[Captivate '12] Anteprima - Dmc: Devil May Cry - Dante 2.0

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Il reboot di DmC si offre alle mani dei giornalisti nel primo hands on del titolo

Dire che Dante è un personaggio fra i più amati degli ultimi anni sarebbe sminuirlo, la creatura di Shinji Mikami, ultimo regalo del grande designer a Capcom prima di lasciare l’azienda, con i suoi capelli bianchi e le due spade, è entrato di diritto nel pantheon delle icone più amate, vera e propria bandiera dell’action stylish e frenetico, dove la ricerca della combo perfetta si mischia a una buona dose di civetteria estetica.Dopo Devil May Cry 4, però, la saga è rimasta silente per un bel po’ di tempo e, come ormai sappiamo da un paio d’anni, Capcom ha deciso di rilanciare il brand dandolo in mano a uno studio esterno, i Ninja Theory che, oltre ad essere occidentali, sono noti per la cura cinematografica, soprattutto nelle coreografie di battaglia, che infondono in ogni loro titolo, come insegnano Heavenly Sword ed Enslaved.Fin dalle primissime presentazioni, però, DmC (questo il nuovo nome del gioco), ha raccolto una buona dose di dubbi, prima di tutto il Dante trentenne e dai capelli bianchi che abbiamo imparato a conoscere, è stato sostituito da uno “sbarbatello” dalla chioma corvina, secondariamente, il gameplay, pur mantenendo le sue caratteristiche di combattimento, per forza di cose, ha assorbito alcune influenze occidentali (come la prevalenza del visivo rispetto all’abilità nelle combo).  Durante il Captivate, Tameen Antoniades, lead designer del gioco, ha dato alla stampa la possibilità di saggiare, per la prima volta, DmC in una demo giocabile. La sequenza si apre con i primi minuti in assoluto del gioco, in cui facciamo la conoscenza del nuovo Dante, trovandolo riverso su un letto e circondato da junk food, scatole di pizza e bibite varie. Il nostro protagonista, però, non sta vivendo un placido sogno: demoni e altre entità oscure lo tormentano e, come se non bastasse, pare che sia l’unica persona al mondo in grado di vederli. Una volta iniziata la demo, si viene catapultati subito nell’azione e ritroviamo alcune vecchie conoscenze, ovvero le nostre due amatissime spade e le pistole che, combinate, sono ancora in grado di dar vita a combo spettacolari; in aggiunta rispetto ai primi quattro capitoli, Dante ha a disposizione anche due armi extra, attivabili usando i dorsali, ovvero un’elegante spada angelica e una potentissima ascia che sale direttamente dalle viscere più oscure dell’inferno. Come chi ha seguito lo sviluppo del gioco saprà già, DmC si muove su due mondi paralleli, il piano reale e quello “demoniaco”: la gran parte dei combattimenti avverrà nel secondo, tuttavia gli effetti e le devastazioni causate dai nostri scontri si faranno sentire anche nel mondo “immanente”, per cui la struttura dei livelli può cambiare da un momento all’altro e ogni colpo che tireremo sarà da calcolare bene, anche rispetto agli abitanti del regno dei viventi. Per il resto DmC sembra essere ancora tutto intero, Ninja Theory, nell’avvicinarsi al brand ha profuso un impegno reale, cercando di capirlo senza tuttavia rinunciare alle sue prerogative classiche, come il grande impegno per quanto riguarda la trama, un comparto tecnico di altissimo livello e una caratterizzazione dei personaggi decisamente forte. Vedremo nei prossimi mesi se queste speranze si concretizzeranno, per ora non possiamo non guardare con interesse all’esperimento di Capcom, sperando che Dante, pur cambiando nella forma, non perda il suo spirito ribelle. 
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