Cavazzano 50 - Disegni, colori e sogni, il reportage della mostra

Abbiamo visitato la mostra Cavazzano 50, che celebra il mezzo secolo di carriera dell'osannato artista

Carlo Alberto Montori nasce a Bologna all'età di 0 anni. Da allora si nutre di storie: lettore, spettatore, ascoltatore, attore, regista, scrittore.


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Cavazzano 50

Si terrà fino al 4 novembre, all'interno del Palazzo Bufalini a Città di Castello, la mostra Cavazzano 50 - Disegni, colori e sogni, la più ricca e completa esposizione mai realizzata sull'arte del Maestro veneziano.

Attraverso oltre cinquecento opere, tra tavole originali, bozzetti e dipinti, si possono ripercorrere i cinquant'anni di carriera di Giorgio Cavazzano, ammirando dal vivo i particolari delle sue illustrazioni, siano esse tratte dalla ricca produzione disneyana o meno.

All'ingresso, il visitatore viene accolto da Vincenzo Paperica, l'alter ego piumato di Vincenzo Mollica, creato proprio da Cavazzano; la sua è solo la prima di diverse sagome di cartone disseminate tra i corridoi della mostra per accompagnare il pubblico.

Il percorso inizia da una sezione dedicata a Topo Maltese, una ballata del topo salato, omaggio alla storia di Corto Maltese intitolata Una ballata del mare salato, opera di Hugo Pratt, pubblicata per la prima volta cinquanta anni fa, proprio come la prima storia firmata da Cavazzano. Oltre alle copertine, sono presenti i disegni a matita e le tavole a china, spesso abbinate per permettere il confronto. Allo stesso modo sono esposte alcune pagine della storia affiancate alle corrispettive realizzate da Pratt, così da osservare le similitudini tra le vignette.

Chiude la sezione dedicata a Topo Maltese una poltrona di vimini che funge da set dove scattarsi una fotografia nei panni dell'iconico marinaio.

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La corposa collezione dedicata a Topi e Paperi si apre con un disegno inedito di Topolino e Pippo risalente al 1964, qualche anno prima della pubblicazione della storia d'esordio di Cavazzano.

Sono poi esposte decine di illustrazioni utilizzate per copertine o tavole di storie ormai divenute dei classici. Trovarsi davanti agli originali per poterne osservare i minuziosi dettagli è senza dubbio un'esperienza memorabile per qualunque appassionato di fumetto disneyano.

Tra gli esemplari più interessanti, le matite della storia Paperinik: Un vero eroe, del 2011, nella quale Cavazzano ha evidentemente sperimentato una regia più libera, in qualche modo debitrice di PKNA.

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Tra i lavori che spiccano nella carriera di Cavazzano, le recenti storie di Topalbano, di cui è esposta anche la tavola a matita della prima vignetta di Topolino e la promessa del gatto, con una dedica "alla cara Valentina" (supponiamo si tratti dell'ex direttrice De Poli).

Paperica introduce poi le versioni papere di Vasco Rossi e Mina, due dei VIP più apprezzati tra quelli reinterpretati dall'autore veneziano. Tra gli esemplari più sbalorditivi della mostra c'è senza dubbio la doppia tavola di apertura di Topolino e il passaggio al Tor Korgat, storia apprezzata per la straordinaria rappresentazione dei paesaggi montani.

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Cavazzano 50, però, non è solo Disney. L'esposizione non poteva esimersi dal fornire una panoramica sulle altre opere del grande disegnatore, a cominciare da Capitan Rogers e Altai & Johnson, con i quali ci si imbatte anche nel soggetto dattiloscritto personalmente da Tiziano Sclavi.

Ci sono anche i lavori rivolti a un pubblico più giovane, come le avventure di Timothy Titan (presente il meraviglioso omaggio a Jacovitti) e le storie promozionali di Eldo Leo.

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Tra il prezioso materiale in esposizione troviamo anche estratti da Jungle Town, Angry Birds, illustrazioni promozionali e gli studi per un interessante progetto animato sulla vita di Gesù che purtroppo non si è mai concretizzato.

