Captain Tsubasa, tutto quello che dovete sapere sul nuovo titolo di Bandai Namco | Speciale

Il 28 agosto arriverà Captain Tsubasa: Rise of New Champions, il nuovo titolo dedicato alla serie più amata tra gli sportivi giapponesi

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Uscirà il 28 agosto, come se fosse un FIFA qualsiasi, o anche un Pro Evolution Soccer canonico: invece, proverà a sovvertire l'ordinaria amministrazione dei titoli di calcio presenti nel panorama videoludico, che da anni vede attiva la dicotomia tra il titolo Konami e quello Electronic Arts. Dopo qualche sporadico tentativo affidato negli anni a delle comparsate poco efficaci, questa volta siamo tutti in trepidante attesa di poter assistere allo sbarco di Captain Tsubasa su console di ultima generazione, soprattutto a fronte dei numerosi rinvii che ha subito Inazuma Eleven nell'ultimo anno.

Che cosa sappiamo fino a ora, a tre mesi dall'arrivo di Oliver Hutton e Benjamin Price, ve lo raccontiamo di seguito.

Il titolo completo sarà Captain Tsubasa: Rise of New Champions e andrà a proporre diverse modalità di gioco, sia offline che online, proprio come se ci trovassimo dinanzi a un normalissimo FIFA. Al di là delle amichevoli, degli scontri 1 contro 1 online e le partite veloci con poche impostazioni dalla vostra e votate a un'immediatezza del calcio d'inizio, avremo la modalità storia da sviscerare al meglio. Sarà un'esperienza votata all'arcade, non alla simulazione, ma questo non dovremmo nemmeno stare qui a sottolinearlo: d'altronde, Captain Tsubasa ci ha sempre raccontato e mostrato colpi incredibili, irripetibili, e anche il gioco si baserà su delle meccaniche che faranno molta attenzione alle abilità speciali, alla stamina e a tutto il resto. Pensare di poter proporre una simulazione quanto più realistica è tendente all'impossibile.

La storia, quindi, sarà divisa in due diverse sezioni: la prima prevederà il racconto del giovane Tsubasa, in quell'episodio che prenderà il nome dallo stesso protagonista, per guidarlo durante il torneo delle scuole medie, ossia l'arco narrativo più famoso dell'anime giapponese. Il palcoscenico che permetterà a Holly di muoversi in questo primo episodio sarà ovviamente la formazione della New Team, la rivalità con Mark Lenders (Hyuga) e le amicizie con tutti gli altri interpreti, da Bruce Harper a Julian Ross.

Il timore principale potrebbe essere riservato per la linearità degli eventi, che potrebbe costringerci a una pedissequa riproduzione della storia, già letta e vista negli anni, soprattutto adesso che l'anime è stato ritrasmesso anche in Italia nella sua versione restaurata. Tamsoft ha promesso, però, che ci saranno degli eventi che verranno condizionati da ciò che accadrà in game, quindi tutte le nostre azioni dovranno avere delle ripercussioni sugli eventi, il che lascerebbe grande spazio all'interpretazione della crescita professionistica e caratteriale del giovane Tsubasa.

La seconda parte della storia prevederà l'episodio New Hero, il che ci permetterà di proiettarci in una modalità carriera a tutti gli effetti, molto più personalizzata. Se quindi nella prima metà della modalità storia dovremo accontentarci, per modo di dire, di ripercorrere le gesta di Tsubasa intervenendo sul suo destino con i nostri risultati ottenuti, positivi o negativi che siano, nella seconda metà, messi alle spalle quello che può sembrare quasi più un tutorial che altro, arriveremo a creare il nostro personaggio fittizio, il nostro alter ego da mettere in campo. È qui, quindi, che Rise of New Champions mostra i denti e la propria natura, permettendovi di scendere in campo e giocare la New Hero League, una competizione che seguirà la fine delle scuole medie e vi proietterà nel calcio che conta.

