Butch Cassidy: la leggenda del west si fonde con il mito della libertà
Butch Cassidy è una lieve brezza in un mattino d’estate. È un vento che rinfresca e scalda al contempo. Ed è disponibile da rivedere su Star
I titoli di testa di Butch Cassidy mostrano un film proiettato in un cinema, è simile alla Grande rapina al treno di Edwin S. Porter. Le gesta dei banditi sono materia da cinegiornale, cronaca che impressiona il pubblico, più vicina alla leggenda che alla realtà. Le immagini proiettate sullo schermo con tono seppia e graffi sulla pellicola furono girate per essere parte del film stesso.
Il colore seppia continua nei primi minuti del film e scompare lentamente per lasciare il posto al colore. Ritornerà nel pazzesco finale in cui la sorte dei due banditi è lasciata in sospeso. Sembrano spacciati, circondati da un esercito e feriti. Eppure dai loro dialoghi non traspare la consapevolezza della morte imminente, anzi: pianificano le prossime mosse. La vita continua, forse, nella nostra immaginazione. Butch Cassidy e il Sundance Kid si lanciano verso la via di fuga, ma il film si interrompe. Ritorna alla sua dimensione di finzione: quello che riporteranno le cronache alla fine della battaglia lo decideremo noi, individualmente, sui titoli di coda.
Più vicino alla commedia che all’idea classica di western, il film è in fondo un buddy movie tragico. Un triangolo amoroso alla Jules e Jim tra i due banditi e una Etta Place probabilmente prostituta, resa insegnante nel film perché secondo il regista le immagini reali ritraevano una donna troppo posata e giovane per fare quel mestiere.
Butch Cassidy è intriso dell’energia giovanile pur guardando quell'epoca dalla fine. È una rivisitazione senza nostalgia o rimpianto, ma è come un viandante che volta il capo sul percorso fatto. Qualcuno sostiene che il declino del genere iniziò proprio dal suo successo di pubblico -meno di critica, inizialmente anche se seguiranno molti Oscar-. Il western era al tramonto, nella sua forma più conosciuta. La frontiera aveva già raccontato tutto da tempo. Stava cambiando, passava nelle strade di Un uomo da marciapiede, o nei motori di Easy Rider con la motocicletta come nuovo cavallo.
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Nella cornice post-classica si esprime un film ancora oggi vitale che travolge e aggancia l’attenzione dall’inizio alla fine. È merito dell’aura magica che lo circonda. Quell’atmosfera sospesa tra il ricordo dei fatti veri e quelli alterati dal desiderio. La voglia di mentire a noi stessi raccontando un’epoca spensierata nelle difficoltà. Ma anche di vedere l’America calda e polverosa inseguita dalla modernità (che le aveva permesso di esistere proprio grazie alla ferrovia). Ora è simboleggiata da cowboy cacciatori di taglie più bravi, più veloci; una morte incessante che chiede al prototipo classico del bandito di rinnovarsi e cambiare meta delle scorribande.
Butch Cassidy è una lieve brezza in un mattino d’estate. È un vento che rinfresca e scalda al contempo. Vive nella leggenda delle gesta eroiche di persone che eroi non sono. Pur nella malavita Cassidy, Sundance e Etta Place sono dei modelli. Vogliamo essere come loro, non per rapinare banche o treni in corsa, ma per i sorrisi che li accompagnano in ogni difficoltà.
Il film racchiude questa ingenuità giovanile, questa voglia di vivere e di esplorare. Nella società moderna, impacchettata in ruoli predefiniti dalla nascita fino alla morte, lo sguardo dei tre giovani è quello di una libertà leggendaria mai più replicata.
Butch Cassidy è disponibile su Disney+ nella sezione Star.