Castlevania III: Dracula's Curse è l'ispirazione perfetta il Castlevania di Netlifx

Castlevania III: Dracula's Curse come punto di partenza del Castlevania di Netflix? Ha senso

Un giorno troverò qualcosa di interessante da scrivere qui dentro.


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Nei tempi in cui per localizzare un gioco occorrevano ancora anni Castlevania III: Dracula's Curse ne impiegò ben tre per arrivare in Europa, dopo essere uscito nel dicembre 1989 in Giappone, a settembre 1990 negli Stati Uniti, giunse nel Vecchio Continente nel dicembre 1992, lui gioco NES, quando lo SNES era sbarcato da pochi mesi. E' forse per questo che il terzo capitolo della saga Konami non ha il riconoscimento universale che hanno il suo primo episodio, grazie alle sue qualità ludiche, alla rappresentazione di un nuovo mondo, alla reinterpretazione dell'eterna lotta tra bene e male, ed il secondo, noto in realtà più per la sua bizzarra struttura ludica e per il suo elevato livello di sfida (nonché per la ricorrente frase What a horrible night to have a curse) che per il suo valore. Tra il primo epigono di una serie seminale, il particolare secondo, il glorioso quarto (Super Castlevania IV), il terzo deve sgomitare un po', ed è un peccato, visto che si tratta di una produzione ottima.

[caption id="attachment_174943" align="aligncenter" width="600"]Castlevania III: Dracula's Curse screenshot L'inizio dell'avventura[/caption]

E', in primo luogo, l'ammissione da parte di Konami di essere andata troppo oltre con Castlevania II: Simon's Quest, pianificando una struttura di gioco troppo ingombrante, che sarebbe declinabile perfettamente oggi, nel momento d'oro del videogioco open world, ma che allora, a causa delle limitate capacità tecniche del NES, risultava troppo fine a sé stessa, senza un adeguato sostegno narrativo, ludico, contenutistico. Meglio, quindi, tornare all'action platform più classico, a livelli, senza però perdere quel tocco di avventura in più dato da una certa libertà di movimento: non più esplorazione libera, ma la presenza di strade alternative, che conducono ad aree altrimenti precluse. Quando le strade si dipanano la progressione va ad incontrare l'uno o l'altro personaggio di supporto, un gruppo che comprende il ladro Grant Danasty, la strega Sypha Belnades, il figlio di Dracula, Alucard, tutti a sostenere l'eroico Trevor Belmont, il primo della sua stirpe ad affrontare il signore dell'oscurità, nella sua impresa.

" Quanto più definisce Castlevania III: Dracula's Curse è la costruzione di un mito, attraverso storia, personaggi, ambientazioni, più vivo e strutturato che in precedenza"

Le basi del gameplay sono sempre quelle, colpire e saltare, secondo un sistema di controllo non agilissimo, ma che è nettamente migliore di quello dei precedenti capitoli. Le peculiarità dei tre compagni di Trevor (si può switchare tra l'eroe ed uno di essi al volo) sono utilissime a variare l'azione, gli scontri con i boss sono sempre momenti di ulteriore sfida in un gioco che comunque non lesina gli schiaffi in faccia al custode del pad. Quanto più definisce Castlevania III: Dracula's Curse è però la costruzione di un mito, attraverso storia, personaggi, ambientazioni, più vivo e strutturato che in precedenza. Intendiamoci, da nessuna parte si trovano dialoghi ben scritti, colpi di scena e quanto più atto a definire l'identità narrativa di una produzione, l'impressione però è quella di trovarsi ad un'opera più strutturata, che non vive solo sulla condanna dell'eroe destinato a combattere contro il male (Castlevania, ma soprattutto Super Castlevania IV), ma, per esempio, del tormento di Alucard, della storia d'amore tra Trevor e Sypha, della scaltrezza di Grant, attraverso sottesi, mai in via diretta. Il tutto in un mondo che il 2D riesce a rappresentare con gusto nello stile, nei colori, nella varietà e nell'attenzione al dettaglio.

[caption id="attachment_174942" align="aligncenter" width="600"]Castlevania III: Dracula's Curse screenshot La prima apparizione di Alucard[/caption]

Ecco perché Castlevania III: Dracula's Curse è la base perfetta per il Castlevania di Netflix, non perché non sia stato il primo a cercare una minima complessità nella saga, a quello ha ambito il suo predecessore, con poco successo, ma perché è riuscito a farlo in maniera coerente, arricchendone la storia con nuovi personaggi, di cui uno poi diventato tra i preferiti degli appassionati (Alucard, seppure con un altro capitolo della serie, Castlevania: Symphony of the Night), espandone l'immaginario a livello stilistico, dando una maggiore profodnità al canovaccio del bene contro il male, andando oltre l'impresa dell'eroe solitario. Siamo curiosi di vedere come questi elementi verranno ripresi nella serie animata, se la loro messa in scena espanderà quanto il videogioco riesce ad evocare, amplificandone le tetre atmosfere. All'appuntamento non manca molto, l'arrivo sulla piattaforma è previsto per il 7 luglio, non vediamo l'ora di sentire schioccare ancora l'Ammazzavampiri.

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