La casa (2013), i cinque motivi per rivedere il film se amate il franchise ideato da Sam Raimi

La casa (2013), i cinque motivi per rivedere il film diretto da Fede Álvarez se amate il franchise ideato da Sam Raimi

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Quando si pensa a “La casa”, è impossibile non pensare al primo film di quello che è diventato poi un franchise, il cui inizio risale al 1981 col film diretto da Sam Raimi. Un film horror, girato con soli 375.000 dollari e in grado di incassarne quasi 30 milioni in tutto il mondo. Questo straordinario successo permise non solo ai due protagonisti Bruce Campbell ed Ellen Sendweiss di ottenere una discreta notorietà, ma anche a Sam Raimi di poter realizzare ben due seguiti e una serie TV, consacrando per sempre il personaggio di Ashley “Ash” J. Williams.

Nonostante questa saga sia strettamente legata al cast e al regista originale, nel 2013 è stato realizzato anche un remake del primo episodio. Un remake che abbandona la piega grottesca delle opere successive al primo film, ma che abbraccia le atmosfere horror originali, elevandole il più possibile. Merito soprattutto a Fede Alvarez, qui alla sua prima prova da regista e in grado di creare un piccolo cult ricordato con piacere dagli amanti del genere anche a dieci anni di distanza.

In occasione dell’uscita nelle sale italiane de La casa - Il risveglio del male, abbiamo quindi deciso di fare un salto nel passato e di scoprire i cinque motivi per cui rivedere il film del 2013.

L’IDEA DI FONDO

Partiamo da quella che è la trama di fondo de La casa di Alvarez, che riprende una situazione simile a quella vista nel film di Raimi, ma che la contestualizza in modo differente. Ancora una volta ci troviamo ad assistere alla storia di un gruppo di adolescenti che si rifugia in una casa nel bosco, per passare del tempo assieme. Se nella pellicola originale il tutto veniva motivato con il desiderio dei ragazzi di passare un weekend bevendo e festeggiando, il regista uruguaiano fa però un passo in più, aggiungendo dramma al dramma.

David, Natalie, Eric e Olivia, infatti, raggiungono la casa con lo scopo di tenere Mia, una loro amica, lontana dalle droghe per un fine settimana. Una sorta di terapia d’urto, nel tentativo di far andare in crisi d’astinenza la ragazza e provare così a disintossicarla. Questa idea, con l’aggiunta di un passato tragico per Mia e suo fratello David, permettono al film di ottenere un mood drammatico che ben si sposa con gli avvenimenti che accadono nel corso dei circa 90 minuti di pellicola. Una scelta coraggiosa, che a distanza di anni ancora riesce a emozionare in alcuni passaggi della storia.

JANE LEVY

Il secondo motivo per cui recuperare La casa è, senza dubbio, Jane Colburn Levy. L’attrice che interpreta Mia, infatti, ha evidentemente messo tutta sé stessa all’interno di questo film. La sua prova attoriale ci permette di vedere diverse sfumature della psicologia della carismatica protagonista. Una protagonista che parte in sordina, mostrando diverse debolezze, ma che minuto dopo minuto matura una determinazione incredibile, in grado di esplodere nelle folli sequenze finali.

Ma chi è Jane Levy? Dopo cinque episodi di Shameless, l’attrice californiana prende parte a Sburgatory, una Comedy ideata ad Emily Kapnek e andata in onda dal 2011 al 2014. Nel frattempo recita proprio nel ruolo di Mia in La casa, film che lancia la sua carriera definitivamente. Negli anni successivi, infatti, troviamo la ragazza anche in Man in the Dark, Twin Peaks e nel ruolo della protagonista di Lo straordinario mondo di Zoey. Jane Levy è un’attrice di grande talento, in grado di alternare ruoli umoristici ad altri più drammatici. Una vera scelta vincente da parte di Alvarez, che ha così trovato la sua “Ash Williams”.

IL GORE

Arriviamo finalmente a quello che è il reale punto di forza de La casa (2013): il gore. Stiamo parlando, infatti, di uno dei film più violenti che abbiano mai raggiunto i cinema mondiali. Un film in grado di dare realmente fastidio, tra lingue tagliate, arti mozzati, aghi che penetrano negli occhi, chiodi nelle spalle e tutte quelle situazioni che fanno sembrare la pellicola una gigantesca giostra dell'orrore. Mano a mano che il film procede, le situazioni splatter diventano sempre più esagerate, lasciando frastornato lo spettatore di fronte a tanta follia sanguinolenta.

La bravura di Fede Alvarez, però, sta nel trovare sempre le inquadrature migliori per valorizzare le azioni. Non si tratta, infatti, di volgare violenza fine a sé stessa, bensì di una sorta di trasposizione artistica della morte, in grado di dar vita a dei frame immortali, che vi accompagneranno nel sonno per i giorni successivi alla visione. È sempre più raro trovare un coraggio del genere nei film horror, che tentano di essere violenti e spaventosi, ma senza esagerare, in modo da evitare qualsiasi tipo di critica da parte della massa. Eppure La casa non fa sconti a nessuno. E questo non può che fargli grande onore.

LE CITAZIONI ALLA TRILOGIA ORIGINALE

Com’era lecito aspettarsi, il film del 2013 vanta diversi riferimenti alla prima pellicola diretta da Sam Raimi. Riferimenti come la presenza della celeberrima Delta 88, presente in quasi tutti i film del regista americano, o l’utilizzo della soggettiva del male, utilizzata per inquadrare le vittime prima della loro possessione. Che sia un’inquadratura, la presenza della celeberrima motosega o il design del Necronomicon, Fede Alvarez ha voluto chiaramente omaggiare la saga principale del 1981.

Si tratta di una scelta che, senza dubbio, avrà fatto piacere a Bruce Campbell, Sam Raimi e Robert Tapert, che qui ricoprono il ruolo di produttori esecutivi, esattamente come accaduto nel capostipite del franchise. Se siete amanti de La casa, vi invitiamo quindi a riguardare il film del 2013, per scovare tutti quegli easter egg nascosti tra i rami della foresta e il sotterraneo dell’abitazione in legno situata nel cuore del bosco.

LA SCENA DOPO I TITOLI DI CODA

Concludiamo con un dettaglio che, da amanti del brand, non possiamo dimenticare: la brevissima scena dopo i titoli di coda. Tutti coloro che riusciranno a superare i credits finali, infatti, si troveranno di fronte al fascino e al carisma di Ash Williams che, emergendo dall’ombra, pronuncia la sua frase di rito “Groovy”. E basta. Non c’è altro. Questo, però, è stato senza dubbio un colpo al cuore per gli appassionati, che hanno potuto rivedere Bruce Campbell nel ruolo che lo ha reso un’icona della cultura pop. Non nascondiamo, infatti, il desiderio di poterlo rivedere presto nel ruolo di Ash, magari in una pellicola che colleghi proprio la trilogia originale (e la serie TV) con questo remake tanto riuscito. 

E voi che cosa ne pensate? Vi è piaciuto La casa (2013), oppure ormai siete troppo legati all’umorismo grottesco del filone principale? Fatecelo sapere con un commento qui sotto o, se preferite, venite a parlarne direttamente con noi sul canale Twitch di BadTasteItalia. Vi aspettiamo!

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