolo d'Italia, che oggi pubblica una recensione del film in cui si parla del numero di copie ("distribuito da Medusa con la stessa forza di un cinepanettone", vabbeh), ma non del risultato, a tal punto che si conclude con "restano ancorati a un conservatorismo che, malgrado gli incassi, non rende giustizia alle loro capacità". Insomma, c'è ancora l'idea che i Vanzina siano dei campioni al botteghino.

E, per ora, non sembrano esserci un decimo degli articoli dedicati alla "crisi" del cinepanettone, nonostante quest'ultimo alla fine avrà incassato venti volte più del thriller dei Vanzina. Anzi, impossibile calcolare delle percentuali, visto che neanche questa mattina (con i dati del weekend a disposizione ieri) i quotidianisti sembrano aver notato il problema. Forse, i Vanzina vengono salvati dal fatto che sono citazionisti (cosa sempre utile per i quotidianisti) e che sono sicuramente più colti di quanto possano far pensare i loro film. Magari, i loro prodotti vengono nettamente separati dai cinepanettoni, considerando che ultimamente hanno realizzato dei film molto più morigerati.

In questo senso, nell'articolo del 2009 mi lamentavo dell'assenza della volgarità nelle loro commedie, difesa dagli stessi autori ed esaltata da tanti critici, come se fosse un merito in sé. Curiosamente, anche nel loro thriller/sequel manca un elemento simile. No, non mi riferisco alle parolacce, ma al sangue. In effetti, quasi mai vediamo omicidi efferati, anzi in alcuni casi le uccisioni avvengono fuori campo. Come è possibile, per un thriller che chiaramente vorrebbe rifarsi al Brian de Palma dei bei tempi? Una follia. Così come lo è il moralismo incredibile del film, in cui (seguono SPOILER) i poliziotti rifiutano le avance delle modelle perché tengono famiglia, gli assassini preferiscono suicidarsi senza fare vittime innocenti e chi ha compiuto azioni spregevoli nei confronti di un bambino e di una famiglia cerca di riparare, come se fosse tutto ovvio. Insomma, si parte da un thriller sul mondo delle modelle e si realizza un prodotto per i lettori di Avvenire? Il mix non sembrava esattamente una grande idea, e infatti...

Insomma, è facile riprendere in questo momento una frase di Carlo Vanzina:

In America noi Vanzina saremmo venerati come Steven Spielberg. Qui dobbiamo quasi vergognarci.

No, i Vanzina non si devono vergognare, anche se magari è il caso di evitare paragoni fuori luogo. Ma sicuramente si devono dare una svegliata e tornare a parlare dell'Italia moderna come riuscivano a fare un tempo, con volgarità (perché siamo un Paese volgare) e simpatia. Ne va del mercato cinematografico italiano, per cui sono stati e possono ancora essere una risorsa importante. Coraggio, Vanzina brothers, lasciate perdere la critica che sta sostenendo i vostri ultimi film per i motivi sbagliati e tornate a farvi odiare...

Discutiamone sul Forum Cinema

Continua a leggere su BadTaste