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Le collaborazioni di Cavazzano con Sergio Bonelli EditoreMarvel sono rappresentate da disegni con Dylan Dog e Groucho, copertine dedicate ai super eroi e alcune tavole di Spider-Man: Il segreto del vetro. L'anno scorso l'artista ci aveva svelato che il personaggio della Casa delle Idee che avrebbe preferito disegnare è il Punitore, e qui possiamo finalmente vedere gli studi di Frank Castle inviati alla casa americana e mai approvati.

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Una sala è interamente dedicata alle storie disneyane ispirate ai capolavori cinematografici: impossibile rimanere indifferenti davanti alle versioni a fumetti di La strada, Casablanca, Fantozzi, L'uomo senza memoria e Novecento.

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La parete più ghiotta dell'esposizione svela per la prima volte le tavole a matita di una parodia di Star Wars che doveva essere realizzata per il mercato estero, sfortunatamente mai completata.

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Ottima anche la selezione di dipinti realizzati da Cavazzano, la quale dimostra come il suo talento dell'artista non si limita a matite e chine.

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Dopo aver ammirato per ore la mostra, abbiamo incontrato Luca Boschi e gli abbiamo chiesto secondo lui cosa rende Giorgio Cavazzano un artista così straordinario:

Vincenzo Mollica ha detto: "Se Carl Barks" - e aggiungo io Floyd Gottfredson - "è il Vecchio Testamento, Giorgio Cavazzano è il Nuovo Testamento".

Il suo segno è estremamente comunicativo, ma questo si potrebbe dire di tutti i più bravi. C'è stata però una miscela di acquisizioni nel corso del tempo, una serie di apporti provenienti da scuole diverse: il suo apprendistato di dieci anni come inchiostratore di Romano Scarpa, dal quale probabilmente ha ereditato l'agilità e la mimica nella recitazione dei personaggi, un debito per stessa ammissione di Cavazzano nei confronti del fumetto franco-belga, lo studio di Uderzo, ma anche di Hermann per quanto riguarda le ambientazioni. Poi c'è un twist, una parte satirica in più che altri autori non hanno.

Le sue opere disneyane e quelle non disneyane hanno una matrice comune che, sempre per sua ammissione, ricava dagli autori della rivista americana "Mad Magazine", in particolare Jack Davis e Wally Wood, con un tratteggio del pennino sottile contrapposto alla pennellata calda e larga per i bordi. Poi, strada facendo, adatta il suo stile e lo assesta: c'è un evoluzione generalizzata, cioè che non si limita a un ambito d'azione ma a tutto il suo spessore artistico. In alcuni casi non riesci a individuare un punto di rottura perché questo avviene in modo sfumato, mentre in altri casi ci sono degli step abbastanza evidenti.

Ne individuerei due: il primo avviene all'inizio degli anni '80, quando c'è un cambio di stile forzato perché dalla Disney americana gli viene detto che i suoi disegni sono troppo poco a modello, i personaggi sono troppo nervosi, le gambe sono troppo lunghe, le inquadrature non sono molto disneyane perché c'è una gabbia delle vignette pensata in modo strano... perciò lui si tranquillizza; poi c'è un secondo momento in cui scopre quale sono le somatiche che lo attirano di più e ha inizio con la storia "La strada", con l'interesse per i paperi che si sposta completamente sui topi, non solo per disegnare Topolino ma anche per confrontarsi con fisionomie molto diverse tra loro. Spesso accadeva che i personaggi secondari, seppur ottimi, avessero una struttura molto simile, esseri umani con il nasone; Cavazzano comincia invece a differenziarli per caratteristiche, ma anche per razze, compaiono cani, cavalli, un assortimento molto più ricco.

Ovviamente il fumetto Disney ha dei canoni precisi, ma se andate a vedere "Jungle Town" o le illustrazioni promozionali di Eldo Leo, dove Cavazzano è stato lasciato libero di esprimersi, lì c'è veramente di tutto.

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