[Captivate '12] Anteprima - Lost Planet 3 - Neve Perenne
Condividi
Il Captivate svela il terzo capitolo della saga di Lost Planet
Lost Planet, una delle nuove IP su cui Capcom puntava di più per questa generazione, dopo un primo episodio molto promettente, anche se non del tutto riuscito, si è persa in un secondo capitolo non all’altezza delle aspettative e, soprattutto, colpito da vendite basse e voti ancor meno incoraggianti.
L’azienda giapponese, però, sembra non aver perso la speranza e così, dopo due anni di silenzio, nella splendida cornice romana del Captivate di quest’anno, è stato svelato Lost Planet 3, terza iterazione della saga nonché al tempo stesso ritorno alle origini e scommessa sul futuro. Scomessa sul futuro perché, per la prima volta, il brand non è affidato a sviluppatori giapponesi ma alle mani di un team occidentale, Spark Unlimited (noto alle cronache per Legendary e un paio di add - on per Call of Duty), ritorno alle origini perché Lost Planet 3 ci riporta in quello che fu il setting originale di Extreme Condition, ovvero le nevi perenni di E. D. N. III, situandosi cronologicamente molto prima rispetto al capitolo originale, abbandonando le vellità di Lost Planet 2 e le sue ambientazioni tropicali.Prima dei mech corazzati e della disperata lotta per la sopravvivenza che abbiamo sperimentato nel gioco originale, infatti, E. D. N. III rappresentava la grande speranza per l’umanità: un mondo nuovo, vergine, pieno di risorse naturali e ultima frontiera per chi desidera sperimentare la vita dei grandi pionieri. Probabilmente Jim, il nostro nuovo protagonista è una persona così, un semplice lavoratore, capace di grande generosità e grande impegno, ma lontano dagli eroismi e dagli eccessi militareschi dei soldati. Jim vuole solo lavorare abbastanza per tornare a casa dalla sua famiglia e il mestiere di minatore, per quanto duro, sembra offrire buone prospettive. La demo mostrata alla stampa prende le mosse proprio da qui: il nostro Jim è impegnato nelle sue attività quotidiane, all’interno di una sorta di officina sotterranea che funge da hub principale del gioco. A un certo punto ci viene chiesto di uscire a bordo di un mezzo per piazzare alcuni macchinari atti a sciogliere la spessa crosta ghiacciata che ricopre il pianeta. Appena usciti, si capisce subito come la logica stessa del gameplay sia del tutto cambiata, non saremo più alla guida di un agile e corazzato mech da guerra, ma tutti i mezzi che prenderemo in mano saranno poco più di di ruspe ipertecnologiche, con pochissimi scudi e ancor meno armi. Questa novità, unita al fatto che potremo - in ogni momento - scendere dal mech per esplorare il terreno circostante a piedi, si capisce come gli sviluppatori abbiano in mente un piano ambizioso, ovvero unire l’azione TPS in stile Gears of War, ai classici stilemi dei “simulatori di robottone”. Tornando alla demo, appena usciti all’aperto, verremo colpiti da un violentissima tempesta di neve e, come se non bastasse, alcuni mostruosi alieni simili ad insetti inizieranno ad attacrarci da ogni direzione, prima a piccole bande, infine con un enorme boss che dovremo sconfiggere usando sia le classiche armi, sia con un quick time event abbastanza spettacolare. Successivamente, gli sviluppatori hanno mostrato un livello più improntato all’azione a piedi, in cui controlleremo Jim in terza persona e, per sconfiggere i nemici dovremo unire le abilità del mech con quelle specifiche del nostro personaggio. Alcuni avversari, infatti, saranno troppo coriacei per poter essere attaccati vis a vis, per cui dovremo prima immobilizzarli con la nostra armatura da lavoro e poi finirli a suon di piombo. Complessivamente, Lost Planet 3 sembra offrire ai giocatori un’esperienza abbastanza interessante, che tenta di tornare alle vere origini della saga, dimenticando tutti i passi falsi fatti con il secondo capitolo della saga. L’uso dell’Unreal Engine 3, preferito al MT Framework proprietario, garantisce una buona solidità tecnica, mentre di certo, un hands on (magari in occasione dell’E3 o della Gamescom) ci permetterà di capire meglio quali sono le effettive potenzialità del titolo.