Il torneo ha un unico grande obiettivo: selezionare i migliori talenti di ogni nazione per poter formare una selezione di giocatori unici. Sarà possibile scegliere con quale squadra giocare, una volta creato il proprio personaggio, dalla Toho, la Furano e la Musashi. Non sarà possibile scegliere la Nankatsu di Holly, che invece dovrà essere la formazione rivale e da battere. Insomma, per una volta ci toccherà fare il tifo per tutti gli altri.

Non sappiamo ancora, però, come funzionerà la modalità MyPlayer, se ci permetterà di gestire l'intera formazione, all'interno della quale ci sarà il nostro giocatore, o se potremo controllare solo quest'ultimo, in una variante che seguirà le scelte messe a disposizione già da FIFA negli ultimi anni. Quello che ci è dato sapere è che potremo scegliere qualsiasi tipo di ruolo, ma non quello del portiere, che - per quanto possa essere emozionante allo stesso livello degli altri ruoli e lo stesso FIFA lo ha dimostrato dal punto di vista videoludico - non avrebbe offerto lo stesso tasso di interazione di un giocatore di movimento.

Al di là degli aspetti meramente calcistici e legati alle abilità, Captain Tsubasa si concentrerà molto su quelli che sono gli aspetti legati all'affiatamento di squadra: elemento molto radicato nella cultura giapponese, ma riproposto moltissimo sia in Inazuma Eleven che nello stesso manga con protagonista Holly, si avvicinerà quasi al famoso momentum di FIFA, apportando però dei benefici effettivi al gioco di squadra, dandovi la possibilità di apprendere anche le tecniche altrui e diventare un giocatore praticamente completo sotto tutti i punti di vista. Tale aspetto dovrà essere sviscerato attentamente, perché se il ruolo vi permetterà di avere delle statistiche iniziali diverse a seconda della posizione in campo, il rischio che si può correre andando a imparare tutte le varie tecniche è che potremo ritrovarci con un giocatore davvero assoluto e onnipotente. Potendone gestire uno solo non correremo il rischio di avere tanti doppioni come capitava, ad esempio, con la Sferografia di Final Fantasy X portando tutti i personaggi al 255, ma la crescita del nostro alter ego sarà argomento di grande attenzione quando arriverà il momento giusto.

Passando all'aspetto puramente ludico, invece, Captain Tsubasa replica le classiche azioni che sono figlie già di altri titoli sportivi: ci troviamo dinanzi a tutte le tecniche conosciute ben riprodotte, dal tiro della tigre di Mark Lenders fino alle spallate dei rocciosi difensori, tutte riprodotte e affidate alla pressione prolungata del tasto dell'azione dedicata, con conseguente consumo di stamina. Una volta terminata questa ci ritroveremo a essere praticamente inchiodati a terra senza possibilità alcuna di muoverci in totale libertà. Questo significa che bisognerà dosare ogni tipo di offensiva, oltre che di utilizzo delle nostre carte forti: spammare non è consigliabile, altrimenti sarà controproducente. Una pressione inferiore porterà invece a una semplice carica maggiore dei tiri e dei passaggi, che si dividono tra filtrante e normale. Non mancano ovviamente i dribbling e gli sprint, così da rendere Captain Tsubasa un titolo capillare come possono essere gli altri titoli di calcio già ampiamente citati.

Tra le azioni che dovremo andare ad analizzare di più troviamo l'attivazione della V Zone, ossia una tecnica che aumenta la stamina e che potenzia gli interventi dei giocatori. Molti aspetti sono ancora avvolti nel mistero e sicuramente servirà un hands-on più approfondito magari nel corso dell'estate per scoprire ulteriori dettagli. Nel peggiore dei casi, ci affideremo direttamente alla nostra recensione, in arrivo alla fine del mese di agosto, per scoprire cosa ci proporrà adesso Holly e Benji, dei quali sentivamo la mancanza, lato videogiochi, dalla prima PlayStation.

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