C'era una volta... - La fiaba a intermittenza della ABC (prima parte)
Vi raccontiamo la storia dell' American Broadcasting Company, network americano che debuttò nel 1948
La ABC debutta nel mercato televisivo nel lontano 1948 e tempo pochi anni viene acquisita dalla casa cinematografica Paramount. Nel 1954 intesse brevemente una collaborazione con la Disney finanziando in parte il progetto di Disneyland e producendo alcuni dei suoi show televisivi, anticipando la fusione che avverrà solo svariati decenni più tardi.
Il network presto diventa noto per i cartoon (e il simile l’approccio cartoon adottato anche per i suoi prodotti ripresi dal vivo). È sulla ABC che infatti vengono trasmessi i cartoni animati di Hanna & Barbera, The Flintstones e The Jetsons (I pronipoti), e il The Bugs Bunny Show, ma anche serie cartonesche come Zorro, The Addams Family e Bewitched, presto diventati veri e propri cult.
Ma il canale non si preclude di uscire ogni tanto dagli schemi proponendo prima The Untouchables, adattamento dello stesso libro su cui Brian De Palma si baserà nel 1987 per il suo capolavoro omonimo, poi The Fugitive, altra opera di enorme successo che sarà poi riportata in vita con il film interpretato da Harrison Ford (e poi ancora una volta in un reboot seriale sulla CBS cancellato alla prima stagione).
Eppure la ABC ancora stenta a decollare, mantenendo il terzo e ultimo posto rispetto alle sue due più grandi rivali, la CBS e la NBC. Le finanze non sono in condizioni entusiasmanti e nel 1960 la situazione non mutò, a causa anche delle continue fusioni e rebranding. Il canale comunque piazza un altro cult che resterà indimenticato nell’immaginario della tv di allora, ovvero il Batman con Adam West, che rimarrà una delle vette del genere camp mai raggiunto sul piccolo schermo. Nel frattempo, dopo aver acquisito il pacchetto di film di David O. Selznick in seguito alla sua morte, la ABC lancia il Movie of the Week, serata in cui vengono programmati film appositamente realizzati per la televisione, fra cui Duel, uno dei primi capolavori del giovane Steven Spielberg.
Alla prima non servono presentazioni, perché Happy Days ha cresciuto un’intera generazione. Il successo delle avventure della famiglia Cunningham è eccezionale, tanto da proseguire per 11 stagioni, produrre cinque spinoff (tra cui, strano a dirsi, Mork & Mindy, che vede il debutto di Robin Williams nel ruolo dell’alieno Mork), due serie animate (firmate Hanna-Barbera), introdurre alieni, diavoli e squali (il termine “jumping the shark”, che descrive il punto di non-ritorno qualitativo di una serie, nasce proprio in una puntata in cui Fonzie, ehm, salta uno squalo) e lanciare la carriera di Ron Howard nel mondo del cinema.
La seconda poi non è certo meno famosa: si tratta di Love Boat, uno degli show più seguiti di sempre, che dal 1977 traghetterà la ABC fino a metà del decennio successivo.
E proprio con il finire degli anni ’70, ecco arrivare un’altra sfilza di cult uno di seguito all’altro: The Six Million Dollar Man e il suo spinoff The Bionic Woman, La famiglia Brady, Charlie’s Angels, Starsky e Hutch, Fantasy Island, l’originale Battlestar Galactica e Tre Cuori in Affitto. È uno dei momenti più floridi e positivi per il network.
Il canale approda negli anni ’80 concentrandosi soprattutto sulle commedie famigliari (Una bionda per papà, Un uragano di papà, Gli amici di papà, Crescere che fatica!, Otto sotto un tetto), alcune delle quali con il favore sia del pubblico che della critica (Roseanne, The Wonder Years). Ciò non gli impedisce a sfornare nuovi cult (MacGyver, Dinasty) e divertenti esperimenti (Moonlighting).