Charles, morto o vivo: su ArteKino classics il racconto di un'impossibile fuga sessantottina

Disponibile su Artekino Classics, Charles morto o vivo è il racconto di un'impossibile fuga sessantottina, un classico del cinema elvetico

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"Sei preciso come un orologio svizzero" è un detto comunissimo, che deriva proprio dal fatto che il Paese elvetico è da tempo leader in questo settore, aspetto che il suo cinema ha messo al centro di alcune delle sue storie. Proprio un film recente, Unrest, narra di come, alla fine dell'800, l'arrivo dei movimenti anarchico - socialisti e delle rivendicazioni sindacali scuotano la quiete di una fabbrica di orologi in una piccola città. Più di cinquant'anni prima, un'altra opera illustra una situazione simile: parliamo di Charles, morto o vivo, che vede come protagonista un proprietario di una fabbrica di molle per orologi negli anni delle ribellioni sessantottine. La pellicola è ora disponibile su arte.tv all’interno della rassegna ArteKino Classics. Scopriamola insieme, a partire dal suo regista, Alain Tanner.

Alain Tanner

Dopo aver lavorato come marinaio, critico cinematografico e di jazz, nonché presso il British, Film Institute, Alain Tanner (1929-2022) vince nel 1957 un premio alla Mostra del Cinema di Venezia per
Nice Time, cortometraggio documentaristico codiretto con Alain Goretta, un altro futuro grande nome
del cinema elvetico. Il suo primo film per il cinema, Charles, morto o vivo, si attesta, come tutta la sua filmografia, come una testimonianza critica del suo tempo, vincendo il Pardo d'Oro al Festival di Locarno. Con Gli anni luce, Tanner ottiene poi nel 1981 il premio della Giuria al Festival di Cannes, proseguendo successivamente la carriera con diversi altri lungometraggi, tra cui Terra di nessuno (1985), La valle fantasma (1987), Le journal de Lady M. (1993). Il suo ultimo film, Paul s'en va, esce nel 2004.

Trama e cast di Charles, morto o vivo

Alla vigilia del centenario della sua azienda, Charles De, un brillante uomo d’affari, stanco della sua vita, scompare nel nulla. I suoi unici complici sono la figlia e una coppia appena conosciuta. Suo figlio, un
esuberante imprenditore, mette un detective sulle sue tracce.

A spiccare nel cast è soprattutto l'interprete del protagonista, François Simon, apparso in più di 30 film dal 1936 al 1982 e figlio del celebre attore Michel Simon (L'Atalante, Il porto delle nebbie). Dopo Charles, morto o vivo François torna a collaborare con Tanner nel 1971, per il lungometraggio La salamadra. Accanto a lui troviamo Marcel Robert, Marie-Claire Dufour, André Schmidt, Maya Simon.

Rivoluzioni impossibili

Charles, morto o vivo esce nel 1969, svolgendosi dunque in un periodo chiave della Storia recente: dalla Francia, l'eco dei movimenti di protesta si fa sentire anche in Svizzera, ma senza grande successo, almeno a quanto ci racconta il film. La sua peculiarità sta nel non mettere al centro i giovani ribelli contro un'autorità conservatrice, paterna e statale, ma un borghese adulto che prova a vivere quello che anni prima non gli è stato possibile fare. La sua attività industriale è stata avviata infatti dal nonno cento anni prima e Charles, seppur riluttante, se n'era dovuto occupare dopo lo scoppio della Seconda Guerra Mondiale, dedicandole poi tutto il resto della vita. Tanner mostra dunque una peculiare prospettiva su eventi molti conosciuti, attraverso un personaggio che ne racchiude in sé molte delle contraddizioni.

La fuga all'inizio della trama dell'uomo corrisponde infatti a un bisogno di libertà che fa emergere desideri a lungo sopiti: Charles sveste i panni di industriale per indossare quelli di distruttore di automobili, simbolo di "dispersione sociale" e consumismo. Intorno a lui, però, manca il terreno fertile: il figlio, imprenditore pronto a seguire le orme del padre, sogna di ampliare l'azienda di famiglia in nome del profitto, mentre i due bohémien che Charles incontra appaiono rivoluzionari solo sulla carta: ripetono a memoria i motti che leggono sui libri ma sono incapaci di agire. Solo la figlia Marianne, che fa parte del gruppo di studenti denominato "legittima difesa" sembra conservare un germe genuino di cambiamento. Così in fondo, anche lo stesso protagonista finisce per chiudersi dietro proclamazioni altisonanti ma vuote, senza dare uno sbocco concreto ai suoi ideali.

Nel film a dominare dunque non è la speranza di un avvenire migliore, ma sempre l'amarezza di un contesto all'apparenza immutabile. Notevole come Tanner racconti tutto questo non a distanza di anni, quando sarebbe poi diventato chiaro il destino delle istanze sessantottine, ma proprio mentre queste sono ancora in corso. Il Paese che ritrae sembra guardare solo al presente in un'ottica capitalista, mai al futuro, trovandosi sempre un passo indietro. Ad un certo punto, sentiamo alla radio la notizia che gli elettori hanno finalmente concesso il diritto di voto alle donne in Svizzera, l'ultimo Paese del mondo a adottarla. Come a dire: se ci hanno messo tutto quel tempo ad attuare questo cruciale cambiamento, figuriamoci con tutto il resto!

Guarda Charles, morto o vivo

Come vedere i film di ArteKino Classics


Tutti i titoli della rassegna sono visibili sulla piattaforma streaming europea arte.tv, in Italia disponibile gratuitamente al sito arte.tv/it, che propone la versione sottotitolata di un’ampia selezione del catalogo di Arte, costituito da tutti i generi audiovisivi di carattere informativo e culturale: documentari e reportage, serie, programmi di infotainment, musica e spettacoli dal vivo.

I titoli sono visibili anche sulle applicazioni arte.tv per smart TV, Fire TV, Apple TV e dispositivi mobili e sul servizio tivùon di Tivùsat.

Articolo in collaborazione con ArteKino Classics